Per rinnovare il sistema dell’esecuzione penale, in modo da coniugare la certezza della pena con l’efficacia dei percorsi di reinserimento sociale dei detenuti, il piano strategico del Ministero prevede un finanziamento aggiuntivo di 10,5 milioni di euro che, con i 4,4 precedentemente deliberati, porta a 14,9 milioni il totale dell’investimento del Governo Meloni.
Nuove risorse che vanno a sommarsi anche ai 9,5 mln per i compensi degli psicologi, 1 per i mediatori culturali, 7 milioni per la presa in carico ed il reinserimento sociale dei detenuti che hanno requisiti giuridici per l’accesso alle misure alternative alla detenzione, ma non sono nelle condizioni socio economiche per avere un domicilio idoneo e quanto necessario per il sostentamento, 5 milioni di euro per incrementare i posti disponibili nelle strutture residenziali per la riabilitazione dei detenuti tossicodipendenti, entrambe misure previste nel DL n. 92/24 in corso di conversione in legge.
Ancora, 9 milioni di euro per rafforzare le opportunità di formazione professionale e di lavoro per i detenuti, con un aumento del budget di un milione per la formazione e di 8 milioni per il lavoro, in tal modo raddoppiando il budget di bilancio previsto per la formazione, che passa da 1.066.151 ad 2.066.151 di euro; aumentato di 8 milioni il previsto budget di bilancio di euro 128 milioni per la retribuzione del lavoro intramurale dei detenuti; stanziati 19 milioni di euro per gli sgravi fiscali e le agevolazioni alle imprese per incrementare il lavoro all’esterno; 270 milioni di euro coofinanziati dall’Unione Europea per l’inclusione socio-lavorativa delle persone in esecuzione penale. Intendiamo così dare attuazione ad un nuovo modello di esecuzione penale, da realizzare in sinergia con gli enti territoriali, con il terzo settore e la società civile, tutti necessariamente coinvolti nei processi di inclusione sociale anche per rafforzare la sicurezza collettiva.
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