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Dal primo gennaio 2024 gli otto commissari straordinari che finora hanno guidato le Zone economiche speciali (Zes) decadranno dal loro incarico. «Le loro funzioni saranno trasferite alla struttura di missione Zes: una struttura ancora non meglio identificata. Insomma, a undici giorni dal cambio di governance e di strategia complessiva (poiché è previsto il passaggio alla Zes unica del Mezzogiorno) nulla di nuovo è stato definito, o almeno, non se ne ha conoscenza». L’allarme viene lanciato sul Il Sole24Ore dove si spiega che «a gettare nello scompiglio il mondo che ruota intorno alle Zes – compreso le imprese che si sono impegnate in investimenti – è il Decreto del presidente del Consiglio dei ministri (Dpcm) del 29 novembre, pubblicato venerdì 15 dicembre sul sito del Dipartimento per il programma di Governo. Un provvedimento che ha voluto accelerare la chiusura della esperienza delle otto Zes rispetto a quanto era stato anticipato: si era prospettata una fase transitoria durante la quale i commissari con le relative strutture avrebbero continuato a gestire l’attività in corso fino a smaltirla. Come, del resto, era stato previsto anche dal Decreto Sud che ha istituito la Zes unica».

Preoccupazioni e «commissari sul piede di guerra»

Dpcm a seguito del quale i commissari straordinari sono sul piede di guerra. «Temono – si legge nell’articolo – che tutto il lavoro avviato possa andare perso o nella migliore delle ipotesi rallentare. Anche il personale delle strutture create ad hoc, per lo più con distacchi da altri enti pubblici, talvolta anche di regioni diverse, ora deve fare i bagagli e ritrasferirsi. E poi c’è un problema di pratiche e rendicontazioni di investimenti finanziati con il Pnrr: entro fine anno, tutte le iniziative finanziate dovranno essere inserite nel Regis, la piattaforma del ministero delle Finanze». «Così sono a rischio investimenti importanti per i quali le sedute simultanee delle conferenze in corso sono già fissate per gennaio. Chi le seguirà fisicamente? Con chi si potrà dialogare? Sarebbe stato auspicabile un passaggio ordinato con una convocazione preventiva dei commissari, a tutt’oggi non ancora convocati. La preoccupazione è forte anche per il prosieguo delle opere del Pnrr avviate. Chi subentrerà come soggetto attuatore dal primo gennaio? Sarebbe un grande peccato disperdere ciò che con grande passione e dedizione si è costruito».
«Il nuovo Dpcm sulle Zes mette fine all’esperienza dei commissari ma non dice altro. In questo modo crea profonda incertezza, che sicuramente rappresenta un problema per gli investimenti in corso – dice Vito Grassi, vice presidente di Confindustria e presidente del Consiglio delle Rappresentanze Regionali e per le Politiche di Coesione Territoriale – Oltretutto dal 1° gennaio cambia la governance delle Zes e con tutta probabilità quella nuova non sarà ancora completa e funzionante. Anche le misure di sostegno agli investimenti in queste aree non saranno operative, visto che l’importante stanziamento previsto dalla Manovra richiede un provvedimento attuativo di cui al momento non vi è traccia». Conclude: «Si rischia di penalizzare il Mezzogiorno e la sua impresa che ha mostrato di voler investire e crescere. Chiediamo ancora una volta di poter partecipare alla Cabina di regia e alla Struttura di missione per dare un contributo nella definizione della Zes Unica». (redazione@corrierecal.it)

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