«Nessuno del governo vuole aumentare le tasse», dice il vicepremier Antonio Tajani. Che sottolinea come il ministro Giorgetti sia stato male interpretato. «I giganti del web devono invece pagarle»
ROMA – «Nessuno nel governo vuole aumentare le tasse, né la Lega, né Fratelli d’Italia: il ministro Giorgetti è stato male interpretato». Piuttosto, rilancia il vicepremier e leader di Forza Italia Antonio Tajani, «i giganti del web devono pagarle, non possono essere esenti, loro che pagano un decimo di quello che pagano le imprese normali, non è giusto, bisogna compiere passi in avanti per rendere l’Europa più competitiva».
La Giornata dell’Economia
Intervenendo alla Giornata dell’Economia organizzata da Forza Italia a Milano, Tajani ribadisce il no del suo partito ma anche del resto della maggioranza a nuove imposte nella prossima manovra. Anche Matteo Salvini da Pontida lo ripete: «Giorgetti parla di chi ha patrimoni miliardari, non di chi ha 1.000 euro sul conto corrente». E anche sul potenziale contributo che il governo potrebbe chiedere a banche, assicurazioni e imprese Tajani non cede: «No a qualsiasi tassa sugli extraprofitti, decidere cosa è extra e cosa no, forse è da cultura sovietica: l’obiettivo del governo è la crescita che si realizza abbassando la pressione fiscale, non aumentando le tasse». E il presidente dell’Abi Antonio Patuelli puntualizza: «Noi il contributo lo diamo tutti gli anni, ci sono già le addizionali sul settore bancario, nel diritto non si è mai vista un’addizionale su un’addizionale, il problema non sono le entrate, ma il contenimento delle uscite». Ma la Cisl, con il segretario Luigi Sbarra intervistato dal direttore del Corriere Luciano Fontana, è di un altro parere: «Siamo d’accordo nel mettere un contributo di solidarietà sugli extraprofitti, sulle grandi multinazionali di energia, farmaceutica, logistica, economia digitale, banche e assicurazioni: lì bisogna chiedere un po’ di sacrifici per sostenere chi è in difficoltà».
Crescita al ribasso
E nonostante i nuovi dati Istat che rivedono al ribasso la crescita, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti va avanti con il lavoro sulla manovra: «I piani del governo non cambiano», assicura. Ma il Pd lo attacca. Il presidente dei senatori dem Francesco Boccia si dice «sempre più preoccupato di come il governo sta gestendo le procedure, da un Def fantasma ad un Psb fatto male con un piano di riordino delle spese fiscali che porterà all’aumento delle accise con un forte aumento del costo dei carburanti: sarà una manovra da macelleria sociale». L’intervento sulle accise, che il governo definisce un «riallineamento» di gasolio e benzina, spaventa anche Conftrasporto: «Se il governo aumenterà le accise sul gasolio ci saranno conseguenze gravi per il sistema Paese, con effetti negativi sulla competitività degli operatori di trasporto e logistica, e non solo». E i Cinque Stelle ricordano: «L’aumento rischia di avere una ricaduta drammatica anche sui beni di largo consumo, Forza Italia è sempre stata contraria e però poi lo vota».
Il ritocco delle pensioni
Intanto il governo starebbe ragionando su un nuovo ritocco delle pensioni minime che la scorsa manovra aveva portato da 598,61 a 614,77 euro al mese, ma solo per il 2024. L’idea è portare l’assegno mensile a oltre 621 euro. Si va verso la conferma invece delle regole più rigide inaugurate nel 2024 per le uscite anticipate con Ape sociale, Opzione donna e Quota 103.
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