Chi possiede debiti di un’elevata entità, ci si riferisce a quelli con il fisco oppure con la banca, si domanda come può evitare il pignoramento della prima casa. Qualcuno è convinto che la soluzione sia quella di intestarla al coniuge oppure a uno dei figli. In realtà questo metodo non impedisce ai creditori di richiedere e ottenere questo tipo di sanzione. La legge, infatti, non può garantire questo tipo di pratiche ambigue. Peraltro ci sono dei margini che consentono di tutelare l’immobile, confidando principalmente nell’inoperosità del creditore e nel trascorrere del tempo.
Quali sono i 7 modi legali per evitare il pignoramento sulla prima casa
Qui di seguito vedremo innanzitutto quali sono i 7 modi legali che consentono al debitore di evitare il pignoramento sulla prima casa:
- Intestare l’abitazione ai figli;
- Intestare la casa al coniuge, quindi al marito o alla moglie;
- Vendere l’abitazione;
- Creare un fondo patrimoniale;
- Creare un vincolo di destinazione;
- Creare un trust;
- Cedere la nuda proprietà per poi tenersi l’usufrutto.
A questo punto non ci resta che analizzare nel dettaglio i pro e i contro dei 7 metodi appena citati.
Intestare l’abitazione ai figli
La maggiore preoccupazione del debitore è quella di rischiare il pignoramento sulla prima casa. Per questa ragione la prima soluzione che gli viene in mente è di procedere con la donazione al figlio. Questo atto si stipula in presenza del notaio e di due testimoni. Ovviamente il debitore dovrà versare le imposte previste dalla legge. Dovrà quindi pagare il 2% dell’imposta di registro oppure il 9% del valore catastale dello stabile a seconda che questo rappresenti o meno la “prima casa” per il figlio beneficiario. Inoltre dovrà pagare 50 euro di imposta ipotecaria e altri 50 euro di imposta catastale se si tratta di prima casa.
La donazione però può essere attaccata, nel corso dei 5 anni in cui è stata effettuata, dai creditori. Superato questo lasso di tempo il creditore non può più richiedere la revocatoria al tribunale.
Intestare la casa al coniuge, quindi al marito o alla moglie
La situazione è simile a quella precedente. Il debitore può decidere di donare l’abitazione al coniuge per impedire il pignoramento della prima casa. La differenza però sta nel fatto che essendo sposati bisogna possedere un requisito imprescindibile: aver scelto il regime di separazione dei beni.
Nel caso in cui la coppia si sia sposata optando per la comunione dei beni, infatti, la legge applica il pignoramento sul 50% dei beni familiari. I creditori hanno sempre 5 anni per avviare un’azione revocatoria.
Vendere l’abitazione
In alternativa il debitore può decidere di vendere l’abitazione per evitare il pignoramento della prima casa. Il discorso però è valido solo se la casa non è stata ipotecata. In tal caso, infatti, la struttura venduta con ipoteca sarà comunque soggetta a pignoramento nonostante il passaggio di proprietà. Di conseguenza il creditore può procedere con la revocatoria entro e non oltre i 5 anni stabiliti dalla legge.
Creare un fondo patrimoniale
Creando un fondo patrimoniale non si evita il pignoramento della prima casa. Si desume quindi che anch’esso può essere sottoposto alla revocatoria sempre se richiesta, dal creditore, nei 5 anni. I beni del fondo sono, oltretutto, pignorabili qualora il debito, nato dai bisogni della famiglia, ha generato un’esecuzione forzata.
Creare un vincolo di destinazione
Al vincolo di destinazione si ricorre se nel nucleo familiare c’è un disabile. Esso consente di destinare alcuni beni del patrimonio al compimento di «interessi da tutelare». L’interesse da perseguire però deve essere specificato nell’atto. Quindi può essere parzialmente utile a evitare il pignoramento della prima casa. Infatti anche questo vincolo è soggetto, come nei casi precedenti, a revocatoria.
Creare un trust
Altra possibile soluzione è il trust, utile ad evitare o a ritardare il pignoramento della prima casa. Corrisponde a un contratto attraverso il quale si intesta l’abitazione a una società oppure a un soggetto fiduciario. A questi soggetti viene affidato il compito di amministrare l’abitazione, per poi cederla all’affidatario dopo un periodo prestabilito alla stipula del contratto. Anche il trust è assoggettabile all’azione revocatoria.
Cedere la nuda proprietà per poi tenersi l’usufrutto
La cessione della nuda proprietà non è un sistema utile a evitare il pignoramento della prima casa. In primo luogo perché anch’esso è assoggettabile alla revocatoria. In secondo luogo perché comunque l’usufrutto può essere pignorabile. Sarebbe quindi opportuno saperne di più su cos’è l’usufrutto e come utilizzarlo a proprio vantaggio.
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