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In un libro il percorso di scrittura collettiva degli studenti del Ciliberto-Lucifero di Crotone che racconta le promesse di un’industrializzazione e la realtà di una bonifica sempre più lontana


CROTONE – È partito nel 2018 un percorso ricco di esperienza che arriva oggi a compimento con il libro “Crotone un sito di (dis)interesse nazionale. Progetto Barbiana 2040”, pubblicato da Pellegrini editore, a cura degli studenti dell’istituto d’istruzione superiore Ciliberto-Lucifero di Crotone. Presentato ieri nella sala polifunzionale dell’Istituto. I ragazzi, supportati dalla professoressa Rossella Frandina, hanno dato vita ad un libro che mostra sotto diverse sfaccettature, anche grazie a contributi di altri autori, il lungo e tortuoso percorso di Crotone da un’industrializzazione che aveva promesso futuro e benessere, ed ha finito col lasciare in eredità veleni, morte, fino ad una bonifica che diventa sempre di più un lontano miraggio.

Un testo di grande valore che ha inorgoglito giustamente il dirigente Girolamo Arcuri, il quale ha voluto sottolineare quanto l’istituto abbia «aderito in maniera entusiastica alla rete Barbiana per ricercare quegli spunti che servono ai nostri ragazzi per diventare cittadini sovrani e conoscere i problemi del territorio». E davvero c’è da sperare che tutti i cittadini diventino come i ragazzi del Ciliberto-Lucifero del team dei Disobb3dienti, capaci di pretendere i propri diritti, perché consapevoli di essere impegnati nel fare il proprio dovere.

IL LAVORO DEGLI STUDENTI DI CROTONE

Durante l’incontro a rappresentare il gruppo sono stati Rosario Vasapollo e Ugo Menzano, ormai ex studenti, che hanno spiegato non solo il lavoro fatto ma le motivazioni che li hanno attivati: «fare cittadinanza significa per noi guardare la realtà senza filtri. Siamo partiti dall’idea che il futuro sia nostro e ci appartenga anche in un territorio in cui la costituzione è ancora in gran parte inapplicata. Per noi fare cittadinanza vuol dire assumersi responsabilità, fare una scelta partigiana, l’unica in grado di generare una possibilità vera di cambiamento».

Proprio la loro voglia di resistenza e riscatto è stata lodata dalla coordinatrice della Rete nazionale Barbiana 2040, Rita Fumagalli, «sono rimasta colpita dal lavoro di questi ragazzi, tutti nati dopo il 2000, aggirandosi pieni di interrogativi nel paesaggio post-industriale della loro terra, sono andati alla ricerca di risposte, risalendo alle origini del fenomeno, con documenti e testimonianze dirette, attraverso le ferite di una storia che non è solo locale ma nazionale».

LA GIORNATA DEDICATA ALLA PRESENTAZIONE DEL LIBRO

Alla giornata hanno contribuito anche gli interventi degli altri autori che hanno completato il lavoro d’inchiesta fatto dai ragazzi: dal sindaco Voce, all’archeologa Margherita Corrado, al giornalista Alfredo Di Giovampaolo, a Tina De Raffele. Autrice di uno dei contributi più toccanti. Lei figlia di un operaio, vittima di quelle fabbriche, ha detto: «non so se vedrò la bonifica o un ospedale oncologico d’eccellenza, ma oggi sono contenta di aver visto giovani che hanno voglia di lottare».

E ancora al giornalista del Quotidiano del Sud Antonio Anastasi. Il suo contributo è forse invece quello maggiormente inquietante. Anastasi percorrendo i principali processi penali scaturiti dalle inchieste sulle scorie parla di «processi nei quali non sono mai finiti sotto accusa i vertici dell’Eni, al massimo qualche dirigente che lavorava fianco a fianco con gli operai, processi durante i quali la procura crotonese non è mai riuscita ad affermare la tesi del disastro ambientale nonostante l’elevata incidenza di patologie tumorali». Quella presentata dal lavoro di Anastasi sembra dunque la proverbiale beffa che segue il danno.

A chiudere la giornata il professor Giancarlo Costabile, docente di Pedagogia dell’antimafia all’Unical, che da anni è impegnato con l’istituto crotonese. «Questa scuola è stata capace di offrire testimonianza – ha detto il docente – è stata capace di liberare linguaggi, è stata capace di essere sovversiva nel senso indicato dalla costituzione italiana articolo 3 comma 2 che costituisce l’orizzonte di questo progetto Nazionale che si chiama Barbiana 2040». La giornata è stata anche l’occasione per ricordare tre vittime innocenti di mafia: Arturo Caputo, Gianluca Canonico e Dodò Gabriele, a loro la scuola ha dedicato un murale.

 

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