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Il capitolo del Piano strutturale di bilancio dedicato al Mezzogiorno conferma gli investimenti sulle Zes e i bonus per favorire nuove filiere di lavoro


Non più “palla al piede” ma uno dei motori dello sviluppo italiano. Il Piano Strutturale di Bilancio, appena approdato in Parlamento, contiene anche le linee-guida di quello che può essere a tutti gli effetti considerato l’embrione di un Piano per il Sud. La premessa è d’obbligo per capire la portata del capitolo che il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha dedicato alle politiche di “convergenza” per abbattere il divario più vecchio ma anche più profondo fra i paesi occidentali. L’analisi del Psb parte dall’accelerazione dell’economia meridionale che, negli ultimi anni, ha registrato tassi di crescita superiori a quelli del Nord.

ZES E NUOVE FILIERE NEL PIANO STRUTTURALE PER CONSOLIDARE IL TREND POSITIVO

“La crescita cumulata del PIL meridionale (3,7 per cento tra il 2019 e il 2023) ha superato la media nazionale (pari al 3,5 per cento nello stesso periodo) – si legge nel documento – . Nello stesso periodo, anche la crescita complessiva dell’occupazione è stata maggiore nel Mezzogiorno (+3,5 per cento), rispetto a quanto registrato nelle altre macroaree”. Il problema, insomma, è come consolidare questo trend. E, il Mef, punta soprattutto su due strumenti, strettamente interconnessi. Si tratta della nuova Zona Economica Speciale (Zes) “che punta a sostenere non soltanto la nascita di nuove attività produttive, ma anche la crescita e lo sviluppo delle esistenti”.

Ma, soprattutto, lo sviluppo e il rafforzamento di alcune filiere produttive considerate “strategiche”. Come agroindustria, turismo, elettronica e ICT, automotive, Made in Italy, Chimica e farmaceutica, Navale e cantieristica, Aerospazio e Ferroviario. Al contempo, le tecnologie da promuovere sono quelle digitali, il cleantech e il biotech. Aree dove la soglia dell’investimento strategico è stata innalzata a 200 milioni. Per quanto riguarda il credito di imposta, rifinanziato recentemente fino a dicembre di quest’anno, non c’è alcun riferimento alla possibilità di trasformarlo in una misura strutturale.
Ma, in compenso, il Mef conferma il suo impegno “nell’adozione di misure per incoraggiare le assunzioni di giovani, donne e soggetti svantaggiati”.

INTERVENTI PRIORITARI NEI SETTORI STRATEGICI

Inoltre, si legge ancora, “per rafforzare ulteriormente i benefici di tali misure e dare loro una veste strutturale, il Governo si impegna ad attuare gli interventi prioritari nei settori strategici condivisi con la Commissione europea, con particolare riferimento al rischio idrogeologico e alle risorse idriche, ricostruzione dopo eventi calamitosi. Infine, si valuterà di introdurre misure targeted destinate alle regioni vulnerabili in relazione ai rischi e alle opportunità indicate nella Nona relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale”.

Si prevede, dunque, che sia le misure vigenti sia quelle “programmate per gli anni a venire, contribuiranno a rendere l’ambiente più favorevole agli investimenti e ad accelerare la crescita e l’occupazione in tali territori. Una parte rilevante della politica di coesione territoriale riguarderà inoltre gli interventi socio-educativi strutturati per combattere la povertà educativa nel Mezzogiorno a sostegno del Terzo Settore”. Con una dotazione complessiva di 220 milioni essi sono finalizzati a potenziare l’offerta pubblica di servizi socioeducativi per contrastare la dispersione e l’abbandono scolastico.


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