diMaria Egizia Fiaschetti
Gli azzurri puntano a un assessorato in più o alla presidenza del Consiglio, il partito della Meloni vorrebbe chiudere con qualche delega in più. Flash mob delle opposizioni in Aula per protestare contro lo «stallo»
Potrebbe chiudersi in 48 ore, forse anche prima, la crisi tra FI e FdI in Regione sul possibile riassetto degli equilibri, dopo che gli azzurri (grazie a quattro new entry, due dal M5S e due dalla Lega) sono passati da tre a sette consiglieri (otto con Nazzareno Neri del Gruppo misto). Ieri gli assessori forzisti, Luisa Regimenti e Giuseppe Schiboni, non hanno partecipato alla seduta di giunta, ennesimo segnale di una strategia che si trascina da prima dell’estate e ormai sembra essere arrivata al capolinea.
Ieri il governatore del Lazio, Francesco Rocca, si è sfilato («Il rimpasto? Bisogna chiederlo ai partiti»), salvo poi difendere la tenuta della maggioranza: «Va chiarito che la giunta, inclusi gli assessori di Forza Italia, sta lavorando». Ed ecco il monito alle forze politiche impantanate da mesi: «Il nodo si deve sciogliere, non si può continuare all’infinito».
Le richieste degli azzurri
Oggi pomeriggio alla Pisana si riunirà la capigruppo che, come spiega il presidente dell’Aula, Antonello Aurigemma (FdI), «è stata convocata in tempi non sospetti». In mattinata si incontreranno invece Paolo Trancassini, segretario regionale del partito di Giorgia Meloni, e il suo omologo in FI, Claudio Fazzone. Le posizioni di partenza sono le stesse: gli azzurri vorrebbero un altro assessorato o la presidenza del Consiglio per riequilibrare i pesi dopo che la compagine che si è irrobustita; di contro, FdI è disposta a concedere qualche delega in più (Protezione Civile, Cinema, Sport) agli assessori già in carica.
«Siamo ancora al punto zero, ma noi auspichiamo un accordo: o si raggiunge in 48 ore o andremo verso l’appoggio esterno – è la linea ribadita dal capogruppo azzurro, Giorgio Simeoni -. Un anno fa ci davano per morti, ma oggi siamo più vivi che mai, cresciamo e vogliamo dare il nostro contributo moderato. Rispettiamo la coalizione, ma per rafforzarsi ha bisogno di tutti e noi rappresentiamo il centro della politica italiana».
Trancassini (FdI): «Il Pd dovrebbe ricordarsi dell’anatra zoppa»
Trancassini assicura che la trattativa «è in dirittura d’arrivo» e replica alle polemiche delle opposizioni, che ieri in Aula hanno esposto cartelli con le scritte «Chiuso per poltrone» e «Lavori in corso» in segno di protesta: «Il Pd farebbe bene a ricordare gli equilibrismi della giunta Zingaretti con l’anatra zoppa… Senza una maggioranza il presidente avrebbe dovuto rimettere il mandato invece di negoziare per cinque anni».
La partita, nel frattempo, è approdata ai livelli più alti ed è improbabile che i leader di partito, Giorgia Meloni e Antonio Tajani, tollerino strappi traumatici mentre si avvicinano le elezioni regionali in Umbria, Emilia Romagna e Liguria. Le forze di minoranza, però, approfittano della pausa di riflessione per affondare il colpo e lanciare un ultimatum: «Se domani alle 16 (oggi, ndr) dalla capigruppo non uscirà un chiarimento trasparente che metta fine a questa telenovela, chiederemo a Rocca di presentarsi in Consiglio per spiegare se e come andare avanti».
Gli attacchi delle opposizioni
Dal Pd Massimiliano Valeriani attacca: «Deve finire questa mediocre messinscena che produce il sequestro di un’istituzione: se non sono in grado di governare, vadano a casa». Claudio Marotta (Avs) stigmatizza «la faida» interna al centrodestra con l’accusa di aver bloccato l’Aula per più di 60 giorni. La dem Eleonora Mattia affonda il colpo con ironia: «La crisi di maggioranza ha raggiunto livelli così epici che a breve la vedremo sbarcare su Netflix».
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