In queste ultime ore centinaia di aziende dell’Emilia Romagna stanno ricevendo da AgriCat (il Fondo mutualistico nazionale che copre i danni alle produzioni agricole causati da eventi atmosferici di natura catastrofale, ndr) comunicazioni di respingimento delle domande di ristoro per i danni causati dalle gelate 2023. Si tratta di aziende, prevalentemente ortofrutticole, che hanno perso gran parte del proprio raccolto a causa della gelata primaverile che lo scorso anno colpì gran parte della nostra regione.
Insorgono le associazioni di categoria, Confagricoltura e Cia-Agricoltori Italiani, contro una decisione che sta mettendo in difficoltà numerosi agricoltori della provincia ferrarese e non solo.
“Dal 2023 – ricorda il presidente di Confagricoltura Ferrara Francesco Manca – le domande di aiuto per danni provocati da eventi catastrofali vanno inoltrate ad AgriCat, un fondo mutualistico in gran parte finanziato con risorse prelevate dalla Pac, che quindi sono state sottratte alle disponibilità degli agricoltori. I respingimenti riguardano aziende che hanno subito danni ben superiori alle franchigie previste (30%), pertanto non si comprende quali siano le motivazioni che hanno determinato il rigetto. Già da venerdì scorso Confagricoltura si è mossa nei confronti del fondo, e ha provveduto a informare anche la Regione di ciò che sta succedendo. Auspichiamo si tratti di un errore e che AgriCat provveda presto a sanare questa assurda situazione. Le pratiche riguardano aziende reduci da anni di bilanci negativi a causa delle avversità atmosferiche e fitopatie che hanno colpito il nostro territorio dal 2019 in poi. Per queste aziende – conclude il presidente di Confagricoltura Ferrara – che attendono con ansia l’erogazione di questi aiuti, sarebbe una mazzata inaccettabile”.
“Da mesi – interviene il presidente della Sezione Frutticola di Confagricoltura Emilia Romagna e di Confagricoltura Ferrara, Danilo Tamisari – stiamo cercando in tutti i modi di far capire al Ministero dell’Agricoltura che le risorse stanziate per ristorare i danni provocati dalle gelate 2023 (circa mille euro ad ettaro per il frutteto) sono assolutamente inadeguate, che AgriCat dispone di risorse che consentono di aumentare di almeno tre volte tanto tali aiuti senza dover ricorrere ad ulteriori stanziamenti, e in tutta risposta centinaia di aziende vengono informate dal Fondo che non riceveranno alcun rimborso, senza tra l’altro che ne venga chiaramente esplicitata la motivazione. Confagricoltura, con il supporto del Consorzio di Difesa di Bologna e Ferrara, è intervenuta nei confronti di AgriCat per chiedere spiegazioni circa quanto sta accadendo. C’è tempo fino al 3 di ottobre per inoltrare eventuali memorie difensive; se sarà necessario gli uffici di Confagricoltura produrranno tutta la documentazione atta a dimostrare il danno subito, anche se sarebbe un lavoro enorme da svolgere dato l’elevato numero di aziende coinvolte, oltre che inutile, dato che la delimitazione del territorio colpito è stata effettuata già da tempo e non è in discussione. Sembra quasi che sia in atto un accanimento nei confronti del settore agricolo regionale – conclude Tamisari – ciò è inaccettabile e siamo pronti a mettere in atto ogni iniziativa per far valere le nostre ragioni”.
Disappunto anche da Cia-Agricoltori Italiani che sottolinea che “Agricat, pagato dagli agricoltori , doveva essere uno strumento efficace – spiega in una nota la Cia – quando invece una burocrazia di gestione lenta e male organizzata rischia di fare saltare il banco, con l’unico risultato di non girare le risorse alle imprese agricole colpite. Il Fondo nasce con l’obiettivo di ampliare la base delle aziende che ricorrono a strumenti di gestione del rischio e deve essere quindi integrato alle polizze assicurative; ad oggi Agricat è completamente scollegato dall’assicurazione agevolata. Inoltre è inconcepibile che strumenti informatici e procedure inadeguate arrechino enormi danni ai produttori scaricando strumentalmente colpe sui tanti Caa – Centri di assistenza agricola”.
L’erogazione dei contributi tecnicamente è prevista nella primavera dell’anno successivo a quello degli eventi calamitosi, nello specifico, ad esempio, l’erogazione dei contributi per l’anno 2023 sarebbe dovuta avvenire indicativamente tra il mese di marzo-aprile 2024. “Chi ha responsabilità nella gestione di questo fondo, non certo i tecnici che hanno avviato puntualmente le pratiche, – conclude la Cia – prenda coscienza della situazione incresciosa e ne tragga le conseguenze”.
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