Nonostante i nodi legati alla sanità, all’alluvione e alle società partecipate, il bilancio della Regione Emilia-Romagna è stato promosso dalla Corte dei Conti regionale, la cui sezione di controllo ha dato via libera al Rendiconto 2023, rispettoso dei “vincoli di finanza pubblica”. Il giudizio di parifica della Corte dei Conti, riferisce la Regione, sottolinea “il risultato positivo della gestione finanziaria e di bilancio” dell’ente di viale Aldo Moro, così come il risultato di esercizio “pur in una situazione di forte contrazione della spesa pubblica nel Paese”. Positivo anche il giudizio sulla riduzione dei tempi di pagamento (meno di 15 giorni) e del debito, sulla pressione fiscale e sulla capacità di utilizzo dei fondi europei.
Parlando di numeri, la Regione Emilia-Romagna ha chiuso il bilancio 2023 con un saldo positivo di 137 milioni di euro, mantenendo invariate le tasse e riducendo di altri 29,6 milioni di euro l’indebitamento rispetto al 2022 (289 milioni in meno dal 2015, con una riduzione del 43%). “Anche i conti della sanità dell’Emilia-Romagna chiudono il 2023 in equilibrio grazie a fondi regionali aggiuntivi rispetto a mancati trasferimenti nazionali”, si rimarca da viale Aldo Moro. Nella relazione della Corte dei Conti si sottolinea anche il “rispetto dei vincoli di contenimento della spesa regionale relativamente a voci come spese di rappresentanza, missioni, locazioni passive, noleggio autovetture e incarichi di consulenza”. Gli indicatori di performance finanziaria rilevano un grado di realizzazione delle entrate di oltre il 94% e delle spese previste per oltre l’84%. Rispetto al 2020, inoltre, sono aumentati gli investimenti per oltre 40 milioni in più. Sotto controllo anche la spesa per il personale. (fonte Dire)
Gestione dell’alluvione
Sono invece severe le critiche sollevate dalla Corte dei Conti dell’Emilia-Romagna rispetto alla gestione dell’alluvione da parte della Regione. “Per quanto riguarda il 2023 – rileva il presidente Marcovalerio Pozzato, parlando coi cronisti a margine della cerimonia – c’è una previsione di stanziamento maggiore per quanto riguarda gli interventi sui bacini fluviali”. La magistratura contabile sottolinea però “una grossa criticità e una grossa perplessità”, ossia il fatto che “la Regione provvede per quanto riguarda le risorse ma il soggetto attuatore è un altro, in particolare mi sto riferendo ad Aipo. E in qualche modo manca una efficiente cinghia di trasmissione per quanto riguarda la verifica di quanto effettivamente realizzato”. Insomma, la Regione stanzia le risorse necessarie per le opere “e poi però dovrebbe essere in grado di rivolgersi al soggetto attuatore chiedendogli effettivamente che cosa è realizzato e quanto – insiste Pozzato – ma ad oggi la Regione non è in grado di capire tempestivamente in tempo reale che cosa effettivamente è stato realizzato. E questo è un rilievo effettivamente che abbiamo mosso. Sembra che non ci sia una grande reattività, una grande tempestività da parte della Regione” a livello di rendicontazione. Il presidente della Corte dei Conti solleva poi una seconda critica, che riguarda però il 2024 e che quindi non attiene al giudizio sul bilancio dell’anno passato. “Ma penso che sia di interesse per i cittadini”, spiega Pozzato. In questo caso il problema riguarda le risorse stanziate quest’anno sempre per opere che riguardano i bacini fluviali. “E mi dispiace dire che è stato impegnato molto poco, sotto il 10% delle somme a disposizione per gli interventi”, afferma il presidente della Corte dei Conti dell’Emilia-Romagna. (fonte Dire)
La replica della Regione
Non si è fatta attendere la replica della presidenza della Giunta regionale: “Le risorse regionali destinate ai bacini fluviali sono state impegnate al 100% e trasferite ai soggetti attuatori, il cui utilizzo è costantemente monitorato e rendicontato. Dati più volte resi pubblici ma che non sono all’esame oggi della Corte dei conti, chiamata ad esprimersi sulla correttezza contabile e gestionale dell’esercizio 2023. E dell’equilibrio contabile e della corretta gestione ha dato appunto conto, con il giudizio di parifica, la Corte. Parlando con atti formali, come è proprio di una Corte. Tutta la manutenzione sui fiumi (ripristino e rafforzamento argini, pulizia, ecc.) è stata fatta grazie a interventi della Regione attraverso l’Agenzia regionale di sicurezza territoriale e protezione civile. Quanto alla ricostruzione post alluvione 2023 – competenza diretta del Commissario di Governo – anche quanto fatto dalla Regione è noto: 852 interventi fra cantieri di somme urgenze, urgenze e programmazione di fondi regionali, per 747,5 milioni di euro”.
“Stupisce, viceversa, che vengano rese “a margine” dichiarazioni sull’esercizio in corso, che non è oggetto della parifica. Una circostanza che non ha precedenti e di cui non si conosce e non si comprende né la ragione né il fondamento – viene aggiunto -. La proficua e doverosa collaborazione istituzionale di questi mesi, che ha portato al giudizio di parifica di oggi, con la certificazione del bilancio regionale in equilibrio nonostante il taglio delle risorse statali in settori chiave come la sanità, rende ancor più anomale e irrituali le esternazioni da parte di chi rappresenta una istituzione fondamentale dello Stato come la Magistratura contabile, rese peraltro ancor prima, nel corso della mattinata, di aver dato conto dell’esito dell’esame del Bilancio 2023 della Regione, quasi a voler mettere in secondo piano l’oggetto dell’incontro. Confidiamo si torni a parlare attraverso atti e non valutazioni soggettive, prive peraltro di qualsivoglia fondamento di merito. E gli atti della Corte dei conti certificano ancora una volta la correttezza dell’operato della Regione Emilia-Romagna”.
Le reazioni
“Finalmente è arrivata la verità – reagisce la candidata del centrodestra alla presidenza della Regione, Elena Ugolini -. La relazione della Corte dei Conti condanna la gestione regionale del bilancio dedicato alla sanità e dei fondi destinati alle opere per prevenire i disastri dell’alluvione. Per la sanità c’è un disavanzo di circa un miliardo di euro. In questi anni l’equilibrio di bilancio è stato raggiunto spostando fondi sulla sanità che erano destinati altrove. Sulla gestione dei fondi per prevenire i disastri dell’alluvione la realtà è ancora più amara. Sono state spese meno del 10% delle risorse disponibili e la Corte dei Conti ha evidenziato una mancanza di reattività e tempestività nella rendicontazione. Questa è la fotografia di un’amministrazione regionale che non è in grado di garantire la sicurezza e la protezione dei propri cittadini. Il buon governo della nostra Regione è un castello di sabbia: per farlo cadere il 17 e 18 novembre dobbiamo cambiare”.
Per la deputata Fdi Alice Buonguerrieri, “la Corte dei Conti conferma l’assoluta incapacità della Regione nel processo di ricostruzione post-alluvione, rilevando come, a fronte dei cospicui fondi messi a disposizione dal Governo Meloni, l’amministrazione dell’Emilia-Romagna ne abbia utilizzato appena il 10%, coi risultati che tutti abbiamo sotto gli occhi. Un risultato che è costato carissimo a centinaia di cittadini che in 16 mesi hanno perso tre volte la propria abitazione. Ed è per questa incapacità manifesta che è necessario un cambio di passo, che con Elena Ugolini presidente sapremo dare”.
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