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Il MES (Meccanismo Europeo di Stabilità) è un’organizzazione intergovernativa europea. È attivo dal luglio del 2012, come evoluzione dei precedenti meccanismi FESF (Fondo Europeo di Stabilità Finanziaria) e MESF (Meccanismo Europeo di Stabilità Finanziaria).
Ha sede in Lussemburgo ed è gestito da:
• un Board of Governors (i ministri finanziari dell’area euro) presieduto dal portoghese Mario Centeno, Presidente dell’Eurogruppo;
• un Board of Directors (i cui membri vengono scelti dai ministri finanziari);
• un direttore generale (il tedesco Klaus Regling) che gestisce gli affari correnti del MES seguendo le indicazioni del Board of Directors. Inoltre presiede le riunioni del Board of Directors e partecipa a quelle del Board of Governors.
Il Presidente della Bce e il Commissario europeo agli Affari Economici partecipano in qualità di osservatori.

Come funziona il meccanismo di aiuto del Fondo Salva Stati
Il compito del MES è fornire assistenza finanziaria ai Paesi dell’area euro che attraversano (o rischiano in modo concreto) gravi problemi di finanziamento. L’assistenza viene concessa solo nel caso in cui sia necessaria per salvaguardare la stabilità finanziaria dell’intera area euro e dei membri del MES stesso.

Gli strumenti a disposizione vanno dalla possibilità di concedere prestiti ai Paesi in difficoltà per consentire un aggiustamento macroeconomico (soluzione utilizzata finora da Irlanda, Portogallo, Grecia e Cipro) fino al prestito per la ricapitalizzazione indiretta delle banche (aiuto finora fornito alla sola Spagna). Gli altri strumenti previsti dallo statuto del MES (acquisti di titoli sul mercato, linee di credito precauzionali e ricapitalizzazione diretta) non sono finora mai stati usati.

Come raccoglie i fondi (dotazione ed emissione di bond)
IL MES viene finanziato dai singoli Stati membri con una ripartizione percentuale in base alla loro importanza economica. La Germania, contribuisce per il 27,1 %, seguita dalla Francia (20,3%) e dall’Italia (17,9%).
La “potenza di fuoco” (o ammontare massimo) complessivamente autorizzata è di 700 miliardi di euro: il finanziamento diretto da parte degli Stati ammonta a 80 miliardi di euro (l’Italia ha versato 14,3 miliardi, la Francia 20 e la Germania 27). I restanti 620 miliardi possono essere raccolti sui mercati finanziari attraverso l’emissione di bond.

Le condizioni del MES per la concessione di aiuti
I prestiti non vengono concessi senza condizione, ma solo dopo che il Paese richiedente ha sottoscritto una lettera di intenti o un protocollo d’intesa (o Memorandum of Understanding). Protocollo che viene negoziato dal Paese interessato e dalla Commissione Europea a nome del MES.
In genere vengono richieste riforme specifiche, mirate ad eliminare o quantomeno mitigare l’effetto dei punti deboli dell’economia del Paese richiedente. Il MES prevede in particolare interventi in tre aree:
Consolidamento fiscale, con tagli alla spesa pubblica per ridurre i costi della Pubblica amministrazione e migliorarne l’efficienza, e parallelamente aumentare le entrate attraverso privatizzazioni o riforme fiscali;
Riforme strutturali, con l’adozione di misure di stimolo alla crescita, alla creazione di posti di lavoro e alla competitività;
Riforme del settore finanziario, con misure destinate a rafforzare la vigilanza bancaria o, se necessario, a ricapitalizzare le banche.

 

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