Una vera e propria boccata d’ossigeno per tantissime donne: questo bonus è sconosciuto, ma basta una piccola procedura per usufruirne
Uno studio recente dell’Osservatorio nazionale dei diritti e delle famiglie, realizzato in collaborazione con Caf Acli e Iref, ha svelato una realtà preoccupante per le famiglie italiane. Le più vulnerabili sono quelle monoreddito, dove la donna è la principale dichiarante, soprattutto nel Sud Italia.
Lo studio ha analizzato 668.107 dichiarazioni dei redditi presentate in forma anonima al Caf Acli. È emerso che nel 2021, le famiglie bireddito senza carichi familiari avevano un reddito medio superiore ai 32 mila euro, mentre le famiglie monoreddito con carichi familiari si trovavano a gestire poco più di 13.500 euro, evidenziando una disparità economica significativa.
L’indagine sottolinea come le donne, specialmente quelle con carichi familiari, siano particolarmente a rischio di povertà, con una probabilità quattro volte superiore rispetto agli uomini.
Anche i giovani sotto i 29 anni risultano più vulnerabili rispetto agli over 60, con un rischio di cadere in povertà 3,5 volte maggiore.
Al nord l’allarme è minore
La ricerca mette in luce anche significative differenze geografiche. Le famiglie residenti nel Nord Italia godono di una maggiore sicurezza economica rispetto a quelle del Sud, dove il rischio di povertà è quasi triplo.
Nel 2019, l’8,8% delle famiglie seguite dal Caf Acli viveva sotto la soglia di povertà, una percentuale che ha visto una leggera diminuzione negli anni successivi. Tuttavia, il numero complessivo delle famiglie in condizioni di povertà rimane elevato, con circa 51 mila nuclei familiari in difficoltà economica nel 2021.
Bonus Mamme: non tutte ne sono a conoscenza
Il Bonus Mamme, una misura introdotta dal Governo Meloni per sostenere le lavoratrici con due o più figli, offre fino a 3.000 euro lordi all’anno, ma solo il 60% delle aventi diritto ne ha fatto richiesta. Destinato a circa 800.000 donne sia nel settore pubblico che privato, il bonus consente una decontribuzione totale della quota IVS a carico delle lavoratrici, pari al 9,19% della retribuzione imponibile.
L’obiettivo è incentivare la natalità senza penalizzare la carriera lavorativa delle madri, ma l’adesione è per ora inferiore alle aspettative. Ma quanto potrebbe costare questo “giochino” al Governo se tutte le donne e mamme ne fossero a conoscenza?
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