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Sempre più italiani non riescono a riscaldare adeguatamente la casa durante l’inverno, e oltre 2 milioni fanno fatica a pagare le bollette energetiche. Per questo, l’Italia deve “aumentare il tasso e l’intensità della ristrutturazione degli edifici, in particolare quelli con le prestazioni peggiori”. L’ultimo monito dell’Europa sulle case degli italiani è contenuto nel report annuale della Commissione Ue sullo stato dell’Unione dell’energia. 

La povertà energetica

Tra i passaggi più delicati nel capitolo dedicato al nostro Paese c’è proprio quello sugli immobili: “Nel 2023, il 4,1% delle popolazione italiana ha avuto difficoltà a pagare le bollette e il 9,5% non poteva mantenere la casa calda durante l’inverno (dati in aumento rispetto al 2021)”, si legge nel documento. Che punta il dito sui sistemi di riscaldamento e condizionamento delle case, che rappresentano l’80 per cento dei costi delle bollette. Se tra il 2021 e il 2021, l’Ue nel suo complesso ha ridotto di quasi il 19,6 per cento i consumi energetici finali degli edifici residenziali, in Italia il calo è stato appena del 5 per cento, mentre negozi e uffici hanno persino aumentato i consumi del 2 per cento (mentre nel resto dell’Ue sono diminuiti del 6,7 per cento).

Più fossili, meno rinnovabili

Nel 2023, scrive ancora la Commissione, sono state vendute nel nostro Paese circa 378mila pompe di calore, con un calo del 26% rispetto alle vendite dell’anno precedente, raggiungendo uno stock totale di circa 4,1 milioni di pompe di calore installate. “Gli sforzi per l’efficienza energetica dovranno fare un ulteriore passo avanti per raggiungere l’obiettivo di riduzione del consumo energetico finale dell’11,7 per cento entro il 2030”, avverte Bruxelles parlando all’intero blocco. Ma è chiaro che il monito è diretto in particolare a Paesi come il nostro. Il rapporto della Commissione indica che solo il 21 per cento dei consumi finali degli edifici italiani è coperto con le fonti rinnovabili. Ma su questo aspetto il problema è più ampio, sottolinea sempre Bruxelles.

Case green: cosa dice (davvero) la nuova legge Ue

In Italia, infatti, i combustibili fossili rappresentano ancora ben l’80 per cento del mix energetico, sopra la media europea del 69%. Solo il 20 per cento è coperto da fonti rinnovabili. Anche il mix elettrico italiano è “dominato dai combustibili fossili”, che rappresentano il 63,3 per cento rispetto al 38,6 della media Ue. E questo nonostante il nostro Paese sia il secondo in Ue per produzione di pannelli fotovoltaici, fa notare il rapporto. 

Il nodo bollette

Tornando alla questione sociale legata alla transizione energetica, la Commissione ribadisce che i prezzi delle bollette continuano a essere troppo alti. “Dovremmo attuare rapidamente la nuova politica e il nuovo quadro normativo per affrontare i prezzi elevati dell’energia”, dice Maros Sefcovic, commissario per il Green Deal. Sul fronte degli ammortizzatori sociali dei costi della transizione, nel report si ricorda ancora che l’Italia – al pari degli altri ventisei Paesi Ue – è chiamata a presentare a Bruxelles “entro giugno 2025” il proprio Piano nazionale sociale per il clima, ovvero la tabella di marcia con cui potrà accedere ai finanziamenti del Fondo sociale per il clima che nascerà nel 2026 e fino al 2032 mobiliterà circa 86,7 miliardi di euro. L’Italia potrebbe accedere fino a 7,8 miliardi di euro, il 10,8% del contributo totale. Fondi che possono essere utilzzati proprio per le ristrutturazioni e per sostenere il reddito di chi non riesce a pagare le bollette. 

 

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