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di Luigi Teodonio | Ultimo aggiornamento 4 giugno 2024

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Tutti, almeno una volta nella vita, ne abbiamo sentito parlare. Pochi, però, sanno spiegare correttamente cosa sono i prestiti e come funzionano. Il perché è presto detto: quando si parla di prestito ci riferiamo a una vastissima varietà di strumenti e prodotti finanziari spesso confusi l’uno per l’altro.

Nella guida che segue ti aiuteremo a capire esattamente cos’è un prestito partendo da una serie di distinzioni che aiuteranno a marcare con esattezza il campo in cui ci si sta muovendo. Vedremo poi tutte quali sono le tipologie di prestito più utilizzate, per terminare con un’analisi approfondita della cessione del quinto, tra i prodotti finanziari più richiesti in questo particolare momento storico.

Differenza tra prestito e finanziamento

La prima distinzione fondamentale per comprendere realmente cosa sono i prestiti e come funzionano è quella tra prestito e finanziamento. Anche se spesso e volentieri questi due termini vengono utilizzati come sinonimi e sembrano essere in qualche maniera del tutto intercambiabili, stiamo parlando di due prodotti finanziari molto differenti.

  • Che cos’è un prestito. Detto anche prestito personale, consente di ottenere una somma di denaro – che può variare da poche centinaia di euro a svariate decine di migliaia di euro – che può essere spesa per qualunque acquisto, senza necessità di presentare giustificativi di spesa;
  • Che cos’è un finanziamento. Il finanziamento è un prodotto finanziario finalizzato all’acquisto di un bene o servizio. La cifra richiesta è infatti necessaria ad acquistare un elettrodomestico, una vacanza, un’auto o un corso di lingua e il relativo contratto viene sottoscritto direttamente con il venditore del bene o del servizio, non con l’istituto di credito che eroga la somma;
  • Differenze tra prestito e finanziamento. La differenza principale tra prestito e finanziamento sta nella modalità di erogazione della cifra richiesta. Nel caso del prestito, il consumatore agisce in tutta libertà, interfacciandosi direttamente con la banca o l’istituto di credito che erogherà la somma sul conto corrente indicato in fase di istruttoria. Quando si chiede un finanziamento, invece, il consumatore non si interfaccerà direttamente con la banca, ma ci sarà l’intervento di un mediatore o di un soggetto terzo. Inoltre, il consumatore non riceverà direttamente il denaro, ma un bene o un servizio (come un’auto, un televisore o un corso di lingue) pagato con la somma di denaro richiesta in fase di istruttoria.

La differenza tra prestiti finalizzati e non finalizzati

Continuando con le distinzioni, proviamo adesso a spiegare in maniera quanto più chiara possibile cosa cambia tra i prestiti finalizzati e prestiti non finalizzati. La distinzione è stata in parte affrontata anche nel paragrafo precedente: la differenza tra prestito finalizzato e prestito non finalizzato rispecchia quasi perfettamente quella appena vista tra prestito personale e finanziamento. Ma vediamo in dettaglio.

  • Che cosa sono i prestiti finalizzati. Quando parliamo di prestiti finalizzati ci riferiamo a dei prodotti finanziari pensati per l’acquisto di un bene o di un servizio specifico. Ne sono un esempio i finanziamenti richiesti in negozio per l’acquisto di un TV o del nuovo mobile della cucina o di un’auto; o i prestiti concessi dalla banca per la ristrutturazione di casa;
  • Che cosa sono i prestiti non finalizzati. Al contrario,i prestiti non finalizzati non hanno uno scopo definito a priori. Il richiedente può spendere la cifra ottenuta dalla banca o dall’istituto di credito nel modo che ritiene pià opportuno. Può anche scegliere di non spenderli immediatamente, ma di tenerli sul proprio conto in attesa di un acquisto.

