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LECCE – A “inaugurare” l’anno scolastico, sempre più spesso, sono le denunce dei genitori degli studenti salentini. Esasperati per le sorprese che, quotidianamente, riserva loro il servizio di trasporto a bordo dei bus. A volte troppo affollati. Altre non pervenuti per dei guasti. In alcune occasioni i mezzi partono in ritardo o non coprono neppure gli orari di uscita da alcuni istituti, costringendo i famigliari a recarsi nelle cittadine in cui sono presenti i licei per recuperare i propri figli.

Insomma, si chiamano linee, ma hanno ben poco di lineare. A questi disagi, poi si sommano quelli segnalati una decina di giorni addietro dalle organizzazioni sindacali del Salento, Cgil, Cisl e Uil, circa gli autobus definiti “insicuri e obsoleti”. Abbiamo sottoposto alcuni di questi spunti all’assessora ai Trasporti e alla Mobilità della Regione Puglia, Debora Ciliento (in foto), nell’intervista che segue.

Diverse le società private che, nel Salento, ottengono dei finanziamenti dalla Regione Puglia per espletare il servizio di trasporto su gomma degli studenti. Ma chi ne supervisiona la qualità?

“Le società che espletano il servizio di trasporto pubblico locale su gomma sono tenute a rispettare i contratti di servizio che vengono sottoscritti con la Regione Puglia, la quale a sua volta mette in campo attività di vigilanza e controllo sul rispetto di tali contratti. La Sezione Mobilità sostenibile e vigilanza del Tpl (il trasporto pubblico locale, ndr) coordina e attua tali attività, con l’organizzazione di idonei programmi di ispezione, che servono a controllare gli standard di qualità e regolarità dei servizi stessi ma anche l’idoneità dei mezzi circolanti, e se necessario eroga sanzioni, ai sensi della Legge regionale 18 del 2002 e in ottemperanza a quanto previsto nei contratti di servizio, e prescrive interventi ordinari e straordinari ai gestori del servizio”.

Quanto spende l’assessorato regionale ai Trasporti per i bus nel Salento? Quante di preciso le società coinvolte?

“Il contratto Ferrovie Sud Est per il servizio automobilistico, al momento in proroga, è costato alla Regione 47,8 milioni di euro nel 2023 e circa 50 milioni per il 2024. Il contributo regionale è ulteriormente incrementato di circa € 53.000.000 riservato a tutte le Province e Città metropolitana di Bari, per la precisione alla Provincia di Lecce spetta un contributo di 8.100.000 di euro e a quella di Brindisi di 7.400.000 di euro. Si devono poi aggiungere le risorse dedicate al Cotrap (Consorzio trasporti aziende pugliesi) che opera su tutto il territorio regionale e non è possibile quantificare lo stanziamento per le aree salentine”.

Dove sono le ricadute positive e i benefici sul territorio da parte delle aziende private? Inoltre, molti noleggiatori privati si starebbero attrezzando “in nero”, per sopperire al vuoto lasciato da società che non riescono a coprire corse o non hanno personale a sufficienza. Anche qui: chi controlla?

“Il servizio di trasporto pubblico locale è un servizio essenziale regolamentato da leggi regionali e che viene espletato da società che hanno sottoscritto un contratto di servizio con la Regione Puglia. Ogni provincia costituisce un bacino di mobilità che ha individuato i servizi minimi di trasporto pubblico che vanno garantiti e che sono finanziati dalla Regione. I servizi minimi, quelli aggiuntivi, quelli speciali e i relativi costi standard e i finanziamenti sono individuati dal Piano triennale dei Servizi regionali, ora in fase di aggiornamento. Quando c’è stato bisogno di dare più chilometri ai territori per potenziare collegamenti essenziali, ad esempio con scuole, ospedali, industrie, aeroporti e stazioni, è stato fatto: penso alla delibera della giunta regionale 1112 del 2023. La Regione risponde solo di questo e ha il controllo solo su questo. L’attività delle aziende private di trasporto non rientra nelle competenze regionali, sono servizi a mercato su cui la Regione non può avere alcun controllo”.

Nei giorni scorsi, i segretari salentini della categoria Trasporti delle principali sigle sindacali hanno lamentato un certo “baricentrismo” nell’assegnazione dei mezzi: alla provincia di Lecce quelli più obsoleti, come avevamo già denunciato in un nostro reportage sulle ferrovie.

“Entro fine anno, Ferrovie del Sud Est potrà contare su complessivi 45 nuovi bus ibridi che andranno a sostituire i bus più obsoleti. Entro metà ottobre, saranno disponibili altri 11 bus ibridi che si uniranno ai 7 già circolanti; gli altri 27 sono in fase di immatricolazione. Già a partire da questo mese, sarà quindi possibile una migliore suddivisione dei bus su tutto il territorio. E, naturalmente, verrà abbassata l’età media dei bus in servizio che al momento è di 13,12 anni. Nel dettaglio: Bari 12,39, Taranto 12,97, Lecce 13,98, una differenza di soli dieci mesi tra Bari e Lecce (dati relativi agli autobus delle Fse)”.

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