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Il rispetto dell’ambiente, la responsabilità sociale e una solida governance sono i tre pilastri della sostenibilità aziendale, che sta diventando un elemento centrale da integrare nelle analisi di rischio da parte delle banche e da considerare necessariamente per creare valore e vantaggio competitivo da parte delle aziende. Le imprese che rientrano nei parametri ESG (Environmental, Social, Governance), rappresentando l’integrazione dei fattori ambientali, sociali e di governance nelle proprie attività, godono infatti di vantaggi anche nell’accesso al credito.

Di tali tematiche strategiche per istituti di credito e imprese si è parlato nella Torre di Santa Maria nel corso del convegno, promosso da Confindustria Udine e Unicredit, dal titolo “Merito creditizio e ESG: quale futuro?”.

In apertura di incontro, Anna Mareschi Danieli, vicepresidente di Confindustria Udine, ha portato come contributo alla discussione alcuni dati significativi. “Nei primi otto mesi del 2023 – ha evidenziato – il credito bancario alle imprese del FVG ha risentito dell’indebolimento della fase ciclica e dell’aumento dei tassi di interesse (ben oltre il 5%) che ha scoraggiato la domanda di nuovi finanziamenti. Ad agosto 2023, secondo le analisi dell’Ufficio Studi di Confindustria Udine su dati della Banca d’Italia, i prestiti alle imprese con sede in regione, al netto del comparto della fabbricazione dei mezzi di trasporto, sono diminuiti del 10,1% su base annua; includendo anche questo settore, la diminuzione risulta più marcata, -12,7% (a dicembre 2022 la variazione tendenziale era stata di -2,6%, a settembre 2022 era ancora ampiamente positiva: +5,9%)”.

A livello settoriale, la contrazione dei prestiti è stata marcata per l’industria manifatturiera (-19,1% ad agosto 2023 su base annua; a settembre 2022 +7,9%); il calo è stato accentuato anche per il terziario (-7,1%) mentre è risultato minore per l’edilizia (-4,5%). Il calo ha riguardato la generalità delle imprese, ma è stato più intenso per quelle più grandi. Ad agosto 2023 -13,4% la variazione annua per le grandi imprese, -9% per le piccole.

“Come imprenditori – ha concluso Mareschi Danieli – siamo obbligati all’ottimismo. Anche nell’attuale fase congiunturale di down, che abbiamo iniziato a vivere, è importante che le aziende concentrino comunque la loro attenzione sugli investimenti, per essere attrezzate e più competitive nel momento della ripartenza. Investendo, si sarà pronti a cogliere le opportunità che si presenteranno nei prossimi mesi dalla transizione green e digitale, ma questo non sempre è possibile a causa delle problematiche legate agli elevati tassi d’interesse. Eppure, non abbiamo alternative. E lo dobbiamo fare tutti assieme, ciascuno per la propria parte. La parola d’ordine è collaborazione, quindi, anche per la sostenibilità”.

“Gli imprenditori di questo territorio – ha commentato Francesco Maria Iannella, regional manager Unicredit North East – hanno ben compreso la centralità del concetto di sostenibilità, inteso nella sua triplice dimensione economica, sociale e ambientale. L’obiettivo di UniCredit è quello accompagnare le imprese in questi percorsi virtuosi, fornendo alle imprese e, quindi alle comunità in cui operano, tutte le leve per il loro progresso. Negli ultimi 18 mesi, a Nord Est abbiamo erogato oltre 860 milioni di euro di nuovi finanziamenti per investimenti ESG, di cui 710 milioni di finanziamenti green e 150 a impatto sociale, e intendiamo confermare nei fatti il nostro impegno anche per il futuro”.

Sono poi seguite, introdotte da Massimiliano Zamò, vicepresidente e delegato della commissione Finanza di Confindustria Udine, la relazione di Gianluca Leonardi, ESG expert Regione Unicredit, che ha parlato dei

nuovi approcci per essere competitivi e resilienti in tema di sostenibilità e transizione, e la testimonianza di Sarah Colpo, group Brand & Sustainability manager FITT Spa.

Zamò ha portato la sua esperienza di imprenditore, che opera nel modo delle sedute da ufficio e contract: “L’aspetto particolare che ho riscontrato e che accomuna molte PMI – ha sottolineato – è il fatto che in realtà molte delle pratiche/policy/attenzioni che già adottavamo in azienda fossero già in linea con le logiche di CSR e Sostenibilità. E questo mi fa ben sperare in un percorso virtuoso e meno traumatico anche per le aziende di dimensioni più piccole, che molto spesso, grazie alla gestione familiare con la relativa creazione di forti rapporti interpersonali in azienda, all’’attenzione estrema alle persone e a tutti gli stakeholder che le circondano e al legame stretto con il territorio in cui hanno le loro radici, posseggono già una solida base per intraprendere strategie di sostenibilità”. Zamò ha infine rimarcato quanto sia complessa la sfida verso la transizione ecologica e lo sviluppo sostenibile, ma “è una sfida che non possiamo perdere, è una sfida che va affrontata in modo consapevole e strutturato, in sinergia con le istituzioni pubbliche e finanziarie”.

Nel trarre le conclusioni del convegno, anche Gino Colla, presidente del Collegio revisori di Confindustria Udine, ha convenuto sul fatto che “oggi c’è una spinta sempre più potente affinchè le aziende, anche piccole e medie, sviluppino e implementino programmi di ESG, dal momento che è quello che viene richiesto non solo dalle varie filiere dei clienti e dei fornitori, ma anche dalle banche stesse. A tale riguardo va sottolineato che gli istituti bancari, per i soggetti più virtuosi in questo ambito, attribuiranno un rating migliore, che si traduce in un più basso costo del denaro prestato. In sintesi, la banca è tutti gli effetti uno degli stakeholder che favoriranno in capo alle imprese un sempre maggiore occhio di attenzione alle tematiche ESG”.

 

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