La montagna è avventura, silenzio, meraviglia e natura. Le viste mozzafiato e le vette imponenti continuano a suscitare una grande attrazione nei confronti dei tantissimi appassionati e turisti, sostenendo l’industria turistica e indotto economico. Il fenomeno del turismo montano, ormai consolidato da decenni, genera un contrasto di carattere teorico e soprattutto pratico.
La pressione antropica sugli ecosistemi montani solleva interrogativi sul bilanciamento tra sviluppo e protezione della natura. L’obiettivo diventa promuovere un turismo sostenibile, capace di preservare le risorse naturali e valorizzare le comunità locali e le attività tradizionali.
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Un orizzonte sostenibile per il turismo montano: il report delle Nazioni Unite
In un contesto come quello attuale, risulta fondamentale immaginare e porre in essere un approccio sostenibile al turismo montano. Questo è quanto sostenuto in “Mountain tourism – Towards a more sustainable path”, il recente studio pubblicato da due prestigiose branche delle Nazioni Unite: la FAO, che si occupa di alimentazione e agricoltura, e la UNWTO, competente nel settore del turismo.
La tesi di fondo è che i flussi turistici nelle aree montane debbano essere progettati e gestiti in modo da minimizzare gli impatti negativi sui contesti naturali, eliminando o mitigando l’inquinamento diretto e difendendo la biodiversità.
Inoltre, è necessario governare i processi economici e sociali derivanti dalle presenze di visitatori, generando benefìci economici e sociali per le comunità locali. Le aree montane possono offrire opportunità interessanti, spesso uniche, per la valorizzazione dei prodotti locali, insieme alle promozioni agroalimentari sostenibili e alla preservazione delle tradizioni culturali tipiche dei luoghi.
Il cambiamento climatico: montagne a rischio
Il report indaga anche il ruolo del cambiamento climatico sul turismo montano, uno dei fenomeni più impattanti che anche le località turistiche di montagna stanno subendo. L’incessante aumento delle temperature ha già influenzato negativamente molte destinazioni, erodendo il manto nevoso, accorciando le stagioni utili alle pratiche sportive invernali e innalzando pericolosamente il rischio di disastri naturali. Elementi, questi, che minacciano le attività turistiche e che condannano alla precarietà il futuro delle tante famiglie che dipendono economicamente da esse.
Le Nazioni Unite sollevano la necessità di adottare al più presto politiche di adattamento al cambiamento climatico, così come di decarbonizzazione del settore, partendo dagli impegni della Dichiarazione di Glasgow del 2023 sulla sostenibilità del turismo e mirando al raggiungimento di emissioni nette zero entro il 2050. Una transizione epocale per la quale occorre informazione, innovazione nell’offerta, investimenti in infrastrutture digitali e una crescita della collaborazione tra governi, imprese e comunità locali.
Un turismo montano sostenibile c’è già
La FAO e la UNWTO non si limitano a offrire una visione teorica, ma presentano diversi casi di studio, in cui questi criteri sono già stati applicati con successo. Lo studio pone l’accento su esperienze orientate alla promozione di un turismo responsabile che valorizzi destinazioni fuori dalle rotte turistiche più consolidate, improntato soprattutto alla scoperta del territorio attraverso attività a basso impatto ambientali, come escursioni, laboratori e pratiche culturali tipiche.
Tra i fattori chiave individuati per consolidare tali esperienze e diffonderle in altri contesti sono il monitoraggio costante dei risultati e il coinvolgimento attivo delle comunità locali nei processi decisionali, promuovendo tra pubblico e privato. Un esempio sono le Destination Management Organization (DMO), organizzazioni in grado di coordinare gli sforzi di tutti gli attori del comparto turistico attraverso un approccio integrato che considera e promuove la sostenibilità ambientale, sociale ed economica della destinazione.
Il turismo montano sostenibile diventa quindi possibile ed è già una realtà in molti luoghi. L’impegno ora è quello di espanderlo e consolidarlo, affinché diventi la norma in tutte le destinazioni montane, promuovendo uno sviluppo turistico che salvaguardi l’ambiente e rispetti le esigenze delle comunità locali.
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La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.
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