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Il Governo tira la cinghia e anche per l’Abruzzo si prospettano tempi di vacche magre. Il decreto del Ministero dell’Interno, di concerto con quello dell’Economia e delle Finanze, cala la mannaia sul contributo alla finanza pubblica: meno 30 milioni di euro per l’Abruzzo, dal 2024 al 2028. Un taglio di risorse sanguinoso che si abbatte su Comuni e Province.

Dalla scure non si salveranno i Comuni del comprensorio peligno e altosangrino. Nel solo 2024 Sulmona dovrà rinunciare a 81.000 euro; Pratola Peligna a 38.000 e Castel di Sangro a circa 27.000 euro. Non sorridono neanche le restanti realtà territoriali: riduzione di risorse anche per Raiano (9.000 euro), Pacentro (8.000 euro), Pettorano sul Gizio (5.600 euro), Roccaraso (13.000 euro) e Rivisondoli (8.000 euro).

Tagli previsti anche per Roccacasale (2.800 euro), Rocca Pia (4.000 euro), Popoli Terme (16.000 euro), Prezza (5.600 euro), Pescocostanzo (7.800 euro), Corfinio (5.200 euro) e Vittorito (3.300 euro). Non sorridono neanche Opi, Barrea e Alfedena, che perderanno finanziamenti rispettivamente per 4.000, 5.000 e 6.800 euro

“Una nuova mannaia sull’Abruzzo – afferma Manola Di Pasquale, responsabile enti locali del PD in Regione -, un colpo duro sferrato dal Governo che anziché sostenere gli enti locali che meglio hanno lavorato con la progettazione del Pnrr sceglie di penalizzarli. Non può restare inascoltato il grido d’allarme che in questi giorni si è levato dall’associazione di Comuni ALI Abruzzo, da sindaci e presidenti di Provincia circa le gravi ripercussioni che la nostra regione subirà dai tagli disposti dal Governo col riparto del contributo di finanza pubblica: 5,8 milioni di euro l’anno fino al 2028, cioè 30 milioni in un quinquennio”.

“In Abruzzo – prosegue l’esponente dem – questa stretta riguarda praticamente tutti gli enti locali: 285 Comuni e le quattro Province. A pagare il prezzo più alto sono Teramo e L’Aquila, ma anche tantissime piccole realtà dell’entroterra. La scelta del Governo ha conseguenze precise e gravi: toglie ossigeno ai territori che da sempre fanno fatica a garantire servizi e penalizza gli enti che hanno avviato azioni di rilancio lavorando sulle progettazioni (finanziabili e finanziate) col Pnrr. Per essere più diretti: i piccoli Comuni, soprattutto quelli dell’entroterra, verranno ulteriormente svuotati di risorse e andranno incontro ad ulteriore spopolamento ed abbandono”.



 

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