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Dario Damiani, senatore di Forza Italia e relatore a Palazzo Madama della legge di bilancio e del decreto Anticipi fiscali, quali le linee salienti della Manovra del governo Meloni?

«Si tratta di un provvedimento che va incontro alle necessità più urgenti di famiglie e imprese, tenuto conto anche del contesto internazionale purtroppo ancora critico in cui ci troviamo».

Da dove partite?

«Una delle priorità dell’esecutivo è difendere il potere d’acquisto. È una manovra perfettamente in linea con gli obiettivi del centrodestra, ovvero di continuare a offrire sostegno alle fasce più deboli e ridurre il costo del lavoro. Il governo è compatto sulle sue scelte e procede lungo una strada ampiamente condivisa, con un iter parlamentare agevolato. Anche questa è una svolta chiara, un netto cambio di impostazione rispetto alle manovre “tirate per la giacca” di qua e di là».

Ci sono temi su cui è stata determinante l’azione liberale di Forza Italia?

«Sicuramente l’impegno per il taglio delle tasse, che da sempre è un punto programmatico centrale per noi berlusconiani, insieme all’aumento delle pensioni».

Un caposaldo della vostra campagna elettorale…

«Sulle pensioni minime è nota la proposta del presidente Silvio Berlusconi, portarle a mille euro. Già lo scorso anno siamo riusciti ad ottenere un primo aumento e quest’anno con le rivalutazioni dall’1,5% fino al 6,4% ci sarà un ulteriore aumento. Si tratta di un obiettivo di legislatura che perseguiremo sulla linea del nostro fondatore».

I provvedimenti per imprese e fasce deboli?

«Per il mondo produttivo è previsto l’aumento delle detrazioni per le aziende che assumono, sostegno agli investimenti mediante il rifinanziamento con 50 milioni della Nuova Sabatini, proroga della sanatoria per il credito d’imposta Ricerca e Sviluppo e l’abbattimento del 50% delle imposte per le imprese che decidono di tornare in Italia dall’estero con i propri impianti di produzione (reshoring)».

La crisi però continua a colpire milioni di italiani?

«Per i redditi medio-bassi, con il taglio del cuneo di 6 punti sino a 35mila Euro e 7 sino a 25mila si avrà un aumento in busta paga che mediamente corrisponde a circa 100 euro al mese per una platea di circa 14 milioni di cittadini. Inoltre, 3 miliardi in più per la sanità, la rivalutazione delle pensioni, il pagamento dei contributi alle madri lavoratrici con più figli, asilo nido gratis per il secondo bambino, flat tax e acconto rateizzato per gli autonomi».

Ci saranno riscontri positivi in Puglia connessi alle politiche economiche del governo Meloni?

«Con la straordinaria opportunità della Zes unica al Sud, l’area Zes più grande d’Europa che diventerà operativa dal primo gennaio 2024, anche per la Puglia si aprono nuovi scenari di crescita. Ho seguito la nascita della Zes interregionale Adriatica e adesso si apre questa nuova fase».

Cosa cambia da un punto di vista pratico?

«Le imprese continueranno a godere delle semplificazioni con autorizzazione unica e del credito di imposta per gli investimenti iniziali, norma inserita in legge di bilancio. L’Ires dimezzata per sette anni continuerà a valere per nuove iniziative avviate nelle attuali Zes entro il 31 dicembre 2023. Zes unica, nuova strategia per le aree interne, circa 2.200 nuove assunzioni concorsuali, in gran parte per i Comuni. La Zes unica risponde alla nuova centralità del Sud in chiave euromediterranea, come postulato nel Piano Mattei del premier Meloni e permetterà eguali chance di sviluppo a tutte le imprese delle otto regioni coinvolte, Puglia compresa».

Quando prevedete dunque di approvare la Manovra?

«Stiamo lavorando perché arrivi in aula in Senato tra il 13 e il 15 dicembre».

Comunali di Bari e Lecce: le prospettive per il centrodestra dopo il ko a Foggia?

«La sconfitta nel capoluogo della Capitanata brucia ancora, anche perché il centrodestra aveva espresso un candidato di valore e un programma coerente e unitario, al contrario di quanto fatto dall’altra parte, con un’armata Brancaleone che dopo un mese dal voto ancora non riesce ad esprimere una giunta in grado di guidare la città».

Tornando al voto del giugno prossimo…

«Per le comunali di Bari e Lecce incalzano già le riunioni ma l’auspicio è poter rivivere una “primavera pugliese” con il contributo di coloro che vorranno avvicinarsi al centrodestra, un contenitore che riesca ad andare oltre lo schieramento tradizionale, in un confronto costruttivo di proposte, programmi e persone».

 

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