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Il problema del superbonus e dei cantieri non finiti è presente più che mai. Secondo quanto fatto sapere dall’Ance, nel corso di un’audizione in video conferenza presso la Commissione Finanze della Camera sul decreto-legge n. 212/2023 e riportando i dati del monitoraggio Enea-Mase, a fronte di circa 10 miliardi di euro di lavori da terminare nei condomini, è possibile stimare in 40.000 il numero di cantieri condominiali incompiuti, per un totale di circa 350.000 famiglie coinvolte e un valore dei contratti pari a 28 miliardi di euro.

L’Ance ha sottolineato il fatto che i lavori avviati rischiano di non essere conclusi e che va ad acuirsi fortemente il rischio di decine di migliaia di contenziosi tra condomini e imprese, rendendo vano lo sforzo compiuto dallo Stato per finanziare un sistema di incentivi volto ad efficientare il patrimonio edilizio esistente. Sotto accusa dunque il decreto Salva-spese, che – secondo l’Associazione nazionale dei costruttori edili – rischia “di produrre solo scheletri urbani con cantieri fermi e tribunali intasati, premiando i furbi che hanno intascato fondi pubblici senza finire i lavori”.

La presidente Federica Brancaccio ha voluto precisare che “è necessario garantire una chiusura ordinata dei cantieri in corso, salvaguardando anche l’obiettivo del miglioramento energetico e sismico dei fabbricati interessati dai lavori”.

Superbonus e cantieri aperti: la richiesta dell’Anche, mini-proroga o Sal straordinario al 29 febbraio 2024

Per poter garantire una chiusura ordinata dei cantieri in corso, l’Ance ha individuato due ipotesi di integrazione delle nuove disposizioni, tra loro alternative, finalizzate ad ottenere:

  • una proroga del superbonus per le spese sostenute sino al 29 febbraio 2024, riconoscendo la stessa percentuale di detrazione riconosciuta al 31 dicembre 2023 (110% o 90%, a seconda della data della delibera assembleare e della presentazione della Cilas) per interventi, sia “trainanti” che “trainati”: effettuati su condomini o su edifici composti da massimo 4 unità e interamente posseduti da una persona fisica; per i quali è stata esercitata l’opzione per la cessione del credito o per lo sconto in fattura; realizzati, al 31 dicembre 2023, per almeno il 60% dell’intervento complessivo;
  • oppure, la possibilità di emissione di un Sal straordinario al 29 febbraio 2024, così da far rientrare nel superbonus al 110% (o al 90%) tutti i lavori realizzati entro tale data e con possibilità di optare per la cessione del credito o per lo sconto in fattura, anche se il Sal non raggiunge le percentuali minime previste dalla norma (30%, 30% e 40%).

Secondo le stime dell’Ance, consentire di chiudere ordinatamente l’esperienza del superbonus, attraverso l’emissione di un Sal straordinario o la concessione una mini-proroga di poche settimane solo ed esclusivamente per concludere i cantieri con un elevato stato di avanzamento, permetterebbe di salvare circa 25.000 cantieri e più di 220.000 famiglie.
 

 

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