Quali sono le tipologie di prestiti

Se il mondo è bello perché è vario, quello dei prestiti allora è bellissimo. Alle differenze viste sinora se ne aggiungono anche altre legate alla finalità dell’acquisto o alla modalità di rimborso. Sul mercato esistono decine di tipologie di prestiti, anche se alcune sono poco comuni. Di seguito una rapida carrellata delle più conosciute e utilizzate.

  • Prestito senza busta paga. Questa tipologia di prestito (solitamente finalizzato), pensato principalmente per studenti, casalinghe, liberi professionisti , lavoratori irregolari o disoccupati, permette di ottenere una piccola somma di denaro senza dover presentare una busta paga come garanzia. Si rende però necessaria la sottoscrizione da parte di un terzo attore, che agirà come garante del prestito nel caso in cui il richiedente non dovesse essere in grado di saldare le rate;
  • Prestito vitalizio ipotecario. Via di mezzo tra mutuo ipotecario e prestito al consumo, il prestito ipotecario è rivolto agli over 60 possessori di un immobile che hanno necessità di ottenere della liquidità. Il richiedente non dovrà pagare alcuna rata, ma alla sua morte gli eredi dovranno riscattare il bene – pagando anche gli interessi e le spese di istruttoria oltre a restituire interamente il capitale – oppure incaricare la banca della vendita;
  • Prestito d’onore. Riservato a studenti o giovani imprenditori, consente di ottenere un prestito finalizzato per finanziare un percorso di studi o l’avviamento di un’attività imprenditoriale. Si tratta di un prestito agevolato, con tassi e modalità di rimborso differenti rispetto a quello dei normali prestiti al consumo;
  • Leasing. Questa particolare forma di prestito finalizzato, rivolto tanto a privati quanto a imprese, consente di utilizzare beni mobili – come un veicolo o un macchinario industriale – senza doverlo acquistare. Nel contratto di leasing, il concedente (una società finanziaria) acquista il bene e lo concede all’utilizzatore per un lasso di tempo prefissato, che in cambio paga un canone periodico;
  • Prestito finalizzato. All’interno di questa categoria, come abbiamo visto, è possibile far rientrare le tipologie di prestito più disparate. Dal finanziamento per l’acquisto di una nuova auto al prestito per la ristrutturazione dell’abitazione, passando per quello dell’acquisto di nuovi mobili o per il pagamento di un corso di lingue;
  • Prestito tra privati. Come suggerisce anche il nome, si tratta di prestiti non concessi da banche o istituti di credito, ma da privati cittadini (magari raccolti in un’associazione di scopo o attraverso piattaforme ad hoc). Si dividono tra quelli regolamentati dalla Banca d’Italia e quelli non regolamentati e permettono di accedere al credito seguendo strade differenti rispetto alla solite;
  • Consolidamento dei debiti. Attraverso il consolidamento debiti, un consumatore può riunire in un’unica rata diversi prestiti e finanziamenti preesistenti, con la possibilità di prolungare il periodo di restituzione e ottenendo una somma maggiore rispetto a quella che deve essere effettivamente restituita.

Cessione del quinto: che cosa è

La cessione del quinto è una tipologia di prestito non finalizzato legata allo stipendio che il consumatore percepisce nel momento in cui effettua la richiesta. Volendo semplificare in maniera estrema, può essere considerato una sorta di anticipo sugli stipendi futuri.

In cambio della somma di denaro ottenuta, infatti, il richiedente si impegna a cedere un quinto del proprio stipendio all’istituto finanziario per un numero di mesi predefinito. Proprio il legame a doppio filo con lo stipendio permette di ottenere tassi di interesse vantaggiosi rispetto a quelli di prestiti personali senza garanzia o busta paga.

Come funziona la cessione del quinto

Il funzionamento della cessione del quinto è piuttosto semplice. Come accennato nel paragrafo precedente, si tratta di una sorta di anticipo sugli stipendi futuri. Il datore di lavoro, o l’ente previdenziale che eroga la pensione, trattiene automaticamente un quinto del tuo stipendio mensile versandolo all’istituto di credito che eroga il prestito.

