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Pnrr e sanità: per l’ammodernamento e l’adeguamento sismico degli ospedali le regioni dovranno usare le risorse del Fondo per l’edilizia sanitaria. Scontro tra governo e regioni 

La sanità è la grande questione e la priorità sono le liste di attesa. A dettare la linea e a stilare l’ordine delle priorità è la Premier Giorgia Meloni intervenuta a Firenze per la firma dell’accordo per lo sviluppo e la coesione tra il Governo e la regione Toscana. Eppure, sul tema del finanziamento della sanità è in corso un acceso scontro tra il ministro degli affari europei e del PNRR e le regioni, per via del dirottamento di 1,2 miliardi di euro dai fondi del PNC.

QUALI SONO LE NORME DEL DL PNRR CHE NON PIACCIONO ALLE REGIONI

La Conferenza delle Regioni contesta che nel Dl Pnrr, da poco pubblicato in Gazzetta Ufficiale, vengano cancellati 1,2 miliardi dai progetti del Piano Nazionale Complementare per il programma “Verso un ospedale sicuro e sostenibile”. Il PNC (Piano nazionale per gli investimenti complementari – PNC) è una misura che serve a integrare, attraverso risorse nazionali, gli interventi del PNRR per gli anni dal 2021 al 2026. Tali risorse ammontano a 30.622,46 milioni di euro e confluiscono nel Fondo complementare. Per eseguire i lavori di messa in sicurezza e ammodernamento dell’edilizia sanitaria le Regioni dovranno attingere dal Fondo per l’edilizia sanitaria (ex art. 20 Legge 67/88), per procedere con gli interventi di riammodernamento degli ospedali e l’adeguamento antisismico.

LA PROTESTA DEGLI AMMINISTRATORI REGIONALI CONTRO I PRESUNTI TAGLI ALLA SANITÀ

Sul tema, solo qualche giorno fa, la commissione salute della Conferenza delle Regioni aveva chiesto un incontro al ministro della Salute Schillaci “contro il taglio di 1,2 miliardi di fondi del Pnrr relativi prevalentemente a opere per la sicurezza sismica o in generale per la sicurezza delle nostre strutture ospedaliere”. Una decurtazione che gli amministratori regionali hanno definito inaccettabile. “Molti di questi interventi sono cantieri in corso – ha spiegato Raffaele Donini, coordinatore della commissione sanità della Conferenza delle Regioni – o hanno già gare assegnate, quindi obbligazioni giuridicamente vincolanti, e non sono sostituibili con i fondi dell’articolo 20”.

GLI AMMINISTRATORI CHIEDONO UN INCONTRO AL MINISTRO DELLA SANITÀ SCHILLACI

“Si tratta di una riduzione di investimenti già programmati del tutto insostenibile e non regge il rinvio ad altre fonti di finanziamento, come l’art. 20 dell’edilizia sanitaria, già impegnati dalle stesse amministrazioni regionali per altri progetti, peraltro rendicontabili con procedure del tutto diverse da quelle del PNRR/PNC”, scrive Marina Sereni, responsabile Salute e sanità nella segreteria del Pd, raccogliendo le rimostranze degli amministratori regionali. Gli assessori, di centrosinistra e di centrodestra, hanno chiesto di stralciare la misura contenuta al comma 13 dell’articolo 1 del Decreto e un incontro al Ministro della Salute, Orazio Schillaci.

“NESSUN TAGLIO ALLA SANITÀ”: NEL DL PNRR UNA NORMA PER VELOCIZZARE GLI INTERVENTI IN CAMPO SANITARIO

Nessun taglio alla sanità ma una rimodulazione dei fondi. Questa è la risposta del ministro degli affari europei e del PNRR Raffaele Fitto che rispedisce al mittente l’accusa di aver operato tagli al delicato settore della sanità. Secondo il ministro gli oltre 15 miliardi di euro di finanziamenti del Pnrr per la sanità non vengono toccati, “l’importo rimane lo stesso” anche dopo la rimodulazione del piano da parte del Governo. Inoltre, nel Dl Pnrr “troverete una norma specifica” per “una velocizzazione degli interventi in campo sanitario”, spiega il ministro intervenendo nell’aula di palazzo Madama in occasione delle comunicazioni sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

PNRR E SANITÀ: SOLO IL 3,7% DEI FONDI È STATO SPESO

Ma perché operare questo spostamento delle risorse? Perché, spiega il ministro, solo il 3,7% di tali fondi è stato speso. “I progetti degli ospedali sicuri andavano appaltati entro dicembre 23, su 55 solo 9 sono stati appaltati a tale data. Stiamo facendo un’operazione non di taglio ma di salvaguardia di quei progetti”, ha detto il ministro Fitto. Spiegazioni che non convincono le opposizioni. “Sulla sanità la scure del Governo si è abbattuta senza pietà e l’elenco è impressionante: meno 510 milioni per il rinnovamento degli ospedali; meno 132 milioni per l’innovazione sanitaria; meno 34 milioni per il sistema salute, ambiente e clima – dice l’ex ministro Patuanelli -. Le Regioni hanno denunciato un taglio complessivo da 1,2 miliardi all’esito di questa fantasmagorica ‘rimodulazione’ che taglia risorse, appunto, al Fondo complementare”.

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