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(Dis)servizi rifiuti, cittadini non coperti da Codice del consumo

Milano, 23 settembre 2024 – 10:31

Rifiuti (Giurisprudenza)

(Francesco Petrucci)

Parole chiave Parole chiave:

Rifiuti |

Tassa / Tariffa |

Servizi pubblici locali |

Rifiuti urbani

Sulle controversie relative alla tassa per il servizio rifiuti cittadini e imprese non sono tutelati dal Codice del consumo e l’Autorità antitrust non può sanzionare comportamenti commercialmente scorretti.

 

Il Consiglio di Stato con la sentenza 11 settembre 2024, n. 7525 ha annullato un provvedimento sanzionatorio dell’Autorità garante per la concorrenza e il mercato inflitto ad una società pubblica di riscossione della tariffa integrata ambientale (Tia) accusata di pratica commerciale scorretta nei confronti dei cittadini ai sensi degli articoli 20, 24 e 25 del Dlgs 206/2005 (Codice del consumo).

 

La tutela di imprese e cittadini quali “consumatori” disciplinata dal Codice del consumo e quindi la possibilità di chiedere un intervento della Autorità antitrust riguarda solo i “rapporti di consumo” tra professionista e consumatore, nell’ambito di contratti di vendita. La Giurisprudenza è concorde nel definire “professionista” la società pubblica che gestisce il servizio rifiuti e riscuote quanto dovuto dal cittadino in quanto esercita una attività economica. Ma la relazione che ha con l’utenza non è un “rapporto di consumo” dove ad una prestazione (il servizio rifiuti) corrisponde una controprestazione (versamento di un prezzo).

 

La tariffa integrata ambientale (Tia) di cui all’articolo 49 del Dlgs 22/1997 vigente a suo tempo, sebbene sia stata chiamata “tariffa” dal Legislatore, non era il prezzo pagato per un servizio ma un tributo, analogamente all’attuale tassa rifiuti (Tari). Manca qualsiasi rapporto a prestazioni corrispettive caratteristiche di un “contratto di vendita”. Pertanto l’impresa o il cittadino per fare valere le loro ragioni si possono rivolgere al giudice tributario o al Garante del contribuente ma non alla Autorità antitrust.

documenti di riferimento

Sentenza Consiglio di Stato 11 settembre 2024, n. 7525

Rifiuti – Servizio di gestione integrata dei rifiuti – Finanziamento – Tariffa integrata ambientale (Tia) ex articolo 49, Dlgs 22/1997 (N.d.R.: ora tassa rifiuti, Tari ex articolo 1, comma 641, legge 147/2013) – Natura tributaria – Sussistenza – Società pubblica che eroga il servizio e riscuote la Tia – Controversie con i soggetti al pagamento – Pratica commerciale scorretta ai sensi dell’articolo 20 del Dlgs 206/2005 (Codice del consumo) e applicazione di una sanzione da parte dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato – Illegittimità – Sussistenza – Ragioni – Assenza di un “rapporto a prestazioni corrispettive” tra la società pubblica che eroga il servizio e i cittadini caratteristica di un contratto di vendita – Natura tributaria della Tia – Esclusione del destinatario del tributo dalla nozione di “consumatore” ai sensi dell’articolo 18 del Dlgs 206/2005 – Sussistenza

Tassa & Tariffa rifiuti, evoluzione e stato dell’arte delle discipline di riferimento

Il finanziamento della gestione dei rifiuti urbani risponde al principio europeo del “chi inquina paga”. A livello normativo, gli strumenti utilizzati per reperire da cittadini e imprese interessate le risorse economiche a tal fine destinate prevedono uno spostamento dal metodo della tassa a quello della tariffa. Nel Dossier, l’analisi della vigente disciplina nazionale, con uno sguardo alla pregressa. Il lavoro è aggiornato alle ultime indicazioni dell’Agenzia delle entrate di settembre 2024 sul trattamento fiscale della Tari corrispettiva, il prezzo pagato dagli utenti per il servizio rifiuti

Legge 27 dicembre 2013, n. 147

Legge di stabilità 2014 – Stralcio – Misure in materia di bonifiche, tassa sui rifiuti (Tari), servizi locali, energia, efficienza energetica in edilizia e appalti

 

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