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Trent’anni di vita, trent’anni di vite: con questa frase si celebrano i sei lustri dall’apertura del centro Demetra di Firenze. Nato nel 1994, tra dubbi e scetticismo, oggi Demetra rappresenta uno dei centri di procreazione medicalmente assistita privati-convenzionati più importanti d’Italia. Un centro specializzato nella diagnosi e nella cura dell’infertilità, oggi secondo in Italia per numero di cicli di trattamento eseguiti ogni anno (oltre 2.000). 

Sono novemila infatti i bambini che i dottori del centro hanno aiutato a nascere dal ’94 ad oggi, seguendo oltre trentamila coppie provenienti da tutto lo stivale. “Siamo davvero orgogliosi di aver raggiunto questo traguardo – racconta Claudia Livi, direttore sanitario e co-fondatrice del centro -. Lo vedo parzialmente come un traguardo, perché ciò che ci ha caratterizzato è sempre stata la visione sul futuro. Quindi questo lo reputo un bel compleanno da festeggiare ma che ci deve dare la spinta per fare sempre meglio, soprattutto per i ginecologi più giovani”. 

Dalla sua nascita ad oggi il Demetra ha vissuto varie tappe che lo hanno portato ad essere un’eccellenza tutta fiorentina nel campo della PMA. “Le tappe più importanti della nostra storia sono sicuramente due. La prima è quella del 2005, quando abbiamo avuto la possibilità di convenzionarci prima con la Regione Toscana e poi col Sistema Sanitario Nazionale. Un aspetto che ha allargato l’accesso delle coppie in difficoltà al nostro centro. La seconda invece riguarda l’aspetto politico: siamo stati noi stessi promotori dei ricorsi alla Corte Costituzionale che hanno reso di nuovo possibile il congelamento degli embrioni (nel 2009) e l’abrogazione del divieto di eterologa (nel 2014) previsto dalla legge 40/2004. Abbiamo sempre appoggiato le istanze delle pazienti, e questo lo hanno apprezzato”. 

Non solo risultati concreti in campo medico. Il Demetra, insieme ai suoi dottori, ha dato un contributo importante anche nel sensibilizzare negli anni il tema della procreazione medicalmente assistita. “Quando abbiamo iniziato l’infertilità aveva quel famoso stigma sociale di cui si è parlato tante volte. Adesso è diverso, non è quasi più un tabù, e penso che questo sia dovuto in parte anche ad Internet. Le pazienti hanno maggiori possibilità di parlare fra di loro, di scambiarsi esperienze. A volte ha aspetti negativi, ma anche tanti aspetti positivi, perché le pazienti capiscono che il problema non ha colpito solo loro, ma sentono invece che questo è un problema comune”. 

Un aspetto che sicuramente è cambiato negli ultimi anni è la decisione da parte delle coppie di fare meno figli rispetto al passato oppure di non averne affatto. “Non sono una sociologa, ma lavorando in questo campo posso dire che, oltre all’aspetto prettamente economico, ci sono anche altri aspetti da studiare che ci sfuggono. Basti pensare alla Francia, che è un paese d’eccellenza per i sostegni alla famiglia, ma dove stanno comunque diminuendo i nati per donna. Probabilmente si tratta di una questione anche di libertà personale”. 

I numeri di questi ultimi anni testimoniano il percorso di forte crescita del Centro che – soltanto nel 2023 (dati al 30/09) – ha effettuato oltre 1730 cicli con transfer embrionale registrando una percentuale di gravidanza pari al 39%, ampiamente superiore alla media nazionale (report ISS del 10 novembre 2023). “I nostri obiettivi sono ovviamente quelli di continuare a lavorare bene come abbiamo fatto in questi anni. Per farlo è fondamentale investire sia nella formazione dei giovani dottori e soprattutto nelle nuove tecnologie, essendo la procreazione assistita una disciplina che si basa molto sui miglioramenti tecnologici”. 

 

 

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