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Stando agli ultimi dati disponibili nel Piano regionale della mobilità, dei trasporti e della logistica del Lazio, nel 2020 le merci nella nostra regione venivano spostate per l’80% su strada. Solo il 4%, invece, tramite treni, quindi su ferro. Un dato nettamente inferiore alla media nazionale del 13%. “Il Lazio è rimasta una delle poche regioni a non aver previsto il ferrobonus” spiega, a RomaToday, Giuseppe Rizzi, direttore generale di Fermerci.

Cosa è il ferrobonus

A livello nazionale esistono già degli incentivi per spingere le aziende a movimentare le loro merci su “ferro”. Le Regioni, poi, integrano questo contributo prevedendo, autonomamente, il ferrobonus, un contributo per abbandonare “la gomma”, quindi i camion, ed affidarsi al trasporto ferroviario.

Lazio senza ferrobonus

“Il Lazio è una delle pochi regioni in Italia a non prevedere questo bonus – spiega Rizzi – parliamo, tra l’altro, di un piccolo incentivo, anche modesto, che serve però per favorire lo shift modale”. Ad esempio, proprio di recente la Lombardia ha stanziato un milione e 424 mila euro in tre anni per il ferrobonus. L’Emilia Romagna, anche, lo prevede da anni e solo per il 2024 aveva stanziato 1 milione di euro. “Il ferrobonus è un piccolo contributo da riconoscere alle imprese per passare dal camion alla rotaia. Certo, ha un costo ma i vantaggi sono enormi” continua Rizzi.

Meno camion sulle strade

I numeri parlano chiaro: “Un treno merci di medie dimensioni vale come 50 camion – sottolinea Rizzi – si riasparmia circa l’80% a livello di costi energetici visto che i treni sono elettrici. Per quanto concerne il rilascio di C02, parliamo di un rapporto di 1 a 9 a favore dei treni. Non è, quindi, una questione solo di sostenibilità ambientale ma anche di forti risparmi. In questo modo, poi, si riducono il traffico e l’incenditalità sulle strade, una voce che ha enormi costi sociali oltre che di vite”.

Con il Lazio “ci sono stati dei timidi approcci per il ferrobonus ma, per ora, nulla si è mosso. È un peccato perché la regione, specialmente nell’Agro pontino e nella zona del frusinate, sposta tantissima merce nel comparto agroalimentare. C’è anche il settore dell’automotive, della componentistica, della chimica e del farmaceutico senza dimenticare il porto di Civitavecchia”.

Anche Puglia e Calabria hanno intanto confermato lo stanziamento, la prima con un milione l’anno e la seconda con 900 mila euro nel triennio. “Tra quelle che mancano, la Regione Abruzzo ci sta ragionando seriamente ed anche la Campania ci sta lavorando. All’appello manca solo il Lazio” evidenzia ancora Rizzi. E per partire ”basterebbero” anche “200-300 mila euro l’anno. Parliamo di incentivi che, negli anni, si recuperano grazie ai benefici di un maggiore utilizzo dei treni merci al posto dei camion”.

Fonte www.romatoday.it

 

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