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La Regione Lazio ai tempi del Coronavirus. Cosa sta facendo la Giunta Zingaretti per imprese e cittadini? Ne abbiamo parlato con Eleonora Mattia, consigliere regionale Pd, ma soprattutto presidente della Commissione regionale Lavoro, Formazione, Pari opportunità, Istruzione.

Lei è la Presidente della Commissione Lavoro. Quali sono i passi da muovere per attivare la ripresa economica nel Lazio?
“Prima di tutto la tutela della salute di ogni singola lavoratrice e di ogni singolo lavoratore, perché se c’è un valore che questa pandemia ci ha insegnato è che la salute è il bene più prezioso che abbiamo. Inoltre, è necessario investire sulle infrastrutture digitali, sulla semplificazione amministrativa, ripensare una nuova politica industriale che non si basi soltanto sugli aiuti di Stato, ma che renda protagonista ogni soggetto produttivo. I numeri raccontano una situazione difficile, ma non irrecuperabile grazie ai provvedimenti adottati dal Governo e dalla Regione Lazio che stanno sostenendo, attraverso risorse agli Enti locali, le cittadine e i cittadini del nostro territorio, soprattutto delle fasce sociali ed economiche più deboli”.

Non dimentichiamo i bimbi da 0 a 3 anni: 6 milioni di € a sostegno dei nidi pubblici o convenzionati

Imprese e liberi professionisti sono stati colpiti dall’emergenza. Quale è la sua lettura dei dati delle richieste di Cig in deroga?
“Ad oggi, sono arrivate domande di Cassa Integrazione in deroga per un totale di 142.117 lavoratori, di cui la metà sono donne. Questi numeri fanno già emergere, da una parte, le difficoltà reali del comparto produttivo, ma, dall’altra, la capacità della Regione Lazio di fornire rapidamente strumenti per fronteggiarle, senza escludere le piccole realtà. Infatti, la percentuale delle aziende da 0 a 5 dipendenti che hanno fatto domanda di Cig è superiore al 90 percento e cominciano a farne richiesta anche quelle sopra i 5 dipendenti. Il numero delle richieste inviate dalla Regione all’Inps, la prima regione ad aver attivato la trasmissione, è in linea con il trend nazionale e si continuerà a correre per mettere subito denaro nelle tasche di tutti i lavoratori e di tutte le lavoratrici. Per imprese e partite Iva ci sono stati provvedimenti importanti, come il “Pronto Cassa” con prestiti veloci di 10mila euro a tasso zero e la moratoria straordinaria. Le richieste sono tante e l’obiettivo è quello di snellire ancora di più le procedure affinché siano accessibili a un numero sempre più ampio di soggetti”.

Istruzione. Didattica a distanza e ritorno a settembre nelle aule. Lo scenario è preoccupante? Come si pensa di procedere?
“I nostri giovani, dalla più tenera età all’adolescenza, hanno subìto uno sconvolgimento della quotidianità che non ha precedenti. La mancanza di contatti sociali con i coetanei, il blocco della routine scolastica e hobbistica, una convivenza forzata con genitori ed eventuali fratelli o sorelle che rischia di non lasciare i legittimi spazi di autonomia. Tutti loro hanno seguito diligentemente le direttive, subendo spesso un doppio carico di stress (proprio e dei genitori) e trovandosi impotenti di fronte alla perdita di persone care e un futuro che sembra essere tutt’altro che rassicurante. A fronte della chiusura delle scuole di ogni ordine e grado, certamente la questione più urgente è stata ed è tuttora garantire continuità didattica. Lo strumento migliore in tal senso è stato individuato, prima informalmente e poi ufficialmente, come la didattica a distanza. Migliaia di presidi, docenti e studenti si stanno sforzando per entrare in questa nuova dimensione virtuale della quotidianità scolastica, con grande impegno e serietà, ma non senza enormi difficoltà. Emerge il problema dei dispositivi elettronici. Così come le scuole faticano a reperire la necessaria dotazione di attrezzatura, non tutte le famiglie dispongono di un numero sufficiente di dispositivi elettronici per soddisfare le esigenze di smart learning e smart working di ogni componente e molti studenti si trovano così materialmente impossibilitati a seguire le lezioni a distanza. A questo si aggiunge poi la questione del passaggio da dispositivi smartphone a strumenti come tablet o laptop che crea dei problemi nella fruizione della didattica. La Regione con l’avviso pubblico “Classe virtuale” ha attivato un primo progetto per dare supporto agli istituti superiori con finanziamenti fino a 3mila euro”.

