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Frenano prestiti a famiglie ed imprese, coerentemente con il rallentamento della crescita economica, che contribuisce a deprimere la domanda di prestiti: a febbraio 2024, i prestiti a imprese e famiglie sono scesi del 2,7% dopo aver registrato a gennaio un calo del 2,6%. In particolare, i prestiti alle imprese sono diminuiti del 4% e quelli alle famiglie dell’1,3%.

Per effetto della frenata della domanda e del calo generalizzato dei rendimenti sul mercato dai picchi del 2023 (il rendimento del BTP nei primi 13 giorni di marzo è calato di 131 punti, quello del BOT di 30 punti e l’IRS a 10 anni di 90 punti rispetto al massimo raggiunto a ottobre 2023) i tassi di interesse sulle nuove operazioni di finanziamento risultano in generale in diminuzione: il tasso sui mutui per l’acquisto di abitazioni è diminuito al 3,90% dal 3,98% di gennaio 2024 e dal 4,42% di dicembre 2023; il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese sceso al 5,37% dal 5,48% di gennaio 2024 e dal 5,45% di dicembre 2023; il tasso medio sul totale dei prestiti (quindi sottoscritti negli anni) è stato del 4,78%.

Sul fronte della raccolta, calano i depositi dell’1,1% dopo il -1,8% di gennaio, mentre gli investimenti in titoli custoditi presso le banche presentano un incremento di oltre 236 miliardi (146,7 miliardi famiglie, 21,7 imprese e il restante fra imprese finanziarie, assicurazioni, pubblica amministrazione). La raccolta a medio e lungo termine, tramite obbligazioni, è cresciuta rispetto ad un anno prima del +18% (+21% nel mese precedente).

Conseguentemente al calo dei rendimenti dei titoli di stato, il tasso praticato sui nuovi depositi a durata prestabilita (cioè certificati di deposito e depositi vincolati) a febbraio 2024 è calato al 3,61%, mentre il rendimento delle nuove emissioni di obbligazioni bancarie a tasso fisso a febbraio 2024 è al 4,03%, con un incremento di 272 punti base rispetto a giugno 2022 quando era l’1,31%. Il tasso medio sul totale dei depositi (certificati di deposito, depositi a risparmio e conti correnti), è invariato all’1% (0,32% a giugno 2022). Il tasso sui soli depositi in conto corrente è lo 0,54%, come nel mese.

Le sofferenze nette delle banche (al netto di svalutazioni e accantonamenti) sono state 17,5 miliardi di euro a gennaio (16,7 miliardi a dicembre 2023). Se confrontato con il livello massimo delle sofferenze nette, raggiunto nel novembre 2015 (88,8 miliardi), il calo è di 71,3 miliardi. Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è all’1,04% a gennaio 2024 (0,98% a dicembre 2023; 4,89% a novembre 2015).

 

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