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man looks pot where he has planted a coin waits frowning and impatient that his investments bear fruit

Rapporti bancari e diritti del correntista. Estinzione anticipata e conclusione della relazione. Tutto quello che occorre sapere per svincolarsi da posizioni scomode.

Da tanti anni, sei cliente di una banca che ha sede nel tuo piccolo Paese. Hai sempre avuto ottimi rapporti con il direttore e con i funzionari che ti accolgono in un clima familiare e amichevole. Anche se a volte hai qualche difficoltà a rispettare le scadenze del tuo prestito i dipendenti ti vengono incontro e non ti fanno problemi. Il direttore ti concede la possibilità di rientrare del tuo debito con calma e di ripristinare il fido iniziale.

Tuttavia, da qualche tempo a questa parte, la situazione è molto cambiata. Il dirigente è andato in pensione e il suo posto è stato assunto da un ragazzo ambizioso, severo e inflessibile. Il nuovo responsabile non guarda il lato umano del cliente, ma applica in maniera rigorosa la legge e i regolamenti. Il clima è diventato freddo e distaccato e ti vengono fatti continui solleciti per i ritardi dovuti alle tue difficoltà economiche. Non sei più una persona, ma sei diventato un semplice numero di conto corrente.

Non ce la fai più a sopportare queste pressioni e decidi di cambiare istituto. Non sai però come fare a chiudere un debito con la banca. Vuoi aprire un nuovo conto corrente solo dopo aver definito la posizione pendente perchè non ti piace lasciare le situazioni in sospeso. Nel nostro articolo ti indicheremo alcune soluzioni che possono fare al caso tuo.

Quali sono i debiti bancari?

I rapporti che si possono intrattenere con una banca sono moltissimi. Alcuni di questi permettono al cliente di gestire i propri soldi (pensa al classico conto corrente); altri consentono a chi ha bisogno di denaro di ottenere la liquidità mancante (si tratta dei cosiddetti prestiti personali).

Le ragioni che possono spingere una persona o un’impresa a domandare credito a una banca sono diverse. Esigenze di salute, spese impreviste, difficoltà economiche sono soltanto alcuni degli esempi che si possono fare. Allo stesso modo, differenti sono gli importi richiesti e le tipologie di finanziamento ai quali si può fare riferimento.

In tutti i casi, però, è necessario stipulare un contratto in base al quale la banca diventa creditore e il cliente diviene debitore. Quest’ultimo, quindi, si assume la responsabilità di restituire la cifra ottenuta e di pagare gli interessi convenuti con l’impresa finanziaria.

In linea di massima, in materia di debiti bancari la ripartizione fondamentale è tra:

  • mutuo: si tratta dell’erogazione di credito per l’acquisto o la ristrutturazione di una casa. Il suo ammontare può essere piuttosto importante, viene erogato (di solito) nella misura dell’80% del valore dell’immobile, prevede una perizia tecnica e la garanzia dell’ipoteca. Il tempo di restituzione può essere molto lungo (anche venti anni) e il tasso di interesse è abbastanza contenuto;
  • cessione del quinto: è un prestito riconosciuto soltanto ai lavoratori o ai pensionati. In tal caso, infatti, il richiedente si impegna a cedere ogni mese a favore della banca una cifra pari a 1/5 del suo stipendio o della sua pensione. La rata del prestito viene prelevata direttamente dalla busta paga;
  • prestito con delega di pagamento (chiamato anche doppia cessione): viene concesso a coloro che hanno in corso una cessione del quinto. Così come avviene per quest’ultima, la rata viene prelevata direttamente dallo stipendio e, quindi, richiede la comunicazione dei dati del datore di lavoro;
  • finanziamento personale: si tratta di ogni tipo di prestito diverso da quelli elencati. Esso può avere una durata massima di 120 rate (dieci anni) e ha una soglia limite che, di solito, si aggira intorno ai trentacinquemila euro.

Ciascuna di queste tipologie contrattuali può essere conclusa prima del previsto se si presenta la necessità di farlo.

Come fare per chiudere un debito con la banca?

Quando esiste un debito con una banca si può presentare l’esigenza di estinguere il rapporto contrattuale il prima possibile. Le soluzioni a tua disposizione sono sostanzialmente due e variano a seconda della tua capacità economica. Vediamole nel dettaglio.

Estinzione anticipata: che cos’è?

Tutti i debiti contratti con la banca possono essere oggetto di estinzione anticipata. In tal caso, si configura una classica ipotesi di chiusura del contratto prima della sua scadenza naturale.

Facciamo un esempio.

Chiara ha ottenuto un prestito per l’acquisto di una macchina. Ha pagato il primo anno di rate e, dopo qualche mese, eredita una grossa somma di denaro. Vuole chiudere il finanziamento prima del previsto e fa un bonifico a saldo del debito.

Per procedere all’estinzione anticipata del finanziamento (di qualsiasi natura esso sia) sono necessarie due condizioni:

  • la presenza del denaro necessario a coprire il capitale residuo;
  • il conteggio estintivo rilasciato dalla finanziaria, ossia il documento all’interno del quale si attesta l’ammontare da versare.

In alcune circostanze, se previsto per contratto, può essere necessario pagare una somma a titolo di penale. Ricorda però che in tutti i casi in cui chiudi un prestito prima della sua scadenza naturale hai diritto al

rimborso della quota di assicurazione (se esistente), delle spese, degli oneri e delle commissioni non godute.

Saldo e stralcio bancario: che cos’è?

Quando non si ha il denaro a sufficienza per estinguere tutto il debito in un’unica soluzione, si può provare a trovare un accordo con la banca. In tal caso, si propone una transazione di saldo e stralcio. Si tratta di un patto attraverso il quale le due parti decidono di concludere il proprio rapporto contrattuale a condizioni diverse da quelle originarie.

L’accordo transattivo di saldo e stralcio, che deve essere redatto per iscritto e firmato da entrambi i soggetti, prevede l’estinzione del debito in una o due rate. L’ammontare originario, però, viene ridotto della percentuale concordata che può essere anche della metà rispetto alla previsione iniziale. L’obiettivo è duplice:

  • la banca rinuncia a una quota del suo credito, ma evita il rischio di un inadempimento del debitore;
  • il cliente si libera del suo obbligo pagando una cifra inferiore a quella originaria, ma tutta in una volta.

In un periodo di crisi economica come la nostra, non è difficile intraprendere una soluzione del genere. Ricorda però che l’accordo viene annotato nella tua posizione personale registrata presso il Crif.

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