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Cosa succede alla morte del garante? Il debito passa agli eredi? E se l’erede era il debitore principale?

Come noto, quando una persona muore, i suoi debiti passano agli eredi nel momento stesso in cui formalizzano l’accettazione dell’eredità. Essi quindi rispondono di tutte le obbligazioni lasciante pendenti dal defunto.

Ci si chiede spesso se ciò valga anche per le semplici garanzie, ossia per un eventuale contratto di fideiussione. Poniamo, ad esempio, il caso di un padre che abbia fatto da garante al figlio per l’acquisto della prima casa di quest’ultimo. Morendo il genitore, la fideiussione passa in capo ai suoi eredi?

Cerchiamo di comprendere come funziona la

fideiussione con la successione, quali sono cioè le responsabilità e gli obblighi degli eredi. Ne parleremo qui di seguito per comprendere, in modo pratico e semplice, cosa può fare la banca se non recupera i soldi del prestito e quali possono essere le tutele per gli eredi del fideiussore. Ma procediamo con ordine.

Come funziona la fideiussione?

La fideiussione è un contratto con il quale un soggetto (il fideiussore) garantisce l’adempimento di un’obbligazione altrui, impegnandosi personalmente verso il creditore qualora il debitore non adempia. Facciamo un esempio pratico.

Luca ha bisogno di un prestito sicché si rivolge a una banca. Quest’ultima gli eroga il finanziamento in cambio di una garanzia: il padre di Luca deve impegnarsi a pagare il debito qualora quest’ultimo non lo faccia. Il padre è dunque fideiussore di Luca nei confronti della banca. Il creditore potrà rivolgersi al fideiussore solo dopo aver tentato di ottenere l’adempimento nei confronti del debitore principale.

La fideiussione è dunque un contratto in forza del quale un soggetto (il cosiddetto fideiussore o garante) si obbliga, nei confronti di un altro (il creditore), a pagare una somma qualora un terzo soggetto (il garantito) non dovesse adempiere alla propria obbligazione nei confronti del creditore.

Cosa succede in caso di morte del fideiussore?

Al contrario di quanto spesso si crede, la morte del garante (il cosiddetto fideiussore) non determina la cessazione del contratto. Il creditore (di norma la banca) mantiene quindi intatta la sua garanzia. Cosa significa nella pratica? Che col decesso del fideiussore, gli eredi subentrano nel contratto, nella stessa posizione del defunto. Essi quindi non possono recedere dal rapporto di garanzia se non nei modi e nelle forme in cui il diritto di recesso poteva essere esercitato dal defunto.

Essi sono perciò obbligati ad adempiere all’obbligazione fideiussoria proporzionalmente alle rispettive quote ereditarie (Cass. 13 aprile 2000 n. 4801). Quindi, se il debitore non dovesse adempiere alla propria obbligazione, il creditore potrà rivalersi contro gli eredi del fideiussore defunto, ma pur sempre nei limiti della quota di eredità a ciascuno di essi spettante. Un esempio chiarirà meglio la questione.

Mattia è fideiussore di Giuseppe per l’acquisto di un immobile da parte di quest’ultimo, acquisto finanziato dalla banca per un importo di 100.000 euro. Mattia muore e lascia come eredi la moglie Gervasa (al 25%), la figlia Domenica (al 50%) e il nipote Alessandro (al 25%). Giuseppe smette di pagare le rate del mutuo, sicché la banca potrà chiedere a Gervasa solo il 25% di 100mila euro (ossia 25mila euro), a Domenica solo la metà (ossia 50mila euro) e ad Alessandro l’altro 25% (25mila euro).

Ma che succede se il debitore contrae dei debiti dopo la morte del fideiussore, coperti anch’essi dall’originario contratto? Pure di questi saranno responsabili gli eredi che hanno accettato l’eredità.

Come fanno a tutelarsi gli eredi dalla fideiussione?

Gli eredi non possono recedere dall’originario contratto di fideiussione che aveva stipulato il defunto. Lo potrebbero fare solo con il consenso del creditore. Dunque, come possono tutelarsi? Essi possono limitare il rischio di rispondere dell’obbligazione del debitore principale, in caso di suo inadempimento, solo attraverso l’

accettazione dell’eredità con beneficio di inventario. In tal modo, il creditore potrà sì rivalersi contro gli eredi del defunto ma entro i limiti del valore dei beni da questi ricevuti con la successione. La banca quindi potrà pignorare solo quanto dagli eredi ottenuto con l’eredità stessa e non anche i beni personali di cui prima erano titolari (Cass. 10 novembre 1993 n. 11084, Trib. Bari 25 settembre 2015).

Quando cessa la fideiussione?

L’estinzione della fideiussione si ha quando il debitore principale paga integralmente il suo debito.

Non c’è estinzione invece nel caso di morte del debitore principale poiché l’obbligazione ricade sui suoi eredi.

Allo stesso modo, come visto sopra, non c’è estinzione neanche in caso di morte del fideiussore poiché l’obbligo di garanzia ricade sui suoi eredi.

La fideiussione cessa anche quando il debitore principale riesce a trovare un accordo transattivo con il creditore in forza del quale questi rinuncia al suo credito in cambio di un pagamento ridotto (cosiddetto

saldo e stralcio).

Che succede se il debitore è erede del fideiussore?

Un’altra tipica ipotesi di estinzione della fideiussione è quando il debitore principale è erede del fideiussore.

Poniamo il caso di Matteo che faccia da garante alla figlia Sabrina. Matteo muore e Sabrina è sua erede universale, non avendo Matteo altri figli ed essendo rimasto vedovo già da tempo. A questo punto, Sabrina dovrebbe ereditare la fideiussione, ma essendo essa stessa il debitore principale, non si avrà alcun mutamento nella sua posizione. Sabrina infatti rimarrà obbligata nei confronti della banca come lo era prima del decesso del padre.

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