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Spingere sulla redditività per Stellantis vuol dire anche mandare gli operai a lavorare negli stabilimenti all’estero. A partire dalla Francia, per produrre auto Peugeot, mentre nelle fabbriche italiane la crisi non arretra di un passo.

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È capitato nei giorni scorsi ai lavoratori dello stabilimento di Cassino, in Provincia di Frosinone, di dover decidere se andare Oltreconfine in quella strategia che punta a spingere gli stabilimenti “dove serve”.

A Cassino la produzione cala a picco. Aumentano solo gli ammortizzatori sociali. E adesso agli operai viene proposto di andare in Francia per lavorare tutti i giorni e ricevere uno stipendio “normale” che nel sito laziale le tute blu non vedono da anni. Anche così Tavares crede di guidare un gruppo «attrezzato per i momenti difficili», conferma gli obiettivi per il 2024 e snocciola un piano per il ritorno sul capitale con 7,7 miliardi in dividendi e riacquisti di azioni proprie.

I NUMERI

Nella fabbrica all’ombra della millenaria abbazia di Montecassino dove si producono il Suv Grecale della Maserati, l’Alfa Giulia e il Suv Stelvio, nel primo quadrimestre dell’anno si è registrato un 40% in meno di produzione. Anche l’occupazione ha continuato ad avere un’emorragia non indifferente: nel 2017 quando i due nuovi modelli Alfa erano da poco sulle linee si contavano oltre 4.000 dipendenti. In pochi anni l’occupazione si è dimezzata: ogni anno con le uscite incentivate hanno lasciato il lavoro centinaia di operai.

Di contro, non c’è stato nessun nuovo ingresso: le ultime assunzioni risalgono al 2018 quando furono stabilizzati 300 degli 832 interinali; gli altri 532 vennero salutati dall’azienda con un sms la sera del 31 ottobre. Da allora la crisi è andata avanti, al punto che fino al 31 dicembre 2024 si lavorerà su un unico turno giornaliero. Così agli operai è stato proposto di andare in trasferta per un minimo di 3 settimane a un massimo di 3 mesi rinnovabili nel sito francese di Sochaux dove lavoreranno a pieno regime, con uno stipendio non decurtato. E in più un bonus di 130 euro al giorno per vitto e alloggio.

Sochaux, uno dei siti storici di Stellantis, produce le vetture a marchio Peugeot. Gli operai interessati ad andare in trasferta sono quelli del reparto del Montaggio e Carrozzeria; a quelli impiegati nel reparto Presse e Plastica è stato invece offerta una trasferta nei siti italiani di Mirafiori e della Sevel, in Val Di Sangro, dove si producono i furgoni. Questo perché a Cassino un lavoratore con un’anzianità di almeno dieci anni che lavorando a pieno regime dovrebbe guadagnare tra i 1.400 e i 1.600 euro, non supera i 900 euro perché gli operai dello stabilimento lavorano meno di dieci giorni al mese. L’adesione alla trasferta è su base volontaria e una decina di lavoratori hanno già dato disponibilità. Si tratta di una prassi che avanti da anni, a sentire Stellantis. Già prima della fusione Fca-Peugeot, precisa il gruppo, si utilizzava la trasferta da tutti gli stabilimenti, a seconda delle esigenze.

«È una scelta non facile, perché io qui ho la mia famiglia e quando sono stato assunto alla Fiat di Cassino non pensavo di andare a lavorare in Francia – dice Giovanni, in fabbrica da alcuni anni. Gli fa eco Rita, anche lei sulla catena di montaggio: «È un’opportunità per chi necessita di un’entrata in più ed anche per dimostrare fedeltà all’azienda». Per il segretario provinciale della Fim-Cisl Mirko Marsella «il problema non sono le trasferte. Anzi è una soluzione per chi vuole guadagnare di più dal momento che proprio oggi è arrivato l’annuncio di nuova cassa integrazione. È invece preoccupante il continuo ricorso agli ammortizzatori». Per il segretario della federazione provinciale della Fiom-Cgil Donato Gatti «le trasferte in Francia certificano il fatto che per lo stabilimento di Cassino ci sono solo gli annunci, mentre altrove si lavora».

GLI OBIETTIVI

Anche così il ceo di Stellantis, Carlos Tavares crede di guidare un gruppo «attrezzato per i momenti difficili», conferma gli obiettivi per il 2024 e snocciola un piano per il ritorno sul capitale con 7,7 miliardi in dividendi e riacquisti di azioni proprie. Lo ha detto a chiare lettere dal palco del primo Investor Day di Stellantis ad Auburn Hills, in Michigan: «Siamo pronti alla competizione più dura, all’attacco anche con i cinesi. Non ci aspettiamo protezione» dai dazi, «uno squilibrio», e tiriamo dritto «sugli obiettivi di redditività a doppia cifra e taglio dei costi».

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