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Apoche settimane dall’acquisizione della maggioranza di Iv San Bernard srl, società di Montelupo Fiorentino (Firenze) fondata nel 1995 da Mirco Aringhieri, la multinazionale italiana Alfaparf Group specializzata nella cosmetica professionale per capelli, del viso e del corpo, ha incassato da Intesa Sanpaolo un prestito da 10 milioni di euro finalizzato a sostenere il proprio piano di sviluppo sostenibile.

Più nello specifico, secondo quanto riportato da Bebeez, il finanziamento supporterà sia l’incremento della quota di energia consumata dall’azienda proveniente da fonti rinnovabili e la compensazione delle emissioni di CO2 dell’energia proveniente da fonti fossili, sia l’introduzione di programmi per promuovere la cultura della sostenibilità tra clienti e fornitori.

“La sostenibilità d’impresa  – ha dichiarato Sandro Formento direttore finanziario di Alfaparf – è un valore fondante della nostra cultura aziendale ed un elemento chiave della strategia di sviluppo del Gruppo che è concretamente impegnato a dare il proprio contribuito per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, attraverso una serie di progetti ed azioni in campo ambientale, sociale, economico e di governance”.

Roberto Franchina, fondatore e presidente di Alfaparf, controlla il gruppo all’80%, sia direttamente sia attraverso Junior srl. Il vicepresidente Attilio Brambilla detiene il restante 20%, sia direttamente sia attraverso la AB srl. Nel 2015 si era parlato di possibile apertura del capitale a investitori esterni, ma poi non si era arrivati ad alcun accordo e il gruppo ha proseguito da solo.

Fondata nel 1980, la holding ha in portafoglio 12 marchi (Alfaparf Milano Professional, Yellow Professional, Il Salone Milano, Alta Moda è…, Dibi Milano, Becos, Olos, Ten Science, Decoderm, Solarium, Apg Tech e Apg Medical) e conta cinque stabilimenti produttivi (in Italia, Brasile, Messico, Venezuela e Argentina), tre centri di ricerca (in Italia, Brasile e Messico) e oltre 2.800 tra dipendenti, agenti e consulenti (di cui più di 600 in Italia). Prodotti e servizi sono distribuiti in oltre cento Paesi attraverso 25 filiali e un centinaio di distributori.

Alfaparf ha risentito degli effetti della pandemia nel 2020, tuttavia i numeri restano buoni: i ricavi netti quell’anno si sono attestati a 203,8 milioni di euro (dai 243,1 milioni del 2019), l’ebitda a 39,9 milioni (da 45 milioni), e il debito finanziario netto è risultato in 2,6 milioni (da 11,8 milioni).

 

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