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La certificazione della parità di genere? Una questione di cultura, da diffondere a ogni costo. Lo ha sottolineato Laura Baldi durante i lavori mensili del Comitato Impresa Donna presieduto da Valentina Picca Bianchi, costituito al Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Oltre a Baldi presidente di Conflavoro Impresa Donna, per l’associazione ha partecipato Irene Botta responsabile nazionale delle Relazioni istituzionali.

All’ordine del giorno del confronto di mercoledì 17 luglio, in primis, una valutazione dei contributi giunti in tema di maternità e imprenditoria (leggi qui le nostre proposte) oltre all’introduzione dei prossimi temi che saranno oggetto di approfondimento e proposte concrete. Su tutto, la questione purtroppo irrisolta della violenza di genere e, appunto, l’opportunità, per le aziende, consistente proprio nella certificazione della parità, su cui Conflavoro Impresa Donna ha tenuto un evento negli scorsi mesi a Firenze (qui le foto).

L’importanza della certificazione della parità di genere

E proprio sul tema della certificazione, la presidente Laura Baldi è intervenuta portando la propria esperienza, riscuotendo molta attenzione da parte del Comitato del Mimit. “La certificazione della parità di genere è uno strumento troppo importante per un obiettivo che lo è ancora di più: portare nelle micro, piccole e medie imprese quella visione e cultura già chiara alle grandi imprese strutturate”.

Micro PMI in prima fila per il cambiamento

“Le micro PMI italiane – ricorda Baldi – sono 4,5 milioni e rendere accessibile lo strumento della certificazione significa accelerare esponenzialmente il loro percorso di riflessione per il superamento del gender pay gap. Significa maggiore accessibilità e inclusività delle donne nel mondo del lavoro, significa il miglioramento del benessere aziendale. Sono entusiasta del lavoro che Unioncamere e il Dipartimento Pari Opportunità stanno portando avanti attraverso le risorse del PNRR, ma serve qualcosa in più che noi siamo pronte a suggerire con una nostra proposta”.

“L’obiettivo è arrivare ad armonizzare lo strumento della certificazione con gli altri strumenti già consolidati in Italia, favorendo l’avvicinamento soprattutto delle micro PMI proprio perché le grandi realtà già adottano maggiormente azioni in tal senso. Gli strumenti di cui parlo sono, ad esempio, quelli messi in atto per la cultura della sicurezza. Un esempio non a caso perché il tema era, e purtroppo è ancora, una sfida enorme per il Paese e l’urgenza della parità di genere non è da meno. Il Comitato Impresa Donna può davvero fornire un contributo decisivo – evidenza in conclusione Laura Baldi – ed è per questo che ci tengo a ringraziare nuovamente la presidente Valentina Picca Bianchi per aver creato un ambiente di confronto così solido e proficuo”.



 

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