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I problemi di approvvigionamento che si sono verificati a seguito di eventi quali pandemia, disastri naturali, tensioni geopolitiche, hanno avuto impatti globali sulle imprese: posizionamento nel mercato, gestione dei flussi di cassa, accesso al finanziamento, stabilità finanziaria. Diventa indispensabile gestire i rischi di fornitura in modo proattivo, creando una vista dell’azienda nella quale collocare gli eventi indesiderati che possono potenzialmente accadere e consentire una gestione razionale e non emergenziale per evitare di incorrere in situazioni di grave difficoltà.

Lo scenario della gestione del rischio di fornitura

La metà delle imprese italiane non utilizza ancora un sistema organico per la valutazione dei propri processi di fornitura, un terzo fa ricorso a strumenti destrutturati, il resto non pratica alcun monitoraggio del rischio. Le prassi adottate evidenziano una forte dipendenza da natura, obiettivi e dimensioni dell’impresa. Quelle grandi hanno sviluppato soluzioni importanti, in alcuni casi facendo ricorso anche a metodi di Intelligenza Artificiale quando la complessità dei dati richiedeva algoritmi innovativi per estrarre informazioni fruibili dal professionista degli acquisti.

Le imprese più piccole mostrano invece una complessiva impreparazione di fronte alla complessità e all’onerosità del tema, si trovano in difficoltà per dimensione e per scarsa disponibilità di pratiche sufficientemente standardizzate da adottare. Il problema è di particolare gravità nel comparto manifatturiero, le cui attività sono particolarmente esposte a mercati di fornitura estremamente volatili. Il problema deve essere affrontato con la convinzione che la gestione dei rischi di fornitura è un impegno fondamentale per proteggere l’azienda, e con la ricerca di soluzioni coerenti con la realtà di una Pmi: sostenibili in termini di budget disponibile e capacità di programmare un’adeguata formazione del personale.

Un progetto di gestione del rischio in una Pmi

Una via possibile può essere il ricorso a pratiche incrementali con soluzioni scalabili: pianificare un percorso virtuoso con una gerarchia di obiettivi che corrispondono a livelli gradualmente crescenti di capacità di orientamento nella mappa del rischio dell’azienda. La scalabilità permette di assestarsi su un livello intermedio bilanciato tra sostenibilità dell’investimento ed efficacia nel contrasto ai principali rischi dell’azienda.

Analizzare i processi aziendali per individuare i principali elementi di rischio è il primo indispensabile passo. Innanzitutto, gli eventi indesiderati, ciascuno con le proprie cause: ritardi, interruzioni, scarti, scorte di sicurezza, mancata consegna, degrado di qualità. Poi gli attori coinvolti in ogni evento: i fornitori, ai quali associare fattori di rischio come solidità finanziaria, operatività, conformità, certificazioni; i materiali di acquisto, ciascuno con potenziali fattori di rischio come single source, origine di produzione, disponibilità, brevetti, che spesso rappresentano le maggiori minacce per la business continuity. Basta pensare al caso dei semiconduttori e dei componenti elettronici, materiali presenti in quasi tutti i settori merceologici manifatturieri. Le tipologie di eventi, cause, attori e fattori di rischio individuati, possono essere classificati in una tassonomia, base di conoscenza formalizzata dei rischi che richiedono attenzione e della loro collocazione nella supply chain.

 

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