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  • Con la manovra 2025 si prevedono alcuni interventi a favore dei giovani under 35 per favorire l’accesso alla pensione in futuro, messa a rischio sia dall’invecchiamento della popolazione, sia dall’instabilità dei contratti di lavoro.
  • Secondo le prime ipotesi, il TFR potrebbe essere destinato in un Fondo Pensione in modo automatico almeno per il 25%, salvo dichiarazioni differenti dei lavoratori interessati.
  • L’obiettivo è quello di inserire nella manovra alcuni interventi ad hoc per potenziare le possibilità di accesso alla pensione in futuro per i giovani, che attualmente vedono come prospettiva probabile l’uscita dal lavoro non prima dei 71 anni di età.

Per i giovani lavoratori italiani la pensione è una prospettiva sempre più lontana: secondo i dati più recenti OCSE infatti, chi oggi ha meno di 35 anni di età potrà uscire dal lavoro non prima di averne compiuti 71, nel nostro paese. Una situazione aggravata dal calo demografico considerevole che sta coinvolgendo l’Italia, ma anche altri paesi europei.

Nell’ottica di migliorare la situazione, il governo sta ipotizzando alcuni interventi specifici da inserire nella Legge di Bilancio 2025, tra cui la possibilità di convogliare il TFR in modo automatico ad un apposito Fondo Pensione. Vediamo quali sono le prospettive e in quale misura verranno applicate.

Giovani e pensione: accesso a 71 anni di età

Prima di vedere da vicino quali sono le proposte in campo, è necessario fare chiarezza sulle possibilità di accesso alla pensione per i lavoratori italiani ipotizzate per chi ha oggi meno di 35 anni di età. Il recente report pubblicato dall’OCSE “Pensions at a Glance 20231” ha evidenziato una forte criticità nell’accesso futuro alla pensione per i giovani di tutta Europa, mostrando come l’Italia sia uno dei paesi in cui la situazione è più critica.

I giovani italiani potranno accedere alla pensione a 71 anni di età, record superato solo dall’Estonia e dalla Danimarca. Questi numeri sono di molto superiori rispetto alle prospettive di chi attualmente sta entrando in pensione, all’età media di 67 anni.

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Le cause di questo scenario sono molteplici, tra cui l’instabilità lavorativa che coinvolge le giovani generazioni, che ha come conseguenza un mancato versamento dei contributi in modo regolare nel tempo. Ma anche i cambiamenti demografici incidono su questi numeri, soprattutto in Regioni in cui il numero di pensionati ha superato il numero di lavoratori, andando a compromettere la stabilità dell’intero sistema previdenziale.

Un intervento si mostra quindi come necessario per consentire ai giovani un accesso più semplificato alla pensione in un futuro, per cui i governi (non solo in Italia, ma anche in altri paesi europei) stanno intervenendo con diverse misure, soprattutto a supporto delle famiglie per contrastare la denatalità.

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Pensioni e TFR: ipotesi con la manovra 2025

All’interno della Legge di Bilancio 2025 saranno inseriti alcuni interventi a favore dei giovani per l’accesso alla pensione, in particolare per ciò che riguarda l’accumulo dei contributi per sostenere tali erogazioni.

Si punta quindi ad accantonare il TFR dei lavoratori, ovvero il Trattamento di Fine Rapporto cumulato periodicamente dai dipendenti, all’interno di un apposito Fondo Pensione. Dal 2025 quindi chi viene assunto vedrà il proprio TFR destinato ad essere messo da parte a favore della propria pensione, alla previdenza complementare.

Secondo le prime ipotesi però questo contributo accantonato arriverebbe ad un massimo del 25% del totale del TFR e verrebbe così disposto solamente se il lavoratore non richieda di agire su di esso in altro modo. Secondo una regola di silenzio assenso, chi non indicherà una destinazione di tale quota, la vedrà accreditata al Fondo Pensione specifico.

Questo accadrà anche ai lavoratori già assunti, dopo che saranno trascorsi sei mesi senza alcuna comunicazione di procedere diversamente. Al momento il TFR si può mantenere in azienda oppure destinare ad un Fondo su richiesta del dipendente, mentre nel 2025, se questa ipotesi verrà confermata, questo avverrà in automatico.

L’obiettivo di una mossa di questo tipo è quello di accantonare delle quote valide per la propria pensione, anche se per il momento la percentuale del TFR coinvolto sarebbe solo di un quarto del totale.

Qual è il Fondo Pensione a cui destinare il TFR

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Se il lavoratore non esprimerà scelte diverse, il Trattamento di Fine Rapporto verrà destinato alla forma pensionistica indicata dallo specifico CCNL a cui appartiene oppure a quello previsto da precisi accordi aziendali.

In assenza di indicazioni o accordo specifico, verrà indirizzato al Fondo Pensione a cui la maggior parte dei lavoratori prende parte. In alternativa potrebbe essere scelta la forma pensionistica complementare del Fondo COMETA, dedicato ai lavoratori dell’industria metalmeccanica.

Giovani e Quota 84

Un altro intervento al vaglio è quello che prevede una misura di prepensionamento valida per accorciare l’età necessaria per accedere alla pensione per tutti i giovani che oggi hanno meno di 35 anni. Si tratta di Quota 84, una misura con cui sarà possibile uscire dal lavoro con 64 anni di età e almeno 20 anni di contributi versati.

Si ipotizza di ampliare le possibilità di accesso a questa soluzione, garantendo un calcolo contributivo piò vantaggioso anche per chi ha carriere discontinue e quindi si trova con periodi di versamento contributivo frammentati nel corso degli anni.

Uno dei problemi che coinvolgono la previdenza attuale infatti è proprio la difficoltà dei giovani di inserirsi nel mercato del lavoro con contratti stabili e duraturi nel tempo, che potrebbe causare l’impossibilità di accedere alla pensione in futuro.

Sulla possibilità di allargare la platea di beneficiari tuttavia incide anche il problema delle risorse: il governo deve infatti intervenire mettendo in campo diversi fondi, che servano anche a realizzare il taglio delle imposte prefissato per il 2025. Per il momento quindi non vi è ancora nulla di definitivo, per cui bisogna attendere le prime bozze della prossima Legge di Bilancio.

 

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