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Quali sono i rischi per le tasse non pagate? Per chi si trova in questa situazione la paura è tanta, ma come funziona?

Quali sono i rischi per le tasse non pagate? Per chi si trova in questa situazione la paura è tanta, ma come funziona? Lo vediamo in questo articolo di approfondimento, in modo da capire quali sono le conseguenze di eventuali tassi, imposte e tributi non versati nei confronti dello Stato o altri enti pubblici (scopri le ultime notizie su bonus, Adi e assegno unico, su Invalidità e Legge 104, sui mutui, sul fisco, sulle offerte di lavoro e i concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsAppTelegram e Facebook).

Rischi per tasse non pagate: quali sono?

Partiamo subito dal dubbio più grande per un cittadino con i debiti, ovvero il rischio di perdere la casa attraverso iscrizione di ipoteca e successivamente pignoramento. Infatti, se un cittadino ha un debito superiore a 20.000 euro con l’Agenzia Entrate, l’INPS o gli Enti Locali per tasse, imposte o contributi non pagati, può aspettarsi l’iscrizione di un’ipoteca sul suo immobile. L’Agenzia Entrate Riscossione, ex Equitalia, può notificare questa iscrizione tramite un avviso, contro il quale è possibile presentare ricorso.

L’ipoteca può essere applicata anche se il contribuente possiede solo un immobile, come la prima casa in cui risiede. Contrariamente a quanto si crede, non esiste un divieto legale che impedisca l’iscrizione di un’ipoteca sulla prima casa di abitazione. Per cancellare l’ipoteca, è necessario pagare il debito o, se è stato presentato un ricorso, attendere un esito favorevole in sede giudiziaria.

Il pignoramento dell’immobile, invece, è un vincolo sui beni del debitore che permette al creditore di soddisfarsi vendendo i beni e prendendo le somme ricavate dalla vendita. In pratica, se Agenzia Entrate Riscossione pignora una casa per debiti di tasse non pagate, il contribuente non può vendere l’immobile, e il pignoramento resta per un certo periodo durante il quale l’Agenzia può decidere di mettere l’immobile all’asta.

La legge pone limiti al pignoramento della prima casa. Non può essere pignorata se:

  • è l’unica abitazione del debitore;
  • è iscritta al catasto come civile abitazione;
  • non è un immobile di lusso;
  • non è accatastata nelle categorie A8 e A9 (ville e castelli);
  • il debitore ha la residenza anagrafica nell’immobile;
  • il debito non supera i 120.000 euro.

Se manca anche solo uno di questi requisiti, l’immobile diventa pignorabile dal Fisco.

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Tasse non pagate: cosa succede?

Il primo passo è certamente capire quali debiti si hanno nei confronti del Fisco e agire di conseguenza. Infatti, nello scorso paragrafo abbiamo visto quali possono essere le conseguenze, ma come un cittadino può tutelarsi?

Innanzitutto è una saggia scelta farsi seguire da un professionista legale, possibilmente specializzato ed esperto nell’ambito della gestione del debito. Che si tratti di un debito aziendale o personale, l’avvocato potrà procedere con i seguenti step:

  • Verificare l’effettiva esistenza e consistenza dei debiti;
  • Controllare che sia stato seguito correttamente l’iter da parte dell’ente competente (ad esempio con l’invio dell’avviso di accertamento nei termini e nei modi previsti);
  • Impostare una strategia per ridurre il debito (se ci sono i presupposti) oppure per rateizzarlo e renderlo così più leggero per il debitore;
  • Proporre una soluzione a “saldo e stralcio” che comporta chiaramente uno sforzo economico del debitore che però si può liberare definitivamente dal debito.

Chiaramente quelle elencate sono soluzioni generali che vanno applicate sulla base della singola situazione, ma in generale possiamo dire che le soluzioni legali sono più di quelle che comunemente crediamo e il supporto di un legale può davvero fare la differenza.

In molti casi, infatti, la cifra non è dovuta effettivamente a causa di vizi di forma che il debitore non conosce, ma su cui invece l’avvocato è ferrato e pronto ad impugnare (nei tempi previsti).

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Debiti per tasse non pagate. In foto: uomo con debito sulle spalle.

FAQ: domande frequenti su tasse e pagamenti allo Stato

Cosa rischiano i familiari di un debitore con l’Agenzia delle Entrate?

I familiari di un debitore non affrontano conseguenze dirette per i debiti fiscali del congiunto mentre questi è ancora in vita. Non sono soggetti a pignoramenti o azioni esecutive da parte dell’Agenzia delle Entrate. La situazione cambia solo con la morte del debitore, quando i debiti possono essere trasferiti agli eredi che accettano l’eredità, ma con specifiche limitazioni.

I familiari possono subire pignoramenti per debiti altrui con il fisco?

No, i familiari o i conviventi di una persona indebitata con il fisco non possono subire pignoramenti o altre misure coercitive per i debiti del congiunto finché quest’ultimo è in vita. Tuttavia, se diventano eredi accettando l’eredità, possono diventare responsabili dei debiti, ma ci sono modi per limitare o evitare tale responsabilità.

Quali sono le responsabilità degli eredi per i debiti fiscali?

Gli eredi diventano responsabili dei debiti fiscali del defunto solo se accettano l’eredità, sia in modo esplicito sia tacito. Tuttavia, non devono pagare le sanzioni legate ai debiti e la loro responsabilità è limitata alla loro quota di eredità, escludendo i debiti relativi a imposte sui redditi e all’imposta di successione, per i quali vale la responsabilità solidale.

È possibile tutelarsi dai debiti fiscali di un parente prima della sua morte?

Non esiste un modo per tutelarsi in anticipo dai debiti fiscali di un familiare prima della sua morte. La tutela inizia solo dopo il decesso, attraverso la rinuncia all’eredità o l’accettazione con beneficio di inventario, limitando così la responsabilità ai beni ereditati.

Come si limita la responsabilità degli eredi per i debiti fiscali?

La responsabilità degli eredi per i debiti fiscali può essere limitata attraverso l’accettazione dell’eredità con beneficio di inventario, che consente di rispondere dei debiti solo nei limiti del valore dei beni ereditati, o rinunciando all’eredità, evitando così ogni responsabilità.

Come e a chi notifica il fisco le richieste di pagamento post-mortem?

Il fisco notifica le richieste di pagamento agli eredi seguendo due modalità temporali: nel primo anno dal decesso, la notifica viene inviata all’ultimo domicilio del defunto in modo impersonale a tutti gli eredi; dopo il primo anno, le notifiche sono inviate individualmente agli eredi, al loro attuale luogo di residenza.

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