Ci aspetta una sfida importante: la tutela di ogni posto di lavoro, perché senza lavoro non c’è dignità

Anche gli asili nido pubblici e privati sono in difficoltà. Hanno dovuto chiudere battenti e non hanno più percepito le rette pagate dalle famiglie. La Regione, però, è intervenuta anche in loro sostegno?
“Certo, la Regione non ha dimenticato la fascia di età 0-3. Anche le bambine e i bambini stanno subendo gli effetti dell’emergenza in un momento della loro vita in cui la dimensione del gioco e della relazione tra pari risulta fondamentale e non sostituibile con le tecnologie. Per non rischiare di vedere chiudere le strutture che li accolgono, presidi territoriali e sociali imprescindibili, la Regione Lazio ha destinato 6 milioni ai nidi pubblici o convenzionati, privati accreditati ma non in convenzione. Tutte le altre strutture private, che non hanno i requisiti previsti dal Decreto legislativo 65 del 2017, sono considerate imprese a tutti gli effetti e possono accedere ai prestiti a zero interessi previsti con il “Pronto cassa” e alla Cassa Integrazione in deroga. La crisi può essere anche l’opportunità per imparare che la scuola è educazione e istruzione fin dai primi mesi di vita e che l’accoglienza dei più piccoli non è un servizio di baby-sitting. È necessario che le strutture rispettino precisi standard e parametri di legge perché siano il perno di un sistema integrato dei servizi educativi che coinvolge gestori, lavoratori, famiglie e soprattutto i bambini”.

“Bonus affitto” e “bonus spesa” sono, invece, i provvedimenti predisposti per famiglie e persone svantaggiate in difficoltà. 
“E’ stato destinato un fondo di 43 milioni per dare contributi per il sostegno al pagamento dell’affitto. Si tratta di uno dei più significativi provvedimenti che la Regione sta mettendo in atto, attraverso il trasferimento delle risorse ai Comuni, per aiutare le famiglie a fare fronte all’emergenza Covid-19. È un provvedimento importante perché riesce ad andare incontro all’esigenza di una larga fascia della popolazione. Il contributo coprirà tre mensilità al 40% del canone di locazione e potrà essere richiesto attraverso una semplice autocertificazione. Il “bonus spesa” gode di uno stanziamento di 21 milioni a favore dei Comuni del Lazio che li erogano ai cittadini per l’acquisto di generi alimentari e medicinali. Provvedimenti che dimostrano come la Regione si stia muovendo con una visione a 360 gradi per sostenere tutte le diverse difficoltà”.

Si sta per avviare la fase 2 dell’emergenza Covid-19, che segnerà la ripartenza progressiva delle attività. Cosa può dirci?
“L’emergenza Covid-19 ci ha messi a dura prova sotto svariati punti di vista, tanto nella sfera pubblica quanto privata (…) La Regione Lazio ha cercato di mettere in campo misure veloci di resistenza. In questo momento, in cui si sta pensando alla fase 2, sono necessarie misure di prospettiva. Ci aspettano sfide importanti e, quindi, la tutela di ogni singolo posto di lavoro. Perché, come ci sottolinea l’articolo 4 della Costituzione, non vi è speranza, non vi è libertà, non vi è dignità senza lavoro”.

Storie di umanità e solidarietà riempiono le cronache. Non pensa che l’emergenza abbia anche del bello da raccontare?
“La storia più bella e straordinaria la raccontano ogni giorno i medici e gli operatori sanitari con la devozione con cui stanno compiendo questo difficile lavoro. Un lavoro riconosciuto anche concretamente dalla Regione Lazio con mille euro che premiano la professionalità e l’umanità degli operatori sanitari. E, poi, c’è il grande lavoro svolto quotidianamente dai volontari, grazie ai quali si riescono a garantire i servizi socio-assistenziali primari”.

 

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