Giannangeli
Non basterà l’incremento sulla costa, da Civitanova a Porto Recanati, da Potenza Picena a un po’ più su, Montecosaro (nel senso di altitudine sul livello del mare), per invertire la tendenza e far cambiare volto a uno scenario preoccupante e che tale deve necessariamente apparire fin da adesso. Nel senso che si possono mettere in campo alcune soluzioni volte a tamponare l’emorragia degli abitanti. E questo è un primo punto su cui vale la pena di riflettere. È evidente che ad andare in sofferenza è l’interno più che la costa, anzi, proprio la costa verrebbe premiata dalle migrazioni e Civitanova staccherebbe di gran lunga Macerata per popolazione: quasi 43 mila abitanti contro poco più di 38 mila, quindi con un saldo positivo di ben oltre quattromila unità. A fronte di questa tendenza evidente, che potrebbe apparire positiva per alcuni e, al contrario, negativa per altri, sarebbe un errore non vedere che a perderci potrebbero essere invece tutti, poiché i numeri non mentirebbero e l’intera provincia, fatta di costa e interno, andrebbe a perdere quasi 24 mila residenti. Non proprio bruscolini, e solo si vuol considerare il problema nella sua globalità. E allora ecco un secondo aspetto che appare necessario: non nascondere il problema sotto il tappeto del tempo, come la polvere – certo, le previsioni dell’Istat voleranno pure al 2043, ma il problema sarà costante negli anni – ed esercitare un pensiero comune per fermare l’emorragia. Un primo interessante contributo arriva oggi da Maurizio Tritarelli, presidente di Cna Macerata, che, occupandosi di lavoro e imprese, tra le altre cose parla di scuole di formazione per lavoratori stranieri, il cui contributo sarà utile al ricambio generazionale nelle imprese dell’artigianato, prezioso fiore all’occhiello del nostro territorio. Un punto di vista per iniziare a ragionare.
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