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Il G7 Agricoltura di Siracusa, conclusosi il 28 settembre scorso, lascia dietro di sé una lunga scia di interrogativi e di attese nel mondo agricolo. La complessità del documento finale e del comunicato adottati dai sette ministri dell’Agricoltura dei Paesi più rilevanti per l’economia mondiale, a tratti delinea le premesse per una nuova rivoluzione verde. Al contempo il testo è frutto di un intenso lavoro diplomatico che ha centrato l’obiettivo di non scontentare nessuno dei Paesi partecipanti.

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Usa e Canada portano a casa il mantenimento del quadro multilaterale basato sull’Organizzazione Mondiale del Commercio, ma i Paesi europei ottengono che sia profondamente riformato il regolamento del mercato mondiale delle derrate alimentari nel segno della tutela del lavoro agricolo, dei diritti umani e del reddito degli agricoltori, oltre che della sostenibilità delle produzioni.

 

Del resto l’Omc così come è costruita da anni non produce nulla di rilevante per il settore: gli accordi multilaterali sono un lontano ricordo e le regole di mercato vigenti sono superate e vanno pertanto aggiornate. I riferimenti alla tutela del lavoro agricolo, dell’ambiente e del reddito degli agricoltori sono fortissimi e strettamente interrelati. Eppure tutto resta avvolto ancora una volta nel vago: non a caso i riferimenti al rinvio ad altre sedi decisionali, come ovvio peraltro in questo caso, sono frequenti.

 

Alleanza Sociale per la Sovranità Alimentare, la crisi è dura

Il vertice G7 Agricoltura ha avuto un contraltare propositivo nel Fuori dal G7 organizzato dall’Alleanza Sociale per la Sovranità Alimentare, che ha prodotto il 28 settembre scorso a Siracusa un documento – in via di stesura definitiva – che sarà consegnato al ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida nei prossimi giorni. Alleanza è un’associazione che comprende oltre quaranta soggetti tra associazioni e imprese che si rifanno al sindacato internazionale degli agricoltori e dei braccianti Via Campesina. Tra queste spicca il sindacato degli agricoltori e dei pescatori Altragricoltura.

 

Senza sconti l’analisi di Alleanza sulla condizione di crisi delle campagne italiane: “Secondo i dati Istat, più del 95% delle aziende agricole italiane sono condotte a livello familiare, mentre secondo fonti della Unioncamere, in Italia chiudono decine di migliaia di imprese del settore primario ogni anno, rilevando nei primi otto mesi di quest’anno una cancellazione record di oltre 26mila imprese con tantissime aziende già espropriate e vendute all’asta. Dato in accelerazione rispetto al trend che ha visto chiudere in pochi decenni oltre il 50% delle imprese agricole”.

 

La crisi di questi anni, secondo Alleanza Sociale per la Sovranità Alimentare, è stata causata dal modello economico neoliberista, scelto per gestire i processi di produzione, trasformazione e commercializzazione: “quello delle banche, della Gdo, delle multinazionali e della Omc che impone regole commerciali medioevali”.

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Chiaro il riferimento sul come uscire dalla crisi: si chiede alla politica di passare dalle petizioni di principio alle iniziative concrete che portino risultati. Tre gli obiettivi di fondo. Allenza Sociale per la Sovranità Alimentare ritiene essenziale ottenere innanzitutto dall’Europa “un cambio profondo di orientamenti restituendo centralità all’agricoltura ed alla pesca e al Mediterraneo” un’enfasi che invece è oggi percepita interessare soprattutto l’agroalimentare nel suo insieme e le grandi aziende dell’agribusiness. Il tutto per costruire un mondo di relazioni commerciali nuovo e che non leda i diritti di chi vive e lavora la terra.

 

Sul piano delle politiche nazionali sono due invece le richieste urgenti: “adottare ogni iniziativa possibile per favorire il reddito delle imprese produttive piccole e medie piuttosto che l’agroalimentare dell’agribusiness” e una “forte iniziativa di risanamento delle aziende agricole scongiurando il dramma della debitoria delle imprese legata al fallimento del modello imposto”.

 

Il G7 Agricoltura si è concluso lo scorso 28 settembre a Ortigia (Sr)

(Fonte: Dario Del Bene – AgroNotizie®)

 

Confagricoltura, il contributo del settore ad economia e ambiente

Il settore agricolo può contribuire in modo significativo alla crescita economica e alla protezione dell’ambiente attraverso azioni concrete ispirate alla sostenibilità, all’innovazione e alla competitività. Confagricoltura si impegna a collaborare con le istituzioni del G7 per affrontare le sfide future e promuovere un’agricoltura che garantisca benessere e prosperità a livello globale.

 

Questo il messaggio contenuto nel documento consegnato il 26 settembre a Siracusa al ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, individuato come portavoce al G7 della visione degli imprenditori agricoli italiani. La consegna è avvenuta nel pomeriggio del 26 settembre, durante la visita della delegazione delle più alte cariche dei Paesi partecipanti al G7 di Siracusa e un folto gruppo di rappresentanti dei Paesi dell’Africa a ConfAgorà, lo spazio dell’organizzazione a DiviNazione Expo 24 di Siracusa. Una copia del documento è stata data anche al commissario europeo uscente all’Agricoltura, Janusz Wojciechowski.

 

Il documento elenca sei priorità: una politica agricola solida e sostenibile; una transizione verde ed energetica a tutela delle risorse naturali preservando e aumentando la fertilità del suolo, gestendo in modo sostenibile le risorse idriche, proteggendo la biodiversità; innovazione tecnologica; competitività e filiera alimentare globale; valorizzazione delle aree interne, rurali e di montagna attraverso il sostegno economico e infrastrutturale, ma anche del ruolo sociale degli agricoltori e la tutela delle produzioni tipiche; una comunicazione corretta e trasparente al consumatore, che va sensibilizzato sui temi agricoli alla luce delle evidenze scientifiche.

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G7 Agricoltura, la speranza di un cambiamento

Il lascito di questo G7 Agricoltura di Siracusa è a ben vedere duplice. Se da un lato il comunicato finale dei sette ministri dell’Agricoltura non scontenta nessuno dei Paesi partecipanti, lascia comunque una speranza a tutti i diretti interessati: gli agricoltori. Pertanto, anche posizioni così diverse, come sono quelle di Alleanza Sociale per la Sovranità Alimentare e di Confagricoltura, non possono fare a meno di ritrovarsi in almeno qualche passaggio dei documenti elaborati a Siracusa.

 

La parola ora passa alle politiche europee e nazionali, che giocoforza dovranno trovare più risorse per una Pac che altrimenti finirà certamente per non essere all’altezza delle sfide che è chiamata a fronteggiare: sia sul piano finanziario che su quello della qualità degli strumenti e delle misure messe in campo. Perché offrire agli europei sicurezza alimentare senza rinunciare a sostenibilità ambientale, sociale ed economica, avrà sicuramente un costo più elevato.

 

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