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La Settimana per la prevenzione dell’Obesità e per un corretto stile di vita (Obesity Week) è arrivata alla XVII edizione, a ulteriore conferma che il problema obesità, per l’aspetto sia sanitario sia economico-sociale, non solo non si ridimensiona, ma tende ad aggravarsi. Così Leone Arsenio alla presentazione di Obesity Week tenutasi in Sala Consiglio dell’Ospedale Maggiore di Parma alla presenza della direzione aziendale.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato l’allarme “Globesità” per i tassi vertiginosi di crescita del problema: le proiezioni stimano una diffusione che raggiungerà il 70% della popolazione entro il 2030, per cui l’obesità è stata definita il problema sanitario numero 1.

Nel 2022 il Rapporto europeo sull’obesità regionale dell’OMS ha rivelato che siamo lontani dal raggiungere l’obiettivo prefissato di fermare il costante incremento di peso entro il 2025. In Italia, secondo l’appello firmato dai Presidenti dell’Intergruppo parlamentare Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili, il quadro è allarmante: 6 milioni di cittadini soffrono di obesità e oltre 23 milioni di persone sono in eccesso di peso, potenziali futuri pazienti. Inoltre, l’Italia svetta tristemente nelle classifiche sull’obesità infantile con la percentuale più elevata, pari al 42%, di bambini in sovrappeso o con obesità nella fascia di età 5-9 anni. Inoltre una larga quota di italiani non riconosce di avere un problema di peso: l’11,1% degli adulti con obesità e il 54,6% degli adulti in sovrappeso ritiene di essere normopeso e ben il 40,3% dei genitori di bambini in sovrappeso o obesi considera i propri figli sotto-normo peso.

L’obesità apre la strada alle malattie non trasmissibili (diabete di tipo 2, ipertensione, cancro, malattie cardiovascolari, epatiche e renali) e genera anche un importante impatto negativo sull’economia globale: la World Obesity Federation prevede che l’impatto economico globale del sovrappeso e dell’obesità raggiungerà i 4,32 trilioni di dollari all’anno entro il 2035 se le misure di prevenzione e trattamento non miglioreranno. I diabetici hanno spese mediche 2,6 volte maggiori dei non-diabetici e il maggior contributo dei costi indiretti sono dovuti a disabilità (28.3 miliardi), lavoro (35.8 miliardi), e bassa produttività legata a 338.526 morti premature (32.4 miliardi). Nella Regione europea dell’OMS, quasi 62 milioni di persone convivono con il diabete.

Gli interventi per combattere questa pandemia sono molteplici e spaziano dalla sanità, le scuole, l’economia e il sociale: i pilastri chiave migliorare l’alimentazione e l’attività fisica lungo tutto il corso della vita, comprese per le donne le fasi pregravidanza e della gravidanza, impegno per la promozione dell’allattamento al seno; restrizioni alla commercializzazione di alimenti ipercalorici e malsani ai bambini; miglioramento dell’accesso ai servizi di gestione dell’obesità e del sovrappeso nell’assistenza sanitaria di base e interventi sul luogo di lavoro e a scuola per l’attività fisica.

Un apprezzamento all’impegno degli attori della Obesity Week è arrivato dalla direzione del Maggiore a nome della dottoressa Maria Teresa Luisi che ha ringraziato i promotori di questa iniziativa a cominciare da Leone Arsenio per l’impegno costante a diffondere la cultura per indurre un rapporto consapevole con il cibo e con tutto ciò che ci dà benessere.

Durante la conferenza stampa Leone Arsenio, promotore della manifestazione, era affiancato da alcuni dei protagonisti della XVII edizione come Enzo Molina presidente di LILT, Antonio Bonetti Delegato CONI-Parma, Gian Paolo Ceda per l’Ordine dei medici.

Per tutto questo è stata organizzata la XVII edizione dell’Obesity Week che si svolgerà a Parma dall’1 al 31 ottobre.

 

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