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ROMA. Ci vogliono almeno 2,5 miliardi per abbassare le tasse in modo visibile ai redditi più alti, quelli da 35 a 50 mila euro che non ricevono benefici dal taglio del cuneo fiscale. Il progetto del vice ministro dell’Economia Maurizio Leo, fedelissimo della premier Giorgia Meloni, è impiegare il gettito del concordato biennale a copertura della riduzione delle imposte per la classe media. L’ipotesi a cui lavorano i tecnici, e che potrebbe finire in legge di bilancio, non si basa su un taglio dei contributi previdenziali come per il taglio del cuneo fino a 35 mila euro, ma su un vero e proprio intervento sulle aliquote Irpef. L’idea è quella di sforbiciare il secondo scaglione di uno o due punti percentuali, che oggi tassa i redditi da 28 mila a 50 mila euro del 35%. Lo sconto non sarebbe cumulabile per chi usufruisce del taglio contributivo fino a 35 mila euro.

In questa prima fase il ministro del Tesoro Giancarlo Giorgetti sembra più concentrato sul capitolo del welfare, pensioni e pacchetto famiglia, e soprattutto sulle risorse per rifinanziare il taglio del cuneo, visto che occorrono quasi 11 miliardi.

Si attendono i dati definitivi delle entrate tributarie per capire se ci sarà un tesoretto e di quale entità, però quei soldi andranno a coprire gli aiuti ai redditi bassi. Da questo punto di vista con Leo c’è un accordo sulla ripartizione delle risorse: il gettito del concordato andrà ai redditi più alti, mentre il fondo per il calo della pressione fiscale sarà utilizzato per mantenere le tre aliquote Irpef (altri 4 miliardi di euro).

Il presidente della commissione Finanze della Camera Marco Osnato, esponente di Fratelli d’Italia, tiene a sottolineare che «oltre al taglio del cuneo fiscale fino a 35 mila euro, anche il bonus mamme, il bonus asilo nido, la maxi deduzione per le assunzioni saranno rinnovati per un anno, perché la congiuntura non permette di renderli strutturali, ci sono di mezzo due guerre e le tensioni inflazionistiche. È comunque un grande sforzo sostenere lo sviluppo e le famiglie in un momento così difficile». Inoltre, sottolinea, «la riduzione delle aliquote Irpef per il ceto medio per i redditi fino a 50 mila euro è una delle prospettive che si vuole dare a questa manovra di bilancio dopo aver aiutato le fasce più deboli».

Osnato non nasconde che le coperture siano complicate da trovare e chiama in causa il disboscamento delle tax expenditures: «Ci sono delle risorse che devono essere necessariamente trovate, ma senza tagliare la spesa sanitaria e la spesa sociale. Le agevolazioni valgono più di 100 miliardi di euro, io credo che qualche soldo da lì debba saltar fuori».

Quanto al capitolo previdenza, su cui si registrano visioni diverse all’interno della maggioranza, secondo Osnato è «opportuno discutere e affrontare il tema in modo serio, non so se noi oggi siamo in grado di fare un riforma importante delle pensioni. Certo la legge Fornero non è scolpita su una tavola di pietra, se ci sono le condizioni valuteremo le modifiche».

Tra le norme in preparazione, il presidente della commissione Finanze annuncia un intervento «per facilitare gli investimenti derivanti dalla raccolta della previdenza complementare e immetterli nell’economia reale italiana. Allo stesso modo ci sono 6 mila miliardi fermi sui conti correnti che non trovano sfogo, dobbiamo trovare gli strumenti finanziari per consentire ai cittadini di trarre maggiore profitto, dando nel contempo un volano alla nostra economia».

Intanto si lavora alle modifiche all’assegno unico. La premier Giorgia Meloni ieri ha incontrato il ministro Giorgetti e insieme hanno smentito di voler tagliare il contributo alle famiglie, però sulla norma pende una procedura d’infrazione dell’Europa. Il problema riguarda il requisito della residenza (2 anni anche non continuativi) che per la Commissione discrimina i lavoratori degli altri Paesi Ue. In più bisogna evitare che l’assegno unico non abbia un impatto sull’Isee perché oggi pregiudica le agevolazioni riservate ai nuclei numerosi e a basso reddito. L’assegno nel 2024 vale 20 miliardi di euro e la premier, in un video sui social, assicura di voler dare battaglia a Bruxelles: «Dicono che dovremmo dare l’assegno unico ai migranti, che di fatto vuol dire ucciderlo».

 

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