UniCredit sigla un accordo per il ricambio generazionale e la formazione, con 500 nuove assunzioni e 1.000 uscite volontarie. Ecco i dettagli e le implicazioni per il futuro dell’occupazione.
UniCredit ha recentemente raggiunto un importante accordo con le principali organizzazioni sindacali, tra cui Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin, per promuovere il ricambio generazionale, migliorare la formazione dei dipendenti e affrontare le sfide legate alla trasformazione digitale.
Unicredi Banca “licenzia” 1000 persone ma ne assume 500 di nuove
Questo accordo prevede 500 nuove assunzioni e 1.000 uscite volontarie entro il 2025, garantendo così un bilanciamento tra le esigenze aziendali e la tutela occupazionale.
Un accordo per l’occupazione e la formazione
L’intesa raggiunta tra UniCredit e i sindacati nasce dalla necessità di ridurre gli esuberi e migliorare la formazione dei lavoratori. Inizialmente, il piano prevedeva 1.600 uscite, ma è stato ridimensionato a 1.000, con una riduzione del 38% rispetto alla proposta originale. Questo taglio è stato reso possibile grazie all’inserimento di 600 dipendenti in percorsi di formazione finanziata tramite il Fondo Banche Assicurazioni (FBA), permettendo a 200 di questi lavoratori di essere ricollocati già nel 2025 nelle filiali UniCredit.
Le 500 nuove assunzioni, insieme a 250 assunzioni per il normale turnover, garantiranno la continuità del servizio e il supporto necessario per le sfide future, in particolare quelle legate alla digitalizzazione del settore bancario. La formazione, con una componente significativa di smart learning, sarà centrale per la riqualificazione dei dipendenti, e le giornate di formazione da remoto sono state estese da 5 a 7.
Uscite volontarie e incentivi
L’accordo prevede 1.000 uscite volontarie e incentivate, di cui circa 270 derivano da sospesi relativi a un precedente accordo. Questo piano di uscite non forzate consente di ridurre l’impatto sociale delle ristrutturazioni, offrendo incentivi a coloro che decidono di lasciare l’azienda.
La volontarietà delle uscite rappresenta un segnale positivo, poiché permette una transizione morbida senza costringere i lavoratori a lasciare il loro posto di lavoro in modo brusco.
Nuove opportunità per i lavoratori
Oltre alle assunzioni e alle uscite, l’accordo introduce importanti novità in termini di welfare aziendale e conciliabilità tra vita privata e lavoro. Tra i benefici per i lavoratori troviamo:
- Aumento del buono pasto a 8 euro, distribuito in due tranche: la prima da 0,50 euro a marzo 2025 e la seconda a gennaio 2026.
- Rinnovo della polizza sanitaria per il biennio 2026-2027, mantenendo le stesse condizioni economiche del 2023.
- Introduzione di 3 giorni di permesso retribuito per l’assistenza ai familiari in difficoltà, un passo significativo verso una maggiore attenzione al benessere dei dipendenti.
Inoltre, l’azienda ha assunto l’impegno di elaborare un piano di valorizzazione del capitale umano entro febbraio 2025, che terrà conto del contributo dei lavoratori e dei risultati economici del gruppo.
Pro e contro dell’accordo
Pro:
- Ricambio generazionale: Il piano di assunzioni e uscite volontarie permette di favorire l’ingresso di giovani nel mondo del lavoro, contribuendo al rinnovamento delle competenze aziendali.
- Focalizzazione sulla formazione: L’attenzione alla formazione finanziata offre ai lavoratori la possibilità di aggiornarsi e affrontare meglio le sfide della trasformazione digitale.
- Welfare migliorato: L’aumento del buono pasto, i permessi retribuiti e il rinnovo delle polizze sanitarie rappresentano un miglioramento significativo del pacchetto welfare aziendale.
Contro:
- Ridimensionamento delle assunzioni: Sebbene siano previste 500 nuove assunzioni, il numero potrebbe essere considerato insufficiente per coprire completamente le uscite, soprattutto in vista delle sfide future legate alla digitalizzazione.
- Impatto delle uscite volontarie: Anche se volontarie, le uscite di 1.000 dipendenti potrebbero causare una temporanea carenza di personale e una riduzione delle risorse operative, almeno fino al completamento del ricambio.
In definitiva, l’accordo tra UniCredit e i sindacati rappresenta un equilibrio tra le necessità di ristrutturazione dell’azienda e la tutela dei lavoratori, offrendo una soluzione innovativa che mette al centro la formazione e il ricambio generazionale.
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