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In nove mesi ha approvato e liquidato 20 mila operazioni per un valore superiore a 200 milioni di euro. I numeri messi a segno dalla Prestipay, la società di credito al consumo di Cassa centrale, nata nel 2021 con sede a Udine ma operativa su tutto il territorio nazionale al fianco di 70 banche e 1.600 sportelli, confermano la dinamicità della società che tende la mano alle famiglie e alle aziende costrette a fronteggiare le conseguenze della crisi energetica. Lo fa con un plafond di due miliardi di euro.

«La nostra mission – spiega il direttore generale, Paolo Massarutto – è quella di supportare le banche del gruppo cooperativo e la loro clientela, favorendo l’approccio al credito responsabile e consapevole». La formula è quella del credito istantaneo con esito immediato “Prestipay fast”, la cui valutazione dipende dall’applicazione di «algoritmi proprietari». Il valore del prestito concesso esclusivamente ai clienti delle banche collegate alla Cassa centrale, oscilla tra 500 e 3 mila euro rimborsabile in un tempo che oscilla tra sei e 36 mesi. «È un modo per sostenere le piccole progettualità che permette di rateizzare le bollette di luce e gas» continua Massarutto soffermandosi sull’organizzazione e sull’architettura informatica disegnata a tavolino. «Il processo di verifica viene governato dagli algoritmi, una volta caricato l’ultimo dato indicato dal cliente, la macchina approva o meno la richiesta». Nel descrivere la procedura, il direttore precisa che «per accedere al prestito è sufficiente dimostrare di avere entrate certificate da stipendio o da pensione. Trattandosi di credito istantaneo le procedure sono snelle». I prestiti concessi da Prestipay sono tutti «crediti di firma, non prendiamo ipoteche come – aggiunge Massarutto – avviene nel caso dei mutui».




Paolo Massarutto
 

Credito istantaneo non è sinonimo di accettazione sempre e comunque: «Alcune richieste non vengono accettate perché il cliente è già censito come cattivo pagatore» sottolinea il direttore generale di Prestipay prima di rispondere all’inevitabile domanda: quanto si prende la società di credito al consumo per aiutare le persone e le aziende in difficoltà?

«La forchetta dei tassi – fa sapere Massarutto – va da un minimo di sette a un massimo di nove, dieci per cento». Questo significa che chi ottiene un prestito di tremila euro ne dovrà restituire al massimo tremilatrecento.

La crisi energetica favorisce l’aumento delle richieste: «Nella sede di Udine valutiamo migliaia di richieste di finanziamento mensile, le domande arrivano da tutta Italia attraverso gli sportelli bancari e il canale internet». Massarutto, che in passato aveva concretizzato lo stesso progetto per la concorrenza, si sofferma sul fatto che la società ha sede a Udine e lo ritiene un vanto: «Generalmente – aggiunge – queste attività hanno sede a Milano».

Prestipay è una società giovane e quindi in crescita: «Sta generando occupazione ed è in grado di attirare e formare profili specialistici». Il direttore lo sottolinea perché anche Prestipay come molte altre realtà operative in altri settori, sta fronteggiando la difficoltà di trovare personale specializzato. Stiamo parlando di ingegneri informatici, ingegneri gestionali e laureati in economia in grado di affiancare i 50 dipendenti già impegnati nella sede di via Verzegnis, nel capoluogo friulano. Un anno fa, quando la società ha iniziato a muovere i primi passi, aveva 30 dipendenti.

nordesteconomia@gedinewsnetwork.it

 

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