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a cura di Usb Taranto – Quello di ieri, nell’ambito della decima Festa dell’Unione sindacale di base, è stato un confronto interessante sul futuro e sulle prospettive dello stabilimento siderurgico, oltreché un esempio di valido e costruttivo dialogo tra autorevoli rappresentanti istituzionali con una provenienza politica decisamente diversa.

UNA DATA MAI DIMENTICATA

L’incontro sul palco della ex Batteria Cattaneo, a Gandoli, che ha visto protagonisti Francesco Rizzo  Sasha Colautti (Usb Taranto), il ministro dell’Industria e del Made in Italy Adolfo Urso e il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, ha avuto luogo in una data certamente non sconosciuta per i cittadini di Taranto, infatti, era il 26 luglio, cioè il dodicesimo anniversario del sequestro degli impianti dell’impianto siderurgico. Naturale è stato dunque parlare dell’evoluzione della vertenza in oltre un decennio, per porre l’accento in particolare sull’inizio del 2024, quando finalmente è stato allontanato Arcelormittal, socio privato a dir poco inaffidabile.

COME ATTUARE DAVVERO LA RIPARTENZA?

Alla luce della sentenza della Corte europea di Giustizia e del punto fermo costituito dalla precedenza della salute, dei lavoratori e dei cittadini, sul profitto, la discussione si è sviluppata attorno alla necessità di  intraprendere strade che portano all’utilizzo di tecnologie mirate a produrre acciaio green, e quindi finalmente a rendere la fabbrica ecocompatibile. Prezioso il contributo del presidente Emiliano, che ha seguito da sempre la vertenza ex Ilva, sostenendo dalla prima ora il progetto della decarbonizzazione, quando per i più rappresentava qualcosa di estremamente lontano dalla realtà.

I TAVOLI APERTI CON IL GOVERNO

Il confronto è stato anche occasione per fare un resoconto dei due incontri  ministeriali tenuti in settimana, mercoledì 24 luglio presso il Mimit per il Piano di ripartenza, e giovedì 25 al Ministero del Lavoro, al termine del quale è stato raggiunto l’accordo sui numeri della cassa integrazione, che da 5.200 unità scendono a 4.050. Il richiamo al riavvio di tre altoforni nel 2026 ha reso necessario da parte del ministro Urso un chiarimento essenziale circa il fatto che questo rappresenterà unicamente la fase intermedia di un processo che  dovrà poi portare necessariamente alla decarbonizzazione, quindi ai forni elettrici e alla tecnologia Dri. Si tratta di una questione, quella che investe direttamente il problema ambientale, che l’Usb non ha mai mancato di porre.

RISORSE PER IL RILANCIO

Rassicurazioni dal ministro anche per quel che concerne le risorse necessarie a far fronte insieme a un rilancio che non prescinda dalla ambientalizzazione. L’incontro ha consentito ai rappresentanti dell’Usb di rilanciare il pacchetto di proposte già presentate al Governo con riferimento ai Lpu, al riconoscimento dell’amianto e del lavoro usurante, come agli incentivi all’esodo per tutti coloro che hanno altri progetti professionali o che sono vicini alla pensione. Ulteriore passaggio fondamentale da parte del sindacato è quello relativo alla tutela dei lavoratori dell’appalto soprattutto con riferimento alla necessità di porre fine alla giungla di contratti al ribasso e di dare vita a contratti dignitosi per combattere concretamente il lavoro povero. In buona sostanza l’invito, come sempre, a gestire la vertenza guardandola con gli occhi dei lavoratori. 

 

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