Il ritorno al Sud non è un sogno che appartiene al mondo delle idee, né uno spot astratto, né una chimera irraggiungibile. È una realtà di fatto. La storia di Davide Affinito, napoletano 49enne che aveva lavorato a Milano «per mezza vita», è una delle tante del “contro espatrio” che in questi tempi di crescita della città sta caratterizzando la vita di Napoli.
La vicenda di Affinito è poi particolarmente significativa, per altre due ragioni. Insieme a lui sono tornati a casa altri 9 lavoratori, tutti partenopei o campani. E poi Affinito è tornato a Napoli proprio per via della crescita della città, grazie all’aumento dei servizi nati all’ombra del Vesuvio e alle nuove prospettive che si sono aperte nella metropoli più importante del Mezzogiorno: «Sì, lavoro come macchinista per la Linea 6», esordisce.
E mentre lo dice sorride con orgoglio. Insomma, apre la metropolitana attesa da anni e i figli di Napoli tornano a casa dal Nord. Dall’Atm (azienda della mobilità e del trasporto milanese) all’Anm (la partecipata del trasporto cittadino): è il viaggio che inverte il cliché dell’espatrio.
Quando era andato via da Napoli?
«Ormai sono passati 24 anni. Sono stato a Milano dal 2000 fino al novembre del 2023, quando ho firmato il contratto per la Linea 6. Le selezioni per il concorso erano iniziate già da un po’. Ho trascorso mezza vita a Milano».
Era partito per cercare lavoro?
«Sì, esattamente. Ed ero sconfortato, quasi depresso, all’epoca, perché a Napoli non riuscivo a trovare un’occupazione. Le avevo provate tutte. O, quantomeno, mi ero impegnato al massimo a mandare in giro curricula e offrire la mia disponibilità lavorativa. Ma, a quei tempi, non ho trovato niente. Quindi, anche se a malincuore, sono partito. Io sono uno che ama la sua terra e la sua famiglia. Sono legato alle mie radici. A Milano, negli anni, mi ero ovviamente ambientato, anche se mi ci era voluto del tempo. Eppure, non era la stessa cosa. Soffrivo la nostalgia di Napoli. Ecco perché ora che sono tornato mi sento felicissimo».
Si aspettava di poter rientrare a casa, trovando un’occupazione?
«Onestamente dopo tanti anni avevo perso praticamente tutte le speranze, nonostante vari tentativi. A questo concorso per la Linea 6, le cui selezioni erano iniziate nel 2022, c’erano 12 posti. Ci ho provato e finalmente sono passato. La mattina del concorso mi sentivo qualcosa addosso, una sensazione positiva: del resto si cercavano figure professionali già pronte, perché l’apertura della metro era imminente. Ho lavorato nei trasporti per l’Atm dal 2000, anche se nei primi anni, a Milano, ero nel trasporto di superficie. Siamo in 10 a essere tornati da Milano. Tutti campani che desideravano rientrare al Sud. Siamo stati fortunati, abbiamo preso il treno giusto: è il caso di dirlo».
Come ha trovato la città?
«Il motivo del mio ritorno dimostra che i servizi stanno migliorando anche qui. Napoli è in crescita. Io la città non me la ricordavo così. È più pulita e più organizzata. Tanti dei miei amici che arrivano da Milano per farsi un weekend di vacanza me lo fanno notare puntualmente».
Com’è il lavoro alla linea 6?
«I nostri passeggeri sono in netto aumento, tra turisti e studenti. I flussi di utenti, dall’inaugurazione del 16 luglio a oggi, sono cresciuti molto. Tra Municipio e Chiaia i treni si riempiono. Parlando con gli agenti di stazione, qualche settimana fa, mi hanno raccontato che alle 9 di mattina si era arrivati già a circa mille ingressi. Tutti ora aspettano i nuovi treni, così da poter aprire anche il pomeriggio dopo le 15. Sarà un grandissimo risultato per tutta la logistica della città».
Che prospettive ha per il futuro prossimo?
«Pur di venire qui, momentaneamente mia moglie è rimasta a Milano. Lei fa la maestra, e spero possa raggiungermi al più presto. Anche lei è di Napoli e non vede l’ora di tornare. Per il momento mi appoggio a Pozzuoli da mio padre. Poi quando tornerà mia moglie prenderemo insieme casa a Napoli. Appena posso torno al Nord da lei. Prima, appena potevo, venivo al Sud dal resto della mia famiglia». Insomma, la sua parabola dimostra che il trend si sta invertendo, concretamente.
«Una delle cose che mi rendono più orgoglioso è che il mio ritorno sia in qualche modo la prova anche dei passi in avanti della città, dal punto di vista dei trasporti, e non solo».
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