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Sbloccati incentivi PNRR per assunzioni qualificate nelle imprese. Ecco tutto ciò che è necessario sapere.
Assunzioni qualificate nelle imprese: le novità 2024
E’ il MUR (acronimo di Ministero dell’Università e della Ricerca) ad aver sbloccato le risorse per l’esonero contributivo, in favore delle imprese che promuovono le assunzioni qualificate a tempo indeterminato. Le domande sono già presentabili. In questo modo, le università parteciperanno al cofinanziamento delle borse di dottorato innovativo, nel caso dell’inserimento di ricercatori a tempo indeterminato.
E’ grazie al decreto n. 644 del 15 maggio 2024, infatti, che il Ministero dell’Università e della Ricerca ha deciso di sbloccare gli incentivi che erano già previsti dal PNRR, relativi al bonus concesso a tutte le imprese che si impegnano ad assumere personale che sia in possesso del titolo di dottore di ricerca. Si tratta di un tipo di assunzione agevolata, come dicevamo precedentemente.
Come funzionano?
Tali assunzioni qualificate nelle imprese potranno avere l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali in un limite massimo di 7.500 euro per ogni ricercatore che viene assunto a tempo indeterminato. Ciò è possibile fino ad un massimo di 24 mesi. Il periodo di tempo intercorre dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre del 2026, entro un valore che sia pari a 3.750 euro annui. Ogni impresa avrà così la possibilità di accedere alla misura entro un limite di due unità di personale. Queste verranno assunte a tempo indeterminato, per ogni borsa di dottorato cofinanziata.
Ma come si può ottenere l’esonero contributivo di cui stavamo parlando? E’ necessario compilare un’apposita domanda, esclusivamente in maniera telematica. E’ necessario collegarsi alla piattaforma informatica che è stata proprio messa a disposizione del Ministero dell’Università a tale scopo.
Ricordiamo che tali misure fanno parte della cosiddetta “Missione 4” del PNRR, che mira a rafforzare le condizioni per lo sviluppo di un’economia ad alta intensità di conoscenza, di competitività e di resilienza, partendo dal riconoscimento delle criticità del nostro sistema di istruzione, formazione e ricerca.
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