I CONSIGLI
Tre cercatori di funghi morti nel Teramano in pochi giorni, numeri da strage. «La montagna è pericolosa, mai sottovalutarla e improvvisare»: spiega Daniele Perilli, presidente del Soccorso alpino e speleologico abruzzese. Lo fa al termine di una giornata di fatica e di lutti, che ha visto la sua squadra partecipare a uno dei vani tentativi di salvataggio. Due fungaioli ultraottantenni sono morti tra i boschi, a pochi chilometri l’uno dall’altro: il corropolese Giuseppe Di Luca è morto al Ceppo di Rocca Santa Maria, mentre il tortoretano Aldino Ruggieri a Fossa Viola, località di Valle Castellana. Solo pochi giorni fa il ritrovamento, questo a Prato Selva, del corpo senza vita di un altro cercatore di funghi teramano, Berardino Velii, 74 anni.
Perilli non nasconde la tristezza: «Ci stiamo abituando a vedere troppi morti sulle nostre montagne», dice. «In questo periodo il terreno è infido, reso scivoloso dalle piogge e dalle foglie che cominciano a cadere dagli alberi», aggiunge. «Anche un sentiero che sembra facile porta insidie. Prima di partire bisogna essere coscienti che ogni volta che si va in montagna si affronta un rischio: l’informazione, la formazione e l’attrezzatura riducono le possibilità di farsi male, ma non le eliminano del tutto. L’incidente può capitare anche a una persona esperta, ma nove volte su dieci capita a un’escursionista della domenica o a un cercatore di funghi non adeguatamente preparato».
Anche Giorgio D’Egidio, presidente del Club Alpino Italiano di Teramo, offre un contributo da esperto. Lancia una sorta di appello, stilando un vademecum con i consigli utili per chi affronta la montagna. «La prima regola è quella di non andare mai da soli, perché in caso di malore o di incidente è necessario il supporto di una persona che possa chiamare i soccorsi», dice, facendo diretto riferimento alla tragedia di Prato Selva. Poi sulle vicende drammatiche di ieri: «È necessario inoltre compiere una seria autovalutazione: se non si è in forma, se non si è preparati anche dal punto di vista fisico, bisogna lasciar perdere». E ancora: «Un’altra cosa bisogna farla assolutamente prima di partire: guardare il meteo e assicurarsi che non si preveda maltempo. Certo, in montagna può capitare che le condizioni mutino improvvisamente: ecco perché serve attrezzatura adeguata, anche quando si procede su sentieri più semplici. La prima attenzione deve essere rivolta alle scarpe, che devono ridurre la possibilità di scivolare. Poi ai vestiti. Nello zaino bisogna portarsi dietro una giacca per ripararsi dal vento, un cappellino per il sole e guanti per il freddo». Ancora D’Egidio, questa volta parlando direttamente ai cercatori di funghi: «Hanno la tendenza a lasciare i sentieri. Ecco, questo è un errore. Il sentiero garantisce infatti maggiori condizioni di sicurezza, oltre a facilitare l’intervento dei soccorsi in caso di incidenti o malori. E poi uscendo dai percorsi tracciati si rischia di perdere l’orientamento, soprattutto tra gli alberi del bosco».
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