Chi può chiedere la cessione del quinto?

La cessione del quinto dello stipendio è un prestito personale destinato a lavoratori dipendenti – sia del settore pubblico sia del settore privato – e pensionati. Per poterlo richiedere, infatti, è necessario presentare come garanzia la propria busta paga e la prova di avere un contratto a tempo indeterminato.

I requisiti per la concessione del prestito variano tra lavoratori e pensionati. I primi dovranno avere un’età compresa tra i 18 e i 63 anni, residenza in Italia e un contratto a tempo indeterminato. I secondi, invece, dovranno avere un’età non superiore ai 90 anni al momento della scadenza del finanziamento mentre l’importo mensile della pensione non potrà scendere al di sotto di una soglia fissata annualmente.

Cessione dei quinto: durata del rimborso

La cessione del quinto dello stipendio ha una durata fissata per legge. Il periodo del rimborso non può essere inferiore ai 2 anni e non può essere superiore ai 10 anni.

Calcolo cessione del quinto: quanto puoi chiedere

Calcolare quanto puoi chiedere con la cessione del quinto è più semplice di quanto si possa immaginare. Dovrai moltiplicare lo stipendio netto mensile per il numero di mensilità riscosse in un anno (13, 14 o quelle previste dal tuo accordo lavorativo) e dividere la cifra ottenuta per 12. Questa operazione ti permette di ottenere la “base mensile” del tuo stipendio, che dovrai dividere per cinque per ottenere il quinto massimo cedibile.

Un esempio numerico ci aiuterà a comprendere meglio il meccanismo per calcolare il massimale del quinto cedibile. Portando all’estremo la semplificazione, assumiamo che la base mensile del tuo stipendio sia di 1.500 euro (ossia, guadagni 19.500 euro nette annue) e tu voglia chiedere un prestito con rimborso in cinque anni (ossia, sessanta mesi). Ciò vuol dire che il tuo datore di lavoro tratterrà 300 euro al mese (1 / 5 di 1.500 euro) per l’intero periodo di rimborso. Al termine, avrai restituito 18.000 euro, ma la cifra che la banca ti ha accreditato è inferiore: dovrai infatti sottrarre gli interessi da restituire e tutte le spese collegate all’erogazione del prestito.

Quali sono i costi della cessione del quinto?

Rispetto ad altre tipologie di prestito personale o finanziamento, la cessione del quinto dello stipendio ha costi maggiori perché prevede la sottoscrizione di un’assicurazione obbligatoria necessaria a garantire il pagamento delle rate residue nel caso in cui il consumatore dovesse perdere il lavoro.

Il richiedente dovrà pagare gli interessi (che potrebbero essere più bassi rispetto a quelli di un prestito personale non finalizzato), le spese di istruttoria, le spese di incasso della rata, il costo di comunicazione, le imposte e, per l’appunto, l’assicurazione obbligatoria.

Cessione del quinto: come estinguere il debito in anticipo

Chi richiede un prestito con cessione del quinto ha la possibilità di poter recedere dal contratto entro 14 giorni dalla sottoscrizione (anche se la somma è stata già erogata) e la possibilità di rimborsare anticipatamente in qualunque momento in tutto o in parte l’importo dovuto.

In caso di recesso entro i 14 giorni con prestito già erogato, si hanno 30 giorni di tempo per restituire la somma, comprensiva degli interessi maturati. In caso di rimborso anticipato del prestito, invece, si ha diritto alla restituzione dei costi che hai già sostenuto (ad esempio, verranno restituite le quote residue di assicurazione che hai già versato).

Si può rinnovare la cessione del quinto?

Uno dei vantaggi della cessione del quinto rispetto alle altre forme di prestito personale sta nella possibilità di ricorrere al rinnovo del prestito. Questo vuol dire che sarà possibile prolungare la durata del prestito e ricevere una cifra maggiore rispetto a quella inizialmente ottenuta.

Per ottenere il rinnovo, però, è necessario che siano trascorsi almeno 2/5 della durata del prestito: in questo modo sarà possibile estinguere il vecchio prestito e attivare una nuova cessione del quinto. Fanno eccezione i prestiti con una durata inferiore ai 60 mesi (5 anni), che possono essere rinnovati in qualsiasi momento a patto di non superare una durata totale di 10 anni.

Cessione del quinto: tutti i rischi che devi conoscere

Come ogni altro prodotto finanziario, anche nel caso della cessione del quinto è consigliabile leggere accuratamente i fogli informativi che la banca, l’istituto di credito o l’intermediario finanziario a cui vi rivolgete è tenuto a consegnare prima della sottoscrizione del contratto. I rischi principali legati alla cessione del quinto, infatti, dovrebbero essere tutti esplicitati in questi fogli.

Va inoltre ricordato che la cessione del quinto rappresenta un impegno economico piuttosto importante e con una durata che può arrivare anche a 10 anni. In un quadro congiunturale negativo, con economia in recessione o a crescita 0 e inflazione in forte crescita, la cessione del quinto potrebbe rappresentare un azzardo pericoloso che potrebbe erodere fortemente la capacità di spesa di una famiglia.

Cessione del quinto: alcuni esempi numerici

Abbiamo visto, quindi, che la cessione del quinto (dello stipendio o della pensione) è un prestito personale non finalizzato con il quale il richiedente si impegna a cedere il 20% del proprio assegno mensile in cambio di un “anticipo” sulle mensilità future. La durata minima è di due anni, mentre la durata massima è di 10 anni.

Con questi dati alla mano è possibile fare esempi numerici grazie ai quali è possibile capire il massimo e il minimo che può essere ottenuto con questa forma di prestito al consumo. Con una base mensile di 2.000 euro, ad esempio, in due anni restituirai una somma di 9.600 euro (quindi, il prestito si aggirerà attorno agli 8.000-8.500 euro a seconda del tasso di interesse), mentre in 10 anni la somma salirà fino a 48.000 euro (con un prestito erogato di circa 42.000-45.000 euro). Se la base mensile è di 1.000 euro ti basterà dimezzare le cifre appena snocciolate e così via.

La formula che dovrai adottare, come abbiamo già visto in precedenza, è la seguente:

(stipendio base mensile/5) x durata in mesi

Le alternative alla cessione del quinto

Le caratteristiche peculiari della cessione del quinto fanno sì che il prestito possa essere concesso anche a cattivi pagatori e protestati (a patto, ovviamente, che rispettino i requisiti che abbiamo elencato in precedenza).

Nel caso in cui ci siano difficoltà a ottenere il prestito con cessione del quinto, però, è possibile optare per prodotti finanziari alternativi che possono essere richiesti anche da chi ha avuto problemi in passato.

  • Prestito cambializzato. La concessione del prestito è legata alla sottoscrizione, da parte del richiedente, di cambiali di pagamento con la stessa valenza delle rate di un prestito. Questa tipologia di prestito, però, garantisce diversi vantaggi all’istituto di credito che lo concede: la cambiale è un titolo esecutivo e, in caso di mancato pagamento, potrà procedere al pignoramento immediato dei beni del creditore;
  • Fidejussione. In caso di prestito con fidejussione, il richiedente deve presentare una garanzia bancaria sottoscritta da un terzo soggetto (come un parente o un amico) a cauzione del prestito. Ciò vuol dire che, in caso di insolvenza, l’istituto che ha concesso il prestito potrà rifarsi anche sui beni di chi ha sottoscritto la fideiussione;
  • Prestito delega. Questo prodotto finanziario ricalca le caratteristiche appena viste per la cessione del quinto e permette di raddoppiare la somma massima ottenibile. A differenza della cessione, però, in questo caso il datore di lavoro – o l’ente che eroga la pensione – ha la facoltà di rifiutare la concessione.

Ultimo aggiornamento 4 giugno 2024


 

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