Non si tratta di un condono edilizio, ma di un intervento per rendere regolari tutte quelle piccole difformità che caratterizzano molte case italiane. Su questo punto il ministero delle infrastrutture è stato più che chiaro. Si tratta del decreto allo studio che dovrebbe regolarizzare case realizzate con lo spostamento dei tramezzi, con le costruzioni in cartongesso e le famose piccole verande. La decisione riguarda l’80% del patrimonio immobiliare italiano, secondo uno studio del Consiglio Nazionale degli ingegneri. Insomma il piano “Salva Casa”, come è stato ribattezzato dal ministro Matteo Salvini non è un condono, come già le opposizioni si sono affrettate a definirlo. Comunque si va avanti e mercoledì potrebbe già arrivare in consiglio dei ministri per essere discusso, proprio a pochi giorni dalle europee, secondo le opposizioni. Per il governo si tratta, invece, di una norma che è stata richiesta dagli enti territoriali, per sanare tutte quelle questioni che spesso bloccano la compravendita degli acquisti. Come nel caso della “doppia conformità”, cioè un intervento edilizio sanabile solo se risulta conforme sia alle leggi vigenti quando è stato realizzato sia a quelle attuali. Proprio questa condizione, essendo tanti i cambiamenti di legge, spesso non si riesce ad attuare.
Cosa prevede il decreto Salva Casa
Il decreto legge non consentirà di sanare un abuso che poggia sulla mancanza del titolo abilitativo, sia che si tratti di un permesso che di una licenza. Le “tolleranze costruttive” e le “parziali difformità” saranno sanabili entro scostamenti dei parametri autorizzati “di misura talmente contenuta da non poter essere considerati illecito edilizio”. Si potranno, però, mettere in regola “interventi non eccessivamente pesanti e impattanti, che non richiedono nessun titolo abilitativo, come le tende da esterno”. Lo stesso vale per le piccole differenza costruttive rispetto al progetto, come il minor dimensionamento dell’edificio o la mancata realizzazione di elementi architettonici non strutturali.
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