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Lo sfondo è rimasto lo stesso degli anni passati, quella città plurimillenaria che è possibile scoprire attraverso le epoche che l’hanno attraversata: Narni. Il festival invece è ormai arrivato alla nona edizione, ed ogni anno cambia le carte in gioco, si interroga sempre su problemi diversi andando a ricercare l’attualità dei problemi della nostra società. Perché si, le cose cambiano, le persone cambiano e con loro anche le parole suonate in questi tre giorni, hanno senza alcun dubbio smosso e toccato gli oratori, uditori e ospiti. Ci sono stati oltre 200 relatori e più di 60 panel distribuiti in varie locations: dal teatro main stage, per passare al cinema, al San Domenico, alla Casa del Popolo e alla A. S. P. Beata Lucia. Un festival che negli ultimi anni ha cambiato il passo e dal mondo accademico si è aperto alla società civile, che ha visto come ospiti non solo sociologi e sociologhe, ma anche altre importanti figure come giornalisti, artisti, musicisti, scrittori e critici cinematografici che hanno mostrato di avere a cuore, nella loro quotidianità, la lotta alle ingiustizie. L’insieme del programma creativo coinvolge una rete di quasi 30 partner tra cui la Regione Umbria, il Comune di Narni, l’Università degli Studi di Perugia – Dipartimento FISSUF, l’AIS – Associazione Italiana di Sociologia, Legacoop Umbria, Cespis, Associazione Achille Ardigò, Generali Italia e Confapi Terni.

Le novità di questa edizione

La novità che ha apportato questa edizione alla nostra realtà è senza dubbio la ricerca delle connessioni umane e di un sistema che sta cercando di recuperare ai suoi limiti e disuguaglianze. Il mondo con tutta la sua unicità, detiene ancora ad oggi, troppe ed indiscusse disparità di possibilità che sotto la crosta dei media, delle furbizie paesane, dell’immobilità culturale, in ambito sociale si nascondono. Personaggi unici come Domenico Iannacone, ci hanno affascinato e toccato con delle storie, ed inchieste crude, che riversano sulla realtà un’incredibile verità di sofferenze. Coloro che sono lasciati ai margini, senza possibilità di redenzione, senza possibilità di lavoro perché: “non sanno cercarlo” e non perché non vogliono. Affezionati alla loro terra, Iannacone ci ha raccontato le storie di persone che cercano di emergere dalla loro condizione, per ridurre le distanze. La sociologia in questi giorni si è lasciata contaminare guidando il confronto tra i vari ambiti della società. Le illuminanti Lectio Magistralis di Fabrizio Fornari e Gabriella Paolucci, hanno indagato rispettivamente “L’incorporazione delle disuguaglianze di Pierre Bourdieu” e “Le figure della disuguaglianza nell’età della tecnica”. Nell’intervento, denso di contenuti, il Prof. Fabrizio Fornari, ci ha parlato delle varie disuguaglianze nei differenti aspetti della società, toccando diverse epoche storiche dal mondo greco ai giorni nostri. Sguardi e contrapposizioni evolutive nell’estroflessione temporale dei fenomeni sociali, si sono rivelati spunti di riflessione ben accolti dal pubblico, che ha partecipato alla discussione in sala. Il concetto di uguaglianza non è riuscito ancora a manifestarsi nell’operato dei due emisferi mondiali, occidente ed oriente, i due accomunati dallo stesso obiettivo di sviluppo dell’umanità ma non garantendo una crescita egualitaria dei diritti. Il corpo, invece, secondo Paolucci: “occupa una centralità assoluta nella società di ieri, di oggi, e di domani, ed ha una funzione fondamentale nell’esercizio del dominio; essere nel mondo è come possedere il mondo sociale stesso, ed il corpo è investito in questo rapporto. Quest’ultimo ha tutt’altro che un’attitudine naturalistica anzi Bourdieu rifiuta l’idea che un soggetto preesiste all’esercizio del dominio. Ognuno di noi è un corpo socializzato che agisce nelle pratiche attraverso meccanismi apprenditivi dell’esperienza sociale”. Un viaggio esperenziale, in questi tre giorni dove tante anime del mondo universitario hanno contribuito allo sviluppo delle discussioni proposte nei panel programmati.

Le disuguaglianze

Un viaggio, questo della tre giorni, attraverso Disuguaglianze sociali, socio economiche, territoriali, al centro dell’etica collettiva, per mettere in discussione tutte quelle abitudini mentali e culturali che nelle persone, nelle istituzioni e nella politica generano conflitti, violenze, razzismi, oppressioni, guerre, ma anche le ingiustizie dei detenuti che nelle carceri italiane subiscono ogni giorno.

Come è emerso nel panel: ” Crimine e Società. I circuiti penali creano disuguaglianze?” dove si è posto l’accento sulla prevenzione “se ci fossero più percorsi preventivi, ci sarebbero meno detenuti”. La Sociologia cerca di far luce sulle dinamiche ingiuste, discutendone, raccontandole ed analizzandole. Nel panel “Disuguaglianze e futuro” dove Francesco Antonelli dell’AIS , Simone Gamberini Presidente Legacoop e Maria Cristina Marchetti Università Sapienza di Roma, hanno dialogato insieme il Presidente Gamberini ha evidenziato come “ La forma di impresa cooperativa può agevolare il superamento delle disuguaglianze in campo economico. Questo modello avendo una proprietà diffusa e ridistribuendo gli utili ha l’obiettivo di includere perché mette al centro le persone, e non il profitto”. A dare poi una sua visione delle disuguaglianze ci ha pensato il giornalista Marco Damilano, insieme ad Anna Loretoni e Tito Marci, che hanno esplorato l’importanza delle somiglianze tra la sociologia ed il giornalismo. Due mondi che seppur possano sembrare distanti sono potenzialmente vicini e collaborativi l’un l’altro. “Prima la disuguaglianza – aggiunge Damilano – era legata ad un aspetto prevalentemente economico. Oggi ci sono disuguaglianze di genere, generazionali, territoriali, che senza una risposta politica rischiano di far perdere ragion d’essere alle nostre democrazie”.

Un festival sapientemente orchestrato dalla Prof.ssa Sabina Curti, direttrice Scientifica, che ha avuto il sostegno dell’associazione festival della sociologia, Stefano Brancorsini Direttore del Polo Scientifico Didattico di Terni, Danilo Valenti Presidente Legacoop Umbria, Luigi

Carlini Presidente Carit, Francesco Antonelli dell’AIS, Felice Ferlizzi Presidente CESPIS, Mauro Moruzzi Associazione Achille Ardigò, Paolo De Nardis Presidente Istituto Studi Politici San Pio V e Lorenzo Lucarelli Sindaco del Comune di Narni che ha dichiarato: “anche la nona è stata un’edizione di grande successo, come sempre una grande opportunità di incontro, di riflessione, per affrontare tante sfide della contemporaneità. Ritengo che la sociologia, soprattutto in un momento come questo, di indebolimento della società civile e dei suoi va-lori, può dare un contributo importante e degli spunti interessanti anche per chi non ha ruoli accademici come le classi dirigenti e la politica. Per Narni è un momento di promozione della città, e del nostro territorio, diamo appuntamento a tutti alla prossima edizione che sarà la X”.

Anche Nello Trocchia penna del quotidiano Domani, ha raccontato delle sue inchieste cercando di portare alla luce ciò che vuole rimanere nell’ombra. Un monologo per manifestare una posizione contro le ingiustizie soprattutto perpetrate dalle mafie, in qualsiasi parte del mondo esse siano. “Solo parlando, dialogando tra noi, di questa oscurità possiamo portare alla luce questi fenomeni che invece vogliono mantenerci nell’oscurità”. La storia di Ernesto contro i Casamonica ha fatto emergere quel desiderio di legalità che, se ricercato, nel lungo periodo porta sempre i suoi frutti.

Ma la vera anima del Festival della Sociologia è rappresentata dai ragazzi dello staff studentesco, che con impegno e passione nella tre giorni supportano la macchina organizzativa. Senza di loro la manifestazione non sarebbe possibile, un impegno cooperativo tra l’Amministrazione Comunale, l’Università e propri studenti. E nella chiusura è stato lanciato anche dalla Direttrice scientifica, Sabina Curti, il tema della X edizione “Sentirsi in Società” che vedrà il mondo della sociologia fare i conti con le nuove forme di estraniazione e alienazione sociale.



 

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