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“Quello che è davvero importante è spendere le risorse in modo adeguato”. Questo il sunto delle parole pronunciate dal Ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, durante l’audizione alla Commissione per l’attuazione del federalismo fiscale.

Criticità nelle spese

Durante il suo discorso, il Ministro ha ricordato come, “secondo l’ottavo e il nono rapporto sulla coesione della Commissione Europea, l’Italia è il Paese con le maggiori criticità in termini di capacità di spesa. Per quanto riguarda la perequazione infrastrutturale prevista dal federalismo fiscale, è necessaria una maggiore responsabilizzazione delle classi dirigenti in tutta la nazione, in particolare per coloro che beneficiano di queste risorse. I meccanismi e i metodi per aumentare la responsabilizzazione, inclusa la previsione di poteri sostitutivi, non devono essere visti come critici o polemici, ma come un modo per garantire l’efficace utilizzo delle risorse”.

I rischi

Parlando dei rischi, Fitto ha ricordato “quello di perdere i fondi europei della coesione, così come quelli del Pnrr. È essenziale utilizzare queste risorse in modo efficiente e superare la frammentazione che ha sempre rappresentato una grande difficoltà. L’attuale fase di attuazione è molto complessa e richiede un forte monitoraggio e supervisione”, aggiungendo che “nonostante alcune critiche, non c’è stata alcuna centralizzazione delle decisioni”.

Le riforme

Continuando sulle problematiche che potrebbero insorgere, il titolare del dicastero per gli Affari Europei ha ribadito che “in merito agli accordi di sviluppo e coesione, il rischio principale riguarda la fase di attuazione. Sono state introdotte importanti riforme che costituiscono una sfida significativa e richiedono una vigilanza attenta durante l’attuazione” ricordando come l’esecutivo guidato da Meloni non abbia imposto nulla: “Piuttosto abbiamo introdotto una nuova impostazione in cui la Regione propone e il Governo condivide le decisioni, con ognuno che si assume le proprie responsabilità. Per il Fondo Sviluppo e Coesione, abbiamo stabilito delle regole e lasciato le risorse alle Regioni; il decreto è stato approvato dalla Conferenza Unificata. Sul Fondo di Coesione, in accordo con la Commissione Europea, abbiamo creato un tavolo di lavoro con le Regioni, che ha portato a numerosi incontri condivisi e alla stesura di un decreto legge. Questo decreto, durante la fase di conversione, ha beneficiato del contributo significativo di Anci, Upi e delle Regioni, ottenendo il parere positivo della Conferenza Unificata. Regioni, Province e Comuni hanno condiviso queste impostazioni, indipendentemente dalle posizioni politiche e dalle critiche, che restano legittime. Il lavoro di programmazione è stato coordinato e condiviso con la Commissione Europea e altri livelli istituzionali del nostro Paese, rappresentando un elemento di forza e garanzia anche nella fase di attuazione” spiegando che “è cruciale organizzarsi adeguatamente per garantire un monitoraggio costante durante questa fase”.

Le Regioni

Sui tempi di realizzazione, Fitto ha chiarito che “nella peggiore delle ipotesi, entro settembre si completerà definitivamente la fase degli accordi di sviluppo e coesione con tutte le regioni italiane, grazie a un confronto positivo che ha superato le differenze politiche. Al momento sono stati firmati 18 accordi di sviluppo e coesione con le regioni; ne mancano ancora tre: Sardegna, Puglia e Campania. Nei giorni scorsi ho incontrato la Presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde, con la quale abbiamo concordato un programma per definire l’accordo. Con la Puglia stiamo lavorando a un confronto tecnico che spero si risolva presto e sono abbastanza fiducioso. Per queste tre regioni, è prevista la possibilità di finanziare il programma con anticipazioni”, sottolineando che “all’interno di questi accordi di sviluppo e coesione è emersa una collaborazione positiva con le Regioni e una nuova modalità operativa: ogni progetto è accompagnato da un cronoprogramma finanziario e temporale”.

Il caso Campania

Una nota in più ha necessitato la situazione campana: “Per quanto riguarda la Regione Campania, le cronache evidenziano l’intensità del confronto. Evito le polemiche. Con questa regione concluderemo questa fase, assegnando direttamente il 60% delle risorse disponibili e lavorando sulla parte restante”, ricordando che “sono appena stati assegnati 1,8 miliardi di euro e stiamo predisponendo l’assegnazione di altri 2 miliardi”.

L’impegno del Governo

Una punta di orgoglio, infine, Fitto l’ha rivolta all’operato dell’esecutivo di cui fa parte: “Il Governo ha deciso di coordinare i diversi fondi, tra cui il Pnrr, la politica di coesione e il Fondo di Sviluppo e Coesione. Questa scelta lungimirante risponde a una raccomandazione della Commissione europea di luglio, che sottolineava la necessità di un coordinamento tra le risorse del Pnrr e quelle del Fondo di Coesione. Questa linea guida”, ha concluso il Ministro, “è stata centrale nelle strategie del Governo per garantire un utilizzo ottimale delle risorse disponibili”.

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