diPietro Gorlani
Il leader della minoranza in Loggia concorda con gli ambientalisti del comitato promotore nel sostenere che è l’unico strumento per bloccare nuovo cemento, ma ricorda che non si vieterebbe la caccia
«Positivo il progetto della Loggia di unire i due parchi locali di interesse sovracomunale (i plis delle Colline e delle Cave) in un unico “plissone” esteso ad altri comuni dell’hinterland. Ma sarebbe ancor più positivo avviare da subito l’iter per avere un parco regionale, visto che richiede anni, anche dieci». Questo è il pensiero del leader della minoranza in Loggia, Fabio Rolfi, che però sulla caccia si discosta rispetto alla componente ecologista del comitato promotore, che annovera varie sensibilità al di là dell’appartenenza partitica.
Rolfi, per una volta fa un plauso alla giunta Castelletti, è una notizia.
«Calma: è positiva l’inversione a U rispetto dalla giunta Del Bono ma il plissone è un modo per dire che i promotori del parco regionale hanno ragione e negarlo allo stesso tempo. La verità è che la Loggia vuole una gestione diretta del territorio e delle politiche urbanistiche».
Con il parco regionale i comuni sarebbero tagliati fuori dalla sua gestione?
«Macché. Regione individua solo un consigliere, il direttore è scelto da un elenco di professionisti. Nel consiglio di gestione Brescia avrebbe il peso maggiore».
Il coordinatore del comitato promotore del parco regionale, Pietro Garbarino, ricorda che solo questo ente permetterebbe di evitare nuove urbanizzazioni e la caccia.
«Un attimo: nei parchi regionali l’attività venatoria non è vietata a tavolino. Non lo è nel parco del Monte Netto o in quello dell’Alto Garda, dove i cacciatori sono alleati importanti e collaborano al controllo della fauna selvatica: penso ai cinghiali. E per me non dovrebbe essere vietata intorno alla città. Siamo invece tutti d’accordo sul fatto che il parco regionale è l’unico strumento che blocca nuovo cemento, nuove cave, nuove discariche. Andrebbero però fatti dei distinguo per quelle aziende agricole presenti nella cintura verde a sud della città, dal Violino a Verziano: nella variante al Pgt ci sono norme punitive che vietano addirittura di realizzare una tettoia. Gli agricoltori sono attori importanti di un parco: penso al Parco agricolo a sud di Milano. Poi ci sarebbero risorse regionali (oggi la Loggia spende 500 mila euro all’anno per i suoi 2 plis, ndr) e la possibilità di partecipare a bandi di finanziamento».
Da assessore regionale all’Agricoltura avrà visitato altre realtà lombarde.
«Dal parco regionale dei Colli di Bergamo a quello del Ticino, passando per i due di Milano, tante realtà hanno capito quali sono i vantaggi di un parco regionale che tuteli in modo definitivo le aree verdi rimaste in città e nell’hinterland Non so cosa stia aspettando Brescia».
Pietro Gorlani
pgorlani@corriere.it
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