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Il decreto Salva-Casa con cui l’Esecutivo ha introdotto varie semplificazioni in materia di abusi e irregolarità edilizie rende anche più semplice l’accesso alle detrazioni fiscali per le ristrutturazioni portate avanti dai condomini. È questo uno degli effetti “nascosti” che risulta da un’attenta analisi del testo normativo del decreto, ormai convertito in legge, e dagli incastri di quest’ultimo con le disposizioni in materia di bonus edilizi.

È la procedura per l’accesso alla detrazione conosciuta come “Bonus Ristrutturazioni”, in particolare, a risultare decisamente snellita dal decreto Salva-Casa, cosicché il beneficio fiscale risulta ad oggi “deregolamentato”, almeno quando a richiederlo sono i condomini. Si tratta del bonus più tradizionale e più longevo di tutti, poiché diversamente dalle altre detrazioni edilizie il Bonus Ristrutturazioni è in vigore senza una data limite, essendo cioè presente nell’ordinamento “a regime”.

Il risparmio fiscale offerto dal Bonus Ristrutturazioni, che scenderà dall’attuale 50% al 36% a partire dal 2025, diventa più “accessibile” per le compagini condominiali grazie a un passaggio del decreto Salva-Casa che individua quali irregolarità edilizie non sono più considerate tali, rientrando nella categoria delle c.d. “tolleranze esecutive”. Queste, già presenti nella normativa edilizia prima dell’emanazione del decreto firmato Lega, sono state ampliate considerevolmente, con l’inserimento tra le irregolarità tollerate della “difforme esecuzione di opere rientranti nella nozione di manutenzione ordinaria”, sebbene unicamente in relazione ai lavori realizzati entro il 24 maggio 2024. Ciò significa, in sintesi, che chi ha previsto di realizzare una lavorazione di manutenzione ordinaria in un modo specifico, e l’ha così comunicata al Comune, per poi realizzarla differentemente, non sta più mettendo in atto un’irregolarità, e non dovrà chiedere alcuna sanatoria né pagare sanzioni.

Tale nuovo meccanismo si sposa perfettamente proprio con il Bonus Ristrutturazioni, che per quanto si applichi in generale ai lavori costituenti manutenzione straordinaria, può essere attivato anche per interventi di manutenzione ordinaria, ma solo nelle parti comuni degli edifici condominiali. Sono proprio i condomini, tra l’altro, ad avere maggiori difficoltà pratiche ad accedere a tale bonus, poiché la fase di progettazione risulta particolarmente delicata, e non solo perché deve convincere l’intera compagine. Infatti, approvare un progetto “in fretta”, come spesso serve quando ci sono in gioco i bonus edilizi, può comportare la necessità, in fase di esecuzione degli interventi, di discostarsi dallo stesso, cosa che – almeno prima del Salva-Casa – potrebbe portare anche a contestazioni fiscali relative all’indebita percezione del beneficio fiscale. Una regola generale della disciplina delle detrazioni fiscali in edilizia, infatti, prevede che queste non spettano se vengono realizzate opere difformi dal titolo abilitativo dei lavori.

Ebbene, date le nuove e più ampie tolleranze introdotte dal decreto Salva-Casa, ogni qual volta si esegue un lavoro di manutenzione ordinaria in maniera diversa da quella progettata, non si verifica nessuna vera e propria difformità rilevante per la normativa edilizia, purché il discostamento sia avvenuto entro il 24 maggio 2024. Di conseguenza, le assemblee condominiali che hanno presentato progetti di manutenzione ordinaria delle parti comuni agevolabili con Bonus Ristrutturazioni “incerti”, non dovranno preoccuparsi di rispettare in tutto e per tutto i titoli abilitativi dei lavori di cui sono muniti, e saranno salvi da sanzioni e persino da eventuali recuperi fiscali, anche nel caso in cui in corso d’opera abbiano scelto di realizzare le opere in maniera differente.

 

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