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Articolo tratto dal numero di agosto 2023 di Forbes Italia. Abbonati!

UniCredit ha messo da poco in campo una serie di interventi a sostegno di privati, famiglie e imprese. È quanto contenuto nella seconda edizione del piano UniCredit per l’Italia, un’iniziativa dal valore potenziale complessivo di 10 miliardi che prevede misure concrete per gestire il caro vita (tra inflazione e rialzo dei tassi) e lo sviluppo di settori e territori nell’attuale complessa congiuntura economica.

UniCredit per l’Italia: dai bonus sui prestiti personali ai finanziamenti dedicati

Tra le iniziative ci sono la moratoria su mutui ai privati e sui prestiti alle imprese, bonus su prestiti personali per nuove nascite, rateizzazione dei pagamenti e finanziamenti dedicati.

In relazione ai privati e alle famiglie, rientrano nel piano UniCredit per l’Italia la flessibilità nel rimborso dei mutui: si rinnova, per chi non ne abbia già usufruito, la possibilità di rimodulare a zero spese il proprio mutuo, sospendendo per 12 mesi il rimborso della quota capitale, oppure riducendo l’importo della rata tramite l’allungamento della scadenza fino a un massimo di quattro anni.

A fronte di diversa richiesta del cliente, la banca, previa valutazione creditizia, si riserva la possibilità di estendere la durata del mutuo anche per più di quattro anni. È prevista inoltre la rateizzazione acquisti e utenze: per i clienti con Isee inferiore a 25mila euro in possesso di carta Flexia viene introdotta la possibilità di chiedere la rateizzazione a tasso zero (da un minimo di tre mesi a un massimo di 20) delle spese sostenute con la carta.

Infine, bonus di 500 euro su prestiti personali per nuove nascite: fino al 30 settembre, UniCredit offre ai clienti che otterranno un nuovo prestito di almeno 10mila euro per sostenere spese familiari correnti un bonus di 500 euro a fronte della presentazione dell’atto di nascita avvenuta a partire dal 1 gennaio 2023.

Il sostegno alle imprese

Remo Taricani

Per quanto riguarda le imprese, tra i provvedimenti più significativi c’è un plafond da 6 miliardi di euro per nuovi finanziamenti a sostegno delle imprese del settore del turismo, alle eccellenze del made in Italy e alle imprese delle Zone economiche speciali (Zes).

Per agevolare gli investimenti che richiedono tempi più lunghi per entrare a regime, è possibile un preammortamento fino a 36 mesi, durante il quale rimborsare solo la quota interessi.

Sono previsti una moratoria fino a fine anno sulla quota di capitale dei finanziamenti a medio e lungo termine per tutte le imprese che non abbiano già usufruito di garanzie pubbliche e l’azzeramento delle commissioni pos per gli esercenti con fatturati entro il milione di euro per le transazioni eseguite nei punti vendita fisici con importi fino a 10 euro.

La seconda edizione del piano si aggiunge alla ripresa degli acquisti di crediti edilizi e da superbonus per imprese, artigiani e professionisti con crediti acquisiti a fronte di sconti in fattura per spese sostenute nel 2022. Andrea Orcel, ceo di UniCredit e head di UniCredit Italia, ha dichiarato:

“Famiglie e imprese italiane hanno dimostrato grande adattabilità di fronte alle forti pressioni macroeconomiche, tra cui l’aumento dei tassi e l’alta inflazione. Queste risposte individuali hanno permesso all’Italia una reazione collettiva più forte del previsto, tanto che la situazione economica degli ultimi mesi è stata migliore di quanto si potesse pensare. Il nostro ruolo è sostenere i clienti e le comunità anche nei momenti più difficili. Continueremo a offrire un aiuto concreto alle famiglie, alle comunità e alle imprese”.

Remo Taricani, deputy head di UniCredit Italia, ha aggiunto: “Con questa seconda edizione di UniCredit per l’Italia intendiamo rafforzare le basi per garantire al paese una crescita sostenibile a beneficio di tutti i territori”.

La sfida delle Zes

Sul tema delle Zone economiche speciali, l’Istituto di piazza Gae Aulenti, oltre al plafond, ha inoltre promosso un’iniziativa che ha previsto incontri pubblici e bilaterali tra i commissari di governo delle otto Zes italiane e una platea di potenziali investitori nelle aree del Mezzogiorno interessate da agevolazioni fiscali e semplificazioni burocratiche.

Le Zes sono aree del Sud Italia (sei regionali, due interregionali) con una particolare legislazione economica, finalizzata a favorire lo sviluppo economico e ad attrarre investimenti esteri o extra-regionali per colmare i divari territoriali nel paese, agevolando anche lo sviluppo delle infrastrutture del territorio, la creazione di posti di lavoro e la crescita delle attività industriali e delle esportazioni.

“Le Zes possono incrementare lo sviluppo dell’attività imprenditoriale al Sud e sono una valida alternativa per tutte le imprese italiane che vogliono attuare i propri progetti di investimento nel nostro paese, anche grazie al previsto iter semplificato e velocizzato”, ha continuato Taricani.

“Come banca, sentiamo la responsabilità di contribuire al successo dell’iniziativa. Mettiamo a disposizione le nostre competenze, la conoscenza del territorio e un plafond da 6 miliardi, destinato anche alle imprese delle Zes”.

Secondo uno studio della Svimez, associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno, la nuova centralità del Mediterraneo, la ridefinizione delle catene globali del valore e le transizioni energetica, green e digitale “costituiscono un’opportunità per una zona del paese che potrebbe ridiventare centrale nella geografia dei rapporti di fornitura internazionali”.

Per Luca Bianchi, direttore di Svimez, “la sfida delle Zes è attrarre nel Mezzogiorno investimenti nazionali ed esteri”. UniCredit ha già sostenuto tre aziende in aree Zes, per complessivi 18 milioni di euro, erogando finanziamenti in favore di Temi e del gruppo Farvima Medicinali per i primi due investimenti in corso nell’area dell’Interporto Campano di Nola, nell’area Zes della Campania, e in favore di Ntet per un investimento nell’area Zes della Sicilia Orientale.

 

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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