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L’allarme che viene lanciato da qualche tempo è legato non tanto alla quantità fisica che si preleva direttamente allo sportello della propria banca o presso lo sportello automatico del bancomat, quanto al riciclaggio di denaro collegato proprio all’importo piuttosto elevato che viene prelevato. Difatti, in Italia non esiste un limite generale al prelievo di denaro contante dagli sportelli ATM. Tuttavia, per contrastare il riciclaggio di denaro, la normativa vigente impone alcune restrizioni.

Ecco le restrizioni in materia di riciclaggio

Soglia di segnalazione all’Unità di Informazione Finanziaria (UIF)

Le banche e gli istituti di credito sono obbligati a segnalare all’UIF operazioni sospette, tra cui prelievi di contanti superiori a 10.000 euro nell’arco di un mese solare. Significa che non è vietato prelevare somme superiori a 10.000 euro, ma la banca potrebbe richiedere informazioni o chiarimenti sull’operazione. Quindi l’obiettivo è di identificare eventuali attività illecite, non di limitare la libera disponibilità del denaro da parte dei cittadini.

Limiti specifici degli istituti bancari

Ogni banca può stabilire dei limiti giornalieri o mensili sui prelievi ATM, oltre alla soglia di 10.000 euro per la segnalazione all’UIF. Per conoscere il limite della propria banca basta consultare il sito web della tua banca o la tua app bancaria oppure contattare il servizio clienti della tua banca.

In che cosa consiste la normativa antiriciclaggio in Italia?

Il riciclaggio di denaro è un processo illegale attraverso il quale i proventi di attività criminali come il traffico di droga, il gioco d’azzardo illegale, la corruzione e la contraffazione vengono “puliti” e reimmessi nel sistema finanziario legale per mascherare la loro origine illecita.

La normativa antiriciclaggio in Italia è un sistema complesso di leggi e regolamenti che mira a prevenire e contrastare il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo. Si basa su principi e standard internazionali, recepiti nell’ordinamento italiano attraverso il decreto legislativo 21 novembre 2007, n. 231, e successive modifiche.

I pilastri della normativa si basano innanzitutto sull’identificazione del cliente, per cui gli istituti di credito e altri soggetti obbligati sono tenuti a identificare e verificare la clientela, richiedendo documenti e informazioni per conoscere l’identità e la natura dei rapporti commerciali.

In caso di operazioni sospette, i soggetti obbligati sono tenuti a segnalare all’Unità di Informazione Finanziaria dell’Italia. Inoltre, viene vietata la movimentazione di denaro contante, ponendo dei limiti al trasferimento di denaro contante al fine di ostacolare l’utilizzo di denaro illecito per grandi transazioni.

Sono previste sanzioni amministrative e penali per chi viola la normativa antiriciclaggio.

La normativa si applica a una vasta gamma di soggetti, tra cui istituti di credito, intermediari finanziari, professionisti, casinò e altri operatori del gioco d’azzardo, agenzie immobiliari e commercianti di beni di lusso.

La normativa antiriciclaggio è in continua evoluzione per adeguarsi alle nuove sfide e alle tecniche sempre più sofisticate utilizzate dai criminali. Le direttive europee in materia di antiriciclaggio vengono recepite nell’ordinamento italiano attraverso decreti legislativi